Reggio Calabria, Fascì (PdCI): “Le O.ME.CA. vanno salvate”

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Una città è una comunità di uomini e donne; una città che si rispetti deve attraverso i suoi rappresentanti politici e amministrativi (le Istituzioni), pensare alle prospettive future cercando di consolidare l’esistente e di creare nuove opportunità che possano migliorare le condizioni sociali ed economiche oltre che la qualità di vita dei cittadini.

Una comunità peraltro sà che può avere un futuro se all’interno della stessa riesce a far crescere realtà economiche che garantiscono probabilità di lavoro a cittadini e possono costituire fattori di sviluppo. Questo paradigma vale ancora più al Sud che purtroppo non ha grandi realtà industriali.

Reggio poteva vantare, ciò nonostante un avamporto industriale: le O.ME.CA. Lo stabilimento rappresenta un pezzo della storia della città ed anche una isolata prospettiva lavorativa a carattere industriale. Per una città come Reggio uno sbocco lavorativo che ha garantito negli ultimi decenni lavoro per circa 1000 dipendenti non è assolutamente indifferente.

Eppure Reggio sta perdendo l’unico caposaldo industriale che peraltro ha consentito a Reggio di essere conosciuta nel mondo per la competenza delle maestranze O.ME.CA. che nel corso degli ultimi decenni hanno costruito treni e metropolitane per mezza Europa. E ciò purtroppo sta accadendo nel silenzio assordante dell’Amministrazione cittadina e della Regione che pur può fare tanto e che peraltro oggi è governata da un Reggino.

In varie trasmissioni nazionali abbiamo visto impegnati Sindaci e Giunte Regionali; lì accanto agli operai della Finmeccanica, della FIAT, della IRIBUS schierati nel tentativo di salvare gli stabilimenti.

Consapevoli di quanto sia verosimile la chiusura dello stabilimento, abbiamo sollevato e reso noto la drammaticità della crisi che sta per investire le O.ME.CA.

Abbiamo dato l’adesione agli operai O.ME.CA.  che hanno partecipato all’iniziativa a Roma il 26 scorso e nelle prossime ore chiederemo ufficialmente un incontro all’Amministratore delegato, ma non basta.

Occorre uno sforzo corale delle Istituzioni ma purtroppo siamo costretti a registrare una generale apatia.

È questo un altro dei disastri provocati dal “Modello Reggio”. Anzi non vorremmo proprio che dopo lo sperpero delle casse comunali i fautori del “Modello Reggio” pensino di passare alla II° fase: quella dello sperpero e della svendita dei “gioielli di famiglia”. Non vorremmo infatti che dietro il silenzio si nasconda qualche manovra speculativa finalizzata a chiudere le O.ME.CA. per utilizzare il terreno su cui ricade lo stabilimento per fare speculazione edilizia. Vista la ormai smascherata spregiudicatezza con la quale hanno amministrato la città Scopelliti e la sua compagnia, non c’è più da meravigliarsi di nulla.

Anche per questo riteniamo sia giunta l’ora di un intervento forte che coinvolge le massime istituzioni a partire dal Ministro dello Sviluppo Economico. Intervento che non può che venire dalla Prefettura reggina organo del Governo sul territorio.

Purtroppo anche su questo fronte siamo costretti ad evidenziare un silenzio assolutamente incomprensibile. Ad onor del vero abbiamo avuto sempre il massimo rispetto delle Istituzioni ma pur tuttavia non possiamo non stigmatizzare l’ingiustificabile inerzia da parte del sig. Prefetto; figura Istituzionale che in una terra come il Sud acquista ancor più rilevanza soprattutto dove sorge il bisogno di un intervento utile a dirimere criticità sociali e che purtroppo l’attuale Signor Prefetto sembra spesso non avere adeguata coscienza dell’importanza del suo ruolo.

È mai possibile che da mesi si rincorrano le voci di una prossima chiusura delle O.ME.CA e il sig. Prefetto non abbia sentito l’esigenza di convocare le parti sociali, le istituzioni territoriali e di coinvolgere il Governo di cui è l’espressione più alta nel territorio?

Sapendo che Ansaldo Breda ha già deciso di lasciare Reggio c’è il dovere delle Istituzioni e delle Amministrazioni a partire dalla Regione, di sperimentare possibili soluzioni alternative; riteniamo che i lavoratori e la città intera debbano almeno sapere se ci sono progetti di ricostruzione delle Omeca, se ci sono società del settore interessate a sostituire ANSALDO-BREDA; se la Regione sta facendo qualcosa per incentivare possibili investitori e per evitare che le O.ME.CA. diventino un “museo della storia industriale di Reggio”; chiediamo di sapere se i fondi Comunitari devono servire per effimere e clientelari chimere o se invece possono essere impegnati per salvare l’unico polo industriale reggino ed il destino di tanti lavoratori.

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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