Calabria, protesta lavoratori Co.Co.Co. della scuola

protesta scuola

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Parte la protesta dei 900 lavoratori Co.Co.Co. D.m. 66/2001 impegnati nelle segreterie scolastiche. I lavoratori, con funzioni e mansioni ATA di Assistente Amministrativo, in servizio presso le scuole statali, della  Sicilia, Calabria, Puglia, Campania, Lazio, Abruzzo e Sardegna protesteranno fino a quando il M.I.U.R. non definirà i termini, i modi e i tempi della loro procedura di stabilizzazione attraverso la loro immissione in ruolo Full-Time. Della problematica è stato investito anche il Sottosegretario On. Davide Faraone, il capo della sua segreteria Marco Campione, il Direttore Generale delle risorse umane del Ministero Dr. Jacopo Greco e la Dirigente dott.ssa Francesca Busceti.

I lavoratori protestano – afferma il Presidente del Comitato, Leonardo Del Giudice – perché dal 2001 aspettano la loro stabilizzazione con accesso ai ruoli a tempo pieno. Da quindici anni lavorano su posto accantonato in organico (al 50% del posto libero) per 30 – 36 ore settimanali con la forma contrattuale della collaborazione coordinata e continuativa che li penalizza da tanti punti di vista ed, in particolare, da quello pensionistico considerato che non hanno garantito il minimo contributivo dovuto ai fini previdenziali. In pratica su 12 mesi di lavoro non tutti e 12 sono coperti ai fini pensionistici. Un lavoro assimilabile al lavoro nero“.

“A tutto ciò va aggiunto – afferma il Comitato dei lavoratori in una nota – il continuo e progressivo depauperamento dello stipendio lordo a seguito del progressivo aumento delle aliquote contributive che negli anni sono passate dal 14% iniziale all’attuale 32% circa senza nessun intervento in materia di adeguamento dell’indennità.Ai fini della loro immissione nei ruoli della Pubblica Istruzione, nonostante il passare degli anni, sono stati sempre esclusi da tutte le procedure concorsuali. Di contro, riguardo alla mobilità sono considerati come se fossero di ruolo. Al danno quindi anche la beffa mentre la politica, l’amministrazione, le istituzioni non ascoltano il malessere che vive questa categoria di lavoratori e della quale nessuno se ne occupa. E tutto questo mentre si sventola la Buona Scuola”.

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