Cai Reggio, programma escursionistico 2010

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1) PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA ESCURSIONISTICO 2010 – INCONTRO DIBATTITO “RILANCIO TURISTICO DEI PARCHI NAZIONALI CALABRESI – ESPERIENZE A CONFRONTO. SABATO 20 FEBBRAIO 2009 ORE 16,00.
2) “EMIGRAZIONI E BOSCHI IN ASPROMONTE TRA IL XV E IL XX SECOLO”. MARTEDI’ 16 FEBBRAIO 2010
3) LIMITI LEGISLATIVI IN MONTAGNA? NO, GRAZIE.

1) PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA ESCURSIONISTICO 2010 – INCONTRO DIBATTITO “RILANCIO TURISTICO DEI PARCHI NAZIONALI CALABRESI – ESPERIENZE A CONFRONTO. Sabato 20 febbraio 2010 alle ore 16,00 presso il Palazzo storico della Provincia di Reggio Calabria in Piazza Italia ci sarà l’annuale presentazione delle attività sezionali per il 2010. La manifestazione è arricchita quest’anno dal convegno-dibattitto sul tema: “Il rilancio turistico dei Parchi nazionali calabresi – esperienze a confronto”. Si prende spunto dalla recente stipula della convenzione fra il Parco Nazionale della Sila e il Club Alpino Italiano per il riordino della rete sentieristica. E’ un modo per sottolineare l’importanza dei sentieri e delle strutture all’interno dei Parchi che il CAI vede come volano per una maggiore fruibilità della montagna, con la conseguente ricaduta sui flussi turistici e sull’economia della nostra Regione. Anche il Parco Nazionale dell’Aspromonte muove i suoi passi nella direzione di una migliore organizzazione della rete dei sentieri e vorremmo quindi mettere a confronto due esperienze sicuramente diverse tra loro ma al tempo stesso contigue e operanti in realtà territoriali non del tutto dissimili. Chiederemo quindi ai responsabili di queste Istituzioni, importanti sotto diversi profili quali la tutela dell’ambiente e valorizzazione del territorio, di raccontarci quali sono le difficoltà e i problemi che incontrano; quali le esperienze fatte e le iniziative adottate; quali, fra esse, avendo dato un risultato positivo, potrebbero essere riproposte con successo nelle rispettive realtà locali; quali sono i con-tributi che le altre Istituzioni, in particolare gli Enti locali, Regioni Province e Comuni, potrebbero dare; quali i contributi delle Associazioni e dei singoli cittadini, in particolare per la salvaguardia del patrimonio e delle risorse ambientali nonchè delle strutture esistenti. Quali le opere ancora da realizzare, con quali modalità e ipotesi di gestione. Ma soprattutto chiediamo di individuare quali siano gli obiettivi comuni, fra cui ci permettiamo di suggerire la necessità di una legislazione regionale in tema di sentieristica e la realizzazione di una rete sentieristica che unisca tutta la Regione, comprendendo il Parco regionale delle Serre. Siamo ferma-mente convinti che da questo convegno, quale occasione di confronto e dialogo, non possano che venir fuori delle idee proficue per l’intero territorio montano regionale e che possa essere lo spunto, il punto di partenza per iniziative comuni che travalichino le realtà locali ed in cui tutte le Istituzioni, nessuna esclusa, possano giocare un ruolo di primaria importanza per una visione di più ampio respiro, quindi non settoriale e localizzata, relativamente allo sviluppo turistico ed economico delle aree interessate. E’ per questo, quindi, che con un progetto ambizioso, abbiamo chiesto ai massimi rappresentanti dei Parchi che occupano la maggior parte del territorio montano calabrese di sedersi attorno ad un unico tavolo. E’ per questo che abbiamo invitato anche i rappresentanti delle Istituzioni locali con l’idea che si possa aprire un dialogo che conduca alla concreta realizzazione di obiettivi comuni. Sono previste relazioni e interventi di Michele Laudati, direttore del Parco Nazionale della Sila; Leo Autelitano e Fabio Scionti rispettivamente presidente e direttore dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte; Pierluigi Mancuso e Antonino Falcomatà, presidente in carica e past president del gruppo regionale CAI Calabria; Giuliano Belcastro, presidente sezione CAI Cosenza.

2) “EMIGRAZIONI E BOSCHI IN ASPROMONTE TRA IL XV E IL XX SECOLO”. MARTEDI’ 16 FEBBRAIO 2010. Continua il ciclo di conferenze della Sezione Aspromonte del Club Alpino Italiano. Martedì 16 febbraio 2009 alle ore 21,00 presso la sede di via S. Francesco da Paola, il dott. Antonino Sapone metterà in evidenza l’importanza e il contributo che storicamente i borghi della montagna reggina hanno dato alla città. L’esame di una vallata aspromontana tra XV e XX secolo mette in luce i principali lineamenti storici e le vicende economiche, demografiche e sociali di piccole comunità nate e cresciute grazie alle risorse che le colline e le montagne aspromontane avevano saputo ga-rantire per secoli. L’indagine è stata condotta sui borghi del corso superiore del fiume Gallico che dalle fasce collinari, occupate da Calanna, Laganadi, S.Alessio, Cerasi, Schindilifà e Podargoni, raggiungono i rilievi aspromontani con Santo Stefano e le sue frazioni. Con l’obiettivo di rivedere alcuni giudizi e sfatare alcuni pregiudizi sulla storia reggina e sul ruolo subalterno delle comunità montane rispetto ai centri costieri, lo studio ripercorre il difficile ma produttivo rapporto che ha legato in una secolare simbiosi borghi dell’alta valle del Gallico al loro territorio, in particolare evidenziando la mobilità tradizionale e i movimenti migratori che hanno interessato queste comunità negli ultimi cinque secoli. Tali fenomeni, essenzialmente legati all’economia montana e allo sfruttamento delle risorse boschive, hanno sviluppato nei secoli una diffusa attitudine alla mobilità che avrebbe aperto il campo all’impetuosa e irreversibile emigrazione di massa transoceanica. Le mutate condizioni economiche locali e globali, i nuovi mezzi di trasporto di massa, lo sfruttamento eccessivo delle colline e della montagna e il “Progresso” in generale hanno portato alla quasi totale estinzione di alcuni di questi villaggi e al significati-vo ridimensionamento di altri, lasciando oggi le popolazioni di questa vallata in un difficile presente e senza ancora la speranza di uno sviluppo futuro. Il dott. Sapone è laureato in Scienze Politiche, indirizzo storico – politico, ha concentrato la sua opera di ricerca sulle vicende storiche e le dinamiche sociali, economiche e demografiche del Comune di Sant’Alessio in Aspromonte e degli altri borghi dell’alta vallata del Gallico durante gli ultimi cinque secoli. E’ stato collaboratore volontario tra il 1990 e il 1998 dell’Archivio della Curia Arcivescovile di Reggio Calabria.

3) LIMITI LEGISLATIVI IN MONTAGNA? NO, GRAZIE. Riportiamo la dichiarazione del nostro presidente generale Annibale Salsa relativa alla presentazione di un emendamento del Governo al decreto legge sulle emergenze in discussione al Senato: “La montagna è uno spazio di libertà e non di coercizione, come tale comporta un elevato senso di responsabilità e abbisogna di conoscenza e competenza. Tutto ciò non può portare ad una regolamentazione totale della frequentazione perché questo comporterebbe uccidere la libertà di accesso che è uno dei capisaldi dell’alpinismo e della frequentazione della montagna. L’irresponsabilità di alcuni non può essere pagata da tutti gli altri. La sicurezza in montagna non aumenta con le sanzioni o con il carcere per chi provoca valanghe, ma solo attraverso il lavoro di formazione, prevenzione, informazione svolto con l’ausilio del CAI, delle Guide al-pine, del Soccorso Alpino e Speleologico e dei professionisti e degli abitanti della montagna. Ciò non significa essere aprioristicamente contrari a norme per il miglioramento della sicurezza in montagna, ma per la loro stesura non si può prescindere dal coinvolgimento del CAI, del Soccorso Alpino e Speleologico, delle Guide alpine e di quanti vivono e operano in montagna. Il CAI e il mondo della montagna non possono accettare una norma che, forse dettata dall’emozione, costringe a casa alpinisti, sciatori ed escursionisti e che porta ad una militarizzazione delle Terre Alte. Anche l’anno scorso, sempre sull’onda dell’emotività, qualcuno aveva proposto l’istituzione di un patentino che abilitava ad andare in montagna, individuando il CAI come ente preposto a rilasciarlo e prefigurando l’impiego delle Forze dell’Ordine per controllare gli accessi. Anche allora abbiamo espresso la nostra contrarietà a qualsiasi patentino – che non rientra in alcun modo nella filosofia e nella missione del Club Alpino Italiano – e a ogni tentativo di limitazione”.

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