L’acqua: un bene da salvaguardare

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Soprattutto durante l’estate, si sente molto spesso parlare della carenza di acqua causata dalle temperature molto alte e dal fatto che piove molto poco: la natura soffre ed insieme a lei soffrono molto anche gli esseri umani che, tuttavia, non sono sempre stati attenti alla salvaguardia dei beni naturali.

Sono stati gli uomini stessi che, presi dalla smania del potere, dallo spasmodico bisogno di espansione, della voglia di governare sulla natura, hanno compiuto scempi molto evidenti inquinando e contaminando le acque che sono diventate sempre meno potabili. Il desiderio del comando e il possesso di denaro non consente ai grandi della terra di rendersi conto che la vita è una sola e che la salute va salvaguardata in tutti i modi.

Molte aziende, pur di aumentare il fatturato e/o risparmiare, infatti, non seguono la legge e non mettono a norma le proprie fabbriche. Così una problematica che sta diventando non soltanto più diffusa, ma anche molto seria è la presenza dell’arsenico e di altri metalli nelle acque potabili. Fondamentale è non sottovalutare il discorso e cercare concrete modalità per gestire la situazione in quanto l’ingestione prolungata di tali metalli porta a danni irreversibili per l’organismo.

Che cosa è possibile fare per le nostre acque potabili?

Come ben evidenziato nel 2010 dalle Nazioni Unite, la possibilità di accedere all’acqua potabile è un bene talmente importante da essere annoverato tra i Diritti Fondamentali dell’uomo.

Questo è il motivo per cui molte aziende, sensibili al problema e con mission eco-sostenibili, si sono preoccupate di cercare delle soluzioni alternative per salvaguardare questo patrimonio. Da questa sensibilità sono nati, tra le altre cose, dei materiali adsorbenti a base di idrossido di ferro per eliminare l’arsenico dall’acqua rendendola pura, pulita e potabile in maniera sostenibile. Questa modalità, ormai brevettata, è certamente innovativa perché, a differenza dei modi utilizzati fino a questo momento, il prodotto ferma i metalli pesanti, li blocca e non consente loro di rimanere nel ciclo dell’acqua. In questa maniera l’acqua è resa potabile in maniera molto semplice e senza l’utilizzo di macchinari complessi, spesso essi stessi inquinanti.

Piccole attenzioni per grandi progressi

Quel che è importante comprendere è che il discorso fatto è valido per ogni categoria che può essere interessata al problema: non riguarda solo le grandi aziende che devono, non solo per legge, ma anche per coscienza, impegnarsi a non inquinare, ma riguarda tutti in quanto le applicazioni sono davvero innumerevoli.

Il materiale può essere, infatti, applicato non solo alle acque reflue delle industrie o dei comuni, alla bonifica delle acque freatiche o eutrofiche o all’eliminazione del fosfato, ma anche per le acque che comunemente beviamo e che sono per noi fondamentali. Di conseguenza il materiale assorbente è affidabile per la rimozione dell’arsenico, per la purificazione delle acque usate per le industrie alimentari, ma anche per quelle acque che consideriamo più salutari. Si pensi alle acque delle terme nelle quali ci si immerge per beneficiare delle qualità salutari che ivi si trovano o alle acque potabili imbottigliate e che vengono tranquillamente bevute perché sono più controllate: ebbene anche questi settori otterrebbero un vantaggio da questi innovativi materiali perché purificherebbero il tutto e ci consentirebbero di godere di acque potabili sicure e realmente salutari.

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