Omar Minniti(Prc-Fds), “Centrale a carbone, i cavalli di Troia vengono allo scoperto”

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La nomina di una “Commissione di esperti” per valutare l’impatto della centrale a carbone di Saline Ioniche, è oggettivamente un atto di cedimento davanti al progetto Sei.

 La decisione assunta dai Sindaci dell’area – ad eccezione di Bagaladi e San Lorenzo – ed anche da quello di Reggio Giuseppe Raffa, suona come un segnale di apertura possibilista nei confronti delle  mire della multinazionale elvetica e stride con le dichiarazioni, esternate anche di recente, da quei Comuni.

 Negli atti ufficiali tali amministrazioni manifestano la propria adesione al fronte del “no”, per poi riunirsi, sarebbe il caso di dire con modalità quasi “carbonare”, per dare vita ad un organismo che dovrebbe accertare ciò che è già certo ed acclarato: l’impatto ambientale e sulla salute della centrale.

 Un organismo che costerà ai contribuenti 20 mila euro e che si ritroverà tra le mani le stesse carte a cui hanno avuto accesso la Provincia di Reggio e la Regione Calabria, che hanno bocciato senza mezzi termini il progetto Sei, definendolo aberrante e deleterio per l’ecosistema locale e la sicurezza delle popolazioni.

 Un organismo, meramente consultivo e dai pareri non vincolanti, che si insedierà proprio mentre presso il Ministero dell’Ambiente sta volgendo a termine il lavoro della Commissione di verifica sulla centrale, che si esprimerà sul Via.

Che cosa ha fatto cambiare opinione ai Sindaci, alcuni dei quali hanno fatto del “no” al carbone uno dei leitmotiv delle proprie campagne elettorali? Sono state forse le opere cosiddette “compensative” promesse dalla Sei a far divenire possibilisti anche i più acerrimi nemici della centrale?

Ai consiglieri comunali di quegli enti il compito di verificare e, se del caso, di sconfessare l’operato dei Sindaci. Ai cittadini, le associazioni e i movimenti quello di rilanciare la mobilitazione contro la centrale e i suoi nuovi “cavalli di Troia”.

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