Denis Nesci su infrastrutture nel Meridione

Denis Nesci

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Mi sembra alquanto insensato sfruttare l’ipotesi di costruire il ponte sullo stretto di Messina al solo fine di etichettarlo come una infrastruttura potenzialmente importante per il Sud Italia, ma allo stesso tempo del tutto secondaria e quindi inutile – afferma sconcertato il Presidente dell’U.Di.Con., Denis Nesci a seguito delle dichiarazioni rilasciate da alcuni esponenti politiciquella sullo Stretto ormai è una discussione aperta da anni, rimpallata da Governo a Governo che di tanto riporta in auge il tema.

Il vero problema è che nel Sud Italia le infrastrutture esistenti sono vecchie ma, nonostante ciò, la maggior parte degli investimenti è destinata a finanziare interventi di potenziamento della rete di servizi che al Nord risulta già ampiamente sviluppata: è ora –continua il Presidente Nesci – di offrire ai consumatori utenti del Sud Italia servizi adeguati almeno di pari livello rispetto a quelli di cui usufruiscono coloro che si recano o risiedono al Nord.

Prosegue ormai da anni il dibattito sullo stato delle infrastrutture del nostro Paese, di quelle ormai vecchie e di quelle nuove in programma che riguardano soprattutto il Sud Italia, opere indispensabili che, se realizzate, porrebbero sulla stessa linea di partenza i consumatori-utenti del sud con quelli del nord.

Proprio in questi giorni il dibattito politico si è spostato sulla priorità di realizzare il progetto del Ponte sullo Stretto opera sicuramente importantissima, ma che non deve distogliere l’attenzione dalle pessime condizioni della rete stradale e ferroviaria del Meridione che presenta delle evidenti criticità per gli utenti.

Il Meridione aspetta un segnale forte da parte della politica, non è più accettabile che per percorrere più o meno gli stessi chilometri nella tratta Roma-Milano si impieghi la metà del tempo rispetto alla tratta Roma-Reggio Calabria, quanto bisognerà aspettare affinché anche la rete ferroviaria al sud sia servita dall’alta velocità?

Inoltre – aggiunge il Presidente Nazionale dell’U.Di.Con – è di oggi la notizia del presunto risparmio di 1,5 miliardi di euro sugli investimenti previsti nel tratto autostradale della A3, con la volontà di ammodernare il vecchio tratto autostradale a scapito dei nuovi tracciati, fermo restando che, qualora fosse vero, noi vigileremo affinché non si risparmi sulla sicurezza dei cittadini, auspichiamo almeno che i soldi non utilizzati servano a finanziare altri tratti stradali particolarmente pericolosi del Sud Italia come ad  esempio il tratto Jonico, piuttosto che investirli in opere di potenziamento di altre infrastrutture già presenti in altre parti del Paese”.

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