Cittadinanza Democratica replica a Francesco Politanò

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Non condivido la linea di pensiero di chi sostiene che il dibattito politico e democratico in materia di sanità serva solo a far perdere tempo e a ritardare la risoluzione dei vari problemi.

Infatti è stata proprio l’assenza quasi totale di tale dibattito sulla tematica dell’Ospedale Unico della Piana e della sua ubicazione, che ha consentito di portare avanti interessi che sono frutto non si sa di quali logiche ma che sicuramente niente hanno a che fare con il bene comune e le aspirazioni in materia di sanità di tutti i cittadini onesti e disinteressati.

Visto che  nel merito delle  mie dichiarazioni non sono stato contraddetto,  è evidente a tutti che chi sostiene la realizzazione dell’ospedale unico della Piana non sia campanilista, soprattutto quando ciò implica anche la chiusura dell’ospedale della propria città. Altrettanto evidente è quindi che ,chi sostiene oggi o ha sostenuto ieri , la scelta del sito di Palmi fa un’operazione, che anche alla luce delle ultime possibili  implicazioni giuridico-legali, assume caratteri inquietanti e  fortemente campanilistici, contro la volontà democraticamente espressa dalla maggioranza schiacciante dei sindaci della Piana,  che hanno deciso la realizzazione dell’ospedale unico nel territorio di Rizziconi.

Tanto premesso occorre però chiarire anche, ma chi  si occupa di sanità nella piana lo dovrebbe sapere benissimo, che la scelta dell’ubicazione è fondamentale per il futuro del territorio. Infatti l’ospedale di Palmi per la sua posizione geografica , per l’impossibilità di futuri ampliamenti, dovuti alla presenza di barriere (autostrada, Statale 18, strade cittadine adiacenti) insormontabili,  e per dimensione non sarà mai unico e questo porterà necessariamente a dover mantenere in vita una seconda mezza struttura, quella di Polistena.

Tutto questo comporterà  non la creazione di due ospedali completi di tutti i reparti, ma la creazione di due strutture con reparti complementari, con i malati che dovranno continuare ad essere spostati con le ambulanze da un plesso all’altro, quindi in perfetta continuità con gli sprechi e i malfunzionamenti del passato, in perfetta antitesi dell’ospedale unico, dove in un’unica struttura si troveranno concentrati tutti i reparti necessari.

Inoltre il sindacalista, che siamo sicuri non difende il campanile, nonostante sia  residente a Polistena, dovrebbe sapere che l’ospedale della sua città è sismicamente  non adeguato alle nuove normative e che tali adeguamenti sono indispensabili per la sicurezza degli stessi lavoratori del Santa Maria degli Ungheresi. Invero adeguare la struttura alla normativa vigente, potrebbe essere così costoso da rendere più vantaggiosa una demolizione e successiva ricostruzione.

Evidentemente se ciò è vero, ma ci piacerebbe essere smentiti con prove documentali- sempre richieste e mai fornite -, appare evidente che chi si vuole occupare di sanità nella piana non può prescindere dal prendere posizioni su queste problematiche che invece vengono sminuite e  che non sono assolutamente secondarie o di poca importanza, ma che costituiscono il cuore stesso del problema.

Mi sarebbe piaciuto discutere e dibattere su dei contenuti, cosa che non è stata fatta,  tutto il resto – compresi gli insulti gratuiti – non interessa ne può interessare nessuno, in tal senso non può che essere  un bene che non ci siano ulteriori repliche.

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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