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Un boom di nuove giovani attività ed una grande voglia di emergere. È questo il dato più importante dello studio di Unioncamere-Infocamere nellìindagine Movimprese che analizza annualmente la nascita di nuove imprese guidate da imprenditori under 35. Proprio in questa classifica si piazza al secondo posto la Calabria tra tutte le altre Regioni Italiane con 3348 nuove imprese giovanili nate nel 2016 a fronte delle 1425 chiuse. Un saldo positivo di 2000 nuove attività che sono entrate sul mercato nei primi 9 mesi dell’anno, data di pubblicazione del rapporto.
Notizie positive per un territorio che ogni mese vede nascere 370 attività imprenditoriali guidate da under 35, per una media di circa 12,4 al giorno. La Calabria si piazza, insieme alla Basilicata, alla guida di un sud Italia, in forte crescita, a fronte di un settentrione in cui la nascita di imprese giovanili è ben distante dalla media nazionale.
Dati positivi, quelli del rapporto di Unioncamere del 2016, che dimostrano come l’intraprendenza dei giovani mantenga in positivo il rapporto tra imprese nate e chiuse nei primi mesi dell’anno. Un trend incoraggiante anche secondo il presidente Ivan LoBello che, commentando i risultati dello studio, ha sottolineato come esso vada sostenuto, soprattutto puntando su innovazione digitale, formazione continua, semplificazione amministrativa e alternanza tra scuola e lavoro.
A favorire la nascita di queste nuove attività gli incentivi per l’imprenditorialità giovanile che arrivano da fonti e progetti europei come Horizon 2020, da finanziamenti regionali per le start-up e l’autoimpiego e da quelli nazionali gestiti dall’agenzia Invitalia. Un quadro positivo in cui però non mancano le difficoltà, di cui alcune legate alle storiche problematiche del sud Italia: la banche che non fanno più credito, i collegamenti ed i trasporti non all’altezza, la burocrazia lenta e farraginosa.
Problemi che esistono, come affermano gli stessi vertici di Confindustria Calabrese, ma che non devono scoraggiare i sogni dei giovani che devono capire che senza informazione, conoscenza ed esperienza è impossibile creare una vera e propria cultura d’impresa. È fondamentale acquisire una mentalità imprenditoriale durevole nel tempo che, sorprendentemente, potrebbe essere implementata studiando le dinamiche del poker sportivo, un mondo che molti giovani conoscono. È proprio con questo obiettivo il giocatore di poker del Team PokerStars PRO Jan Heitmann insegna agli imprenditori come le dinamiche del tavolo verde possano essere applicati a quelli di decision making in grado di determinare il successo o meno di una giovane azienda.
Tra i settori più gettonati per l’apertura di start-up c’è quello informatico, che conta quasi la metà delle imprese giovanili dei nati nella cosiddetta “generazione digitale”. Per quanto riguarda il 2016 guidano le attività legate a consulenza finanziaria e arte creativa seguite da piccolo commercio, agroalimentare e ristorazione.
Manca una prospettiva di lungo termine soprattutto nell’agroalimentare, uno dei settori più importanti in Calabria con aziende che riescono ad avere successo anche fuori regione, ma spesso con pizzerie, pub e locali che durano il tempo di una stagione estiva. Una mentalità limitata nel tempo e che non porta reali benefici al settore turistico in cui sono necessarie formazione e programmazione. Programmazione resa spesso difficile dalle procedure burocratiche, secondo Confindustria, che andrebbero snellite in un mercato del lavoro in cui la velocità è alla base di tutto ed in cui le buone idee possono perdere valore in poche settimane.
In un mondo in cui il posto fisso è diventato un miraggio i giovani fanno di necessità virtù ed aprono nuove partite Iva per creare in autonomia senza rapporti di dipendenza. Giovani stanchi di combattere ogni giorno con voucher, contratti stagionali, rapporti a tempo determinato non rinnovabili.
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