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A CURA DELLA DIETISTA, DOTTORESSA ANTONELLA IARIA
L’insulino-resistenza viene definita come l’alterata capacità dell’ormone a promuovere l’utilizzazione di glucosio da parte dei tessuti dell’organismo, è un evento comune nei soggetti affetti da Diabete Mellito di tipo 2, ma riscontrabile anche in altre condizioni come obesità, soprattutto se centrale, ipertensione arteriosa, iperuricemia, ipertrigliceridemia, vasculopatie ecc.
L’alterata capacità a promuovere l’utilizzazione di glucosio da parte dei tessuti si traduce in intolleranza glucidica e aumento del rilascio di acidi grassi liberi (FFA) dal tessuto adiposo. L’aumento di questi substrati esacerba la resistenza insulinica a livello di muscolo e fegato con aumentata sintesi di trigliceridi-VLDL e diminuzione del colesterolo-HDL. In tali condizioni la glicemia aumenterebbe se la beta-cellula non garantisse una aumentata secrezione di insulina per compensare il difetto d’azione biologica.
La diminuzione dell’introito calorico è la principale indicazione nutrizionale nell’insulino-resistenza.
Le diete ipocaloriche possono ridurre il peso corporeo e contribuiscono a ridurre il grasso viscerale. Si è visto che un deficit calorico di 500-100kcal/die produce una perdita di peso di 500-1000 gr/settimana; mentre un deficit calorico di 300-500kcal/die produce una perdita di peso di 250-500gr/settimana.
Con un restrizione calorica si ha: una riduzione della termogenesi del cibo, una riduzione del metabolismo basale, una riduzione del dispendio energico da esercizio fisico; quindi una riduzione globale del consumo energetico.
I soggetti insulino-resistenti è fondamentale che seguano di base un regime alimentare ipoglucidico/ipolipidico ma bilanciato dal punto di vista di macro e micro nutrienti; e che facciano attenzione all’indice glicemico degli alimenti e al carico glicemico in ogni pasto per evitare un sovraccarico di carboidrati che possa portarli verso il Diabete Mellito di tipo 2.
Accanto alla restrizione calorica è molto importante anche l’esercizio fisico perché: aumenta il dispendio energetico con aumento del metabolismo basale, quota principale del dispendio energetico quotidiano; aumenta i livelli di UCP-3, proteina muscolare disaccoppiante; aumenta i livelli di HDL col.(buono); riduce il rischio cardiovascolare; migliora il tono dell’umore; porta una aumento della massa magra e una riduzione della massa grassa che appunto potenziano l’effetto della restrizione calorica.
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