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Leggiamo con stupore e indignazione il comunicato stampa apparso sui giornali lo scorso 15 marzo e promosso dal Comitato del “No” a valle della fallimentare manifestazione di sabato 12 marzo contro la Centrale di Saline Joniche.
Cercare di difendere in modo convinto le proprie idee e la propria contrarietà ideologica al Progetto SEI è un diritto sacrosanto e, per fortuna di tutti, garantito in un paese democratico come l’Italia. Non è però assolutamente accettabile che, nella difficoltà di trovare consensi, si usino argomenti palesemente falsi, evocando in malafede pericoli inesistenti.
Presentare scenari apocalittici, chiamare a raccolta contro l’invasore straniero, urlare al ricatto occupazionale sono argomenti forti ed accattivanti, utili però solo a nascondere l’inesistenza di un reale progetto alternativo da proporre a beneficio di un intero territorio che negli ultimi quarant’anni ha ricevuto solo promesse, frutto di campagne politiche del momento o, molto spesso, dichiarate nella speranza di fondi pubblici oggigiorno ormai inesistenti.
SEI è controllata dal Gruppo Repower, privato a tutti gli effetti e quotato alla borsa di Zurigo, dove il Cantone dei Grigioni ha una partecipazione di minoranza. Il Gruppo nel 2000 contava meno di un terzo dei dipendenti attuali ed ha visto in questi dieci anni quasi decuplicare il proprio fatturato. Una crescita importante ma equilibrata che ha permesso al Cantone e ai suoi cittadini di non versare negli ultimi dieci anni un solo Franco Svizzero nelle casse del Gruppo ma di riceverne per contro oltre mezzo miliardo a vario titolo (tasse, imposte, dividendi, indotto, ricadute occupazionali, etc.); una concreta testimonianza di come le imprese sane possano essere una fonte di assoluta ricchezza per i territori in cui si vanno ad insediare.
E’ importante anche ricordare che la Società SEI è partecipata da altre due grandi aziende, HERA e Foster Wheeler, la prima quotata alla borsa di Milano e la seconda a New York.
SEI non ha mai nascosto nulla sulla propria iniziativa e lo stesso iter autorizzativo previsto dalla normativa nazionale impone al Proponente di rendere pubblico il proprio progetto. I livelli di inquinanti che si dichiara siano stati nascosti sono peraltro talmente pubblici da essere disponibili, da sempre, anche sul sito internet del Progetto e soprattutto si tratta di emissioni così basse che hanno permesso di ottenere il parere positivo da parte della Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente.
Gli esperti del Ministero non sono poi gli unici testimoni della qualità del Progetto: la Centrale SEI è stata infatti selezionata per essere esposta presso la mostra “Stazione Futuro – Qui si rifà l’Italia”, inaugurata ieri dal Presidente della Repubblica all’interno delle celebrazioni ufficiali dei 150 anni d’Italia. La descrizione di questa mostra racconta perfettamente il valore innovativo senza precedenti del Progetto: “La mostra è un viaggio che prende avvio nel presente e che conduce a guardare l’Italia di domani, quella che saremo, e anche quella che vorremmo, attraverso le idee che già oggi sono sul territorio e che entreranno a far parte della nostra vita nei prossimi dieci anni. Perché il futuro non è utopia, idealismo o fantascienza, ma è fatto dalle tante piccole e grandi storie di chi lavora ogni giorno”.
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