Gravidanza senza fumo, nasce un motivo in più per smettere

Questo post é stato letto 52540 volte!

Articolo a cura della dott.ssa Ostetrica Nancy Alati

Fumare in gravidanza è pericoloso per il nascituro, eppure molte donne fumatrici non smettono neppure quando sono incinte: il 10-12% di loro non riesce neanche a ridurre il numero delle sigarette giornaliere.

Anche se il fumo non comporta automaticamente un danno per la salute del nascituro, i rischi aumentano. E sono tanto maggiori quanto più alto è il numero di sigarette consumate.

Fumare in gravidanza: i danni al bambino…
Le conseguenze delle sigarette sul feto sono ormai state accertate.
Rischio più elevato di un’interruzione precoce di gravidanza: le cause non sono ancora chiare, ma è evidente che l’ambiente uterino nel quale l’embrione si sviluppa non è a lui favorevole.

Il bambino nasce più facilmente prematuro, sottopeso e con un ritardo nella maturazione della funzione respiratoria. In alcuni neonati, figli di forti fumatrici, può comparire nelle prime ore dopo la nascita la cosiddetta sindrome fetale di astinenza da nicotina, che può dare manifestazioni di iperattività, asfissia, fino ad vere proprie crisi di tipo epilettico: una condizione di sofferenza che richiede manovre di ossigenazione e ricorso a farmaci.

fumo gravidanzaAver assorbito già in utero le sostanze dannose del fumo di sigaretta è associato a una più alta percentuale di SIDS, cioè la sindrome della morte in culla, che può colpire inaspettatamente e senza causa apparente i bambini nei primi mesi di vita.

Durante l’infanzia, il bambino sviluppa più facilmente patologie respiratorie e di tipo allergico, come asma bronchiale, bronchioliti e, in generale, infiammazioni dell’apparato respiratorio con secrezione di catarro, soprattutto se la neo mamma seguita a fumare anche durante l’allattamento (le sostanze tossiche della sigaretta passano nel latte!) e, comunque, in sua presenza. Infine, studi recenti sembrano provare che aver assorbito le sostanze tossiche del fumo sin dalla vita fetale può interferire con lo sviluppo intellettivo del bambino. Sono dati che devono essere confermati da ricerche più approfondite, ma devono costituire senz’altro un campanello d’allarme.

… e alla futura mamma

Il danno principale la futura mamma può riscontrarlo ancora prima di concepire il bambino, dal momento che, se si fuma molto, la capacità di procreare diminuisce notevolmente.

fumoBasta guardare le statistiche: nei casi di sterilità senza causa accertata, la prevalenza di coppie fumatrici è più alta. Alcuni studi sul liquido seminale hanno infatti evidenziato che la motilità degli spermatozoi diminuisce progressivamente man mano che aumenta la concentrazione di nicotina nel liquido seminale.

Inoltre, si modificano le caratteristiche del muco della cervice uterina, come il pH e la viscosità, che rendono l’ambiente più ostile alla fecondazione e all’annidamento dell’embrione. Per il resto, i danni riscontrati nella mamma sono gli stessi ai quali ogni adulto può andare incontro con il consumo di sigarette. Ma si può indicare un “limite di pericolosità“? Si può dire, ad esempio, che fino a quattro sigarette al giorno non si corrono pericoli?

In realtà esiste una suscettibilità individuale, che non è misurabile né prevedibile, per cui può capitare che un fumatore accanito non si ammali precocemente di certe patologie, come l’enfisema o il tumore al polmone, mentre un fumatore moderato ne venga colpito già dopo pochi anni di tabagismo.

La cosa migliore è senza dubbio smettere il più presto possibile: già dopo 24 ore dall’ultima sigaretta i valori pressori e il battito cardiaco tornano alla normalità e dopo una settimana si riformano le papille gustative, che consentono alla futura mamma di riassaporare i cibi al meglio. Se, tuttavia, la donna ha in programma una gravidanza, l’ideale sarebbe che si astenesse dal fumo (attivo e passivo) già 2-3 mesi prima del concepimento.

Fumo e allattamento
Molte donne riescono a evitare di fumare durante la gravidanza, ma ricominciano subito dopo il parto o l’allattamento. Questa è innanzitutto un’occasione mancata: teoricamente, interrompere per un tempo così lungo dovrebbe portare facilmente a dire addio per sempre alle sigarette.

Se poi la ripresa dell’abitudine al fumo avviene mentre ancora si allatta, si espongono i bambini a rischi per la salute. Le sostanze nocive contenute nel fumo di tabacco, passano nel latte, che viene impoverito sia dal punto di vista della qualità sia della quantità. Una conseguenza può essere una maggiore difficoltà del riposo del bambino, che si traduce in una maggiore irritabilità e in definitiva anche in meno ore di sonno per i genitori. Un altro effetto negativo è la maggiore probabilità del piccolo di essere soggetto a coliche intestinali.

Inoltre sono diverse le patologie che possono derivare dal fumo respiratorio dai bambini: per esempio, per quanto riguarda l’asma bronchiale, si calcola che il 5% dei casi sia legato proprio al fumo dei familiari.

Non solo: una mamma fumatrice ha sulla coscienza molte altre responsabilità, perché le sigarette aumentano il rischio di morte intrauterina, oltre che la probabilità di dare alla luce neonati sottopeso e con uno sviluppo polmonare non ancora completo.

In più, nel caso in cui il feto sia di sesso femminile, il fumo altera il funzionamento dell’apparato riproduttivo e provoca menopause più precoci di circa 2 anni.

Tutti questi rischi sono molto elevati anche nel caso di esposizione della gestante al fumo passivo, per il quale, come ormai documentato nella letteratura scientifica internazionale, è dimostrata, per esempio, la correlazione con i casi di “morte improvvisa” dei neonati. E il fumo passivo ha effetti deleteri anche quando a esservi esposto è il bambino, dopo la nascita: molti episodi di rinofaringite e otite purulenta potrebbero essere evitati non fumando negli ambienti in cui soggiorna il piccolo.

Insomma le future mamme fumatrici non hanno molte alternative, se non quella di smettere.

E per farlo possono solo contare sulla loro forza di volontà: nessun presidio ad hoc è, infatti, ammesso durante la gestazione. Questo perché anche cerotti e chewin-gum alla nicotina, che servono a vincere la dipendenza, provocano danni a lungo termine sul feto, in particolare una propensione all’ipertensione in età adulta.

La conferma, in questo caso, arriva da una ricerca della Loma Linda University pubblicata sul British Journal of Pharmacology: la nicotina contenuta al loro interno danneggia in maniera grave i vasi sanguigni ancora in corso di formazione del feto, stimolando la moltiplicazione dei radicali liberi.

La cosa migliore da fare, dunque, è interrompere l’abitudine del fumo ancora prima di cominciare una gravidanza. Se una donna smette di fumare subito prima dell’inizio della gestazione, per quanto riguarda la salute del bambino è come se non avesse mai fumato. Può capitare, però, che l’attesa sia inaspettata, o che la mamma non si accorga subito di essere incinta.

Niente paura: si è sempre in tempo a buttar via le sigarette…

Questo post é stato letto 52540 volte!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *