Crotone. E ora si processi di strage il mare

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Sono costernato, e mi duole il cuore. Non è giusto tutto ciò! Non dovrebbe accadere! Anzi, non deve accadere! Mai più!

Prima di iniziare la mia breve solfa, mi prostro nel più misericordioso degli inchini, per carità di quei poveretti che hanno reso al Padre le proprie già sofferenti esistenze. E prego. Prego e piango, poiché so che l’oscuro “Nulla” tornerà a essere il solo responsabile di questa ennesima immane tragedia. Perché altrimenti chi ne sarebbe responsabile? È forse responsabile il mare? L’imbarcazione? Il cattivo tempo? La bussola? Il timone? Gli scogli? La speranza di un futuro migliore? E andremo a processare, come al solito, uno di questi?

Quelle sono morti che si sarebbero potute evitare! Basta pensare che le vittime provengono da zone del mondo dove l’economia è a tappeto. E se, anziché indurli ad affrontare (assieme a Caronte che gli fiata costantemente sul collo) il fatidico viaggio della speranza (già troppe volte trasformatosi in tragedia) ci fossero delle leggi che li aiutassero  nei loro paesi, tutto ciò non accadrebbe. Allora mi chiedo: perché – a voler considerare il cambio della nostra valuta all’estero, ovvero la quotazione attuale dell’euro (€) in quelle nazioni – non si modificano le leggi in corso? Basterebbe parte dei fondi erogati alle comunità atte a sopperire ai fabbisogni degli emigranti, a renderli felici nei loro Paesi d’origine. Certamente potrebbe essere una soluzione, piuttosto che seguire assistendo a quel tipo di scenario, tragico e disumano, che vede in gioco le vite dei nostri simili.

Spero che queste parole trovino eco da qualche parte nel mondo, mi auguro in qualche regione prossima della coscienza umana.

 

 

 

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Author: Francesco Marrapodi

Scultore ambientalista calabrese, si occupa di giornalismo e di letteratura. Ha collaborato e collabora con diverse testate giornalistiche italiane. Tra le sue opere più importanti la scultura di sabbia: "La morte di Poseidone" pubblicata anche sulla pagina Facebook di Greta Thunberg.