Parole Dialettali Calabresi, appuntamento con il calcio

Parole Dialettali Calabresi

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Ed ecco l’ennesimo appuntamento con la nostra rubrica Parole Dialettali Calabresi. Naturalmente ogni consiglio, suggerimento e spiegazione su questa rubrica è sempre ben accetto.

Le parole di questa settimana non hanno attinenza o traduzione letterale con l’italiano in senso stretto. Non hanno valore storico ma sono molto utilizzate nel calcio.

Parole Dialettali Calabresi calcistiche

  • SUPPAPPIRA: tiro forte e preciso che si dirige verso gli angoli bassi della porta. Quasi sempre fa urlare al gol: “Varda chi suppappira chi nci nisciu (letteralmente guarda che tiro forte e preciso)
  • PRISOMBULA: tiro simile alla suppappira ma che va ad insaccarsi negli angoli alti della porta. “A mamma chi prisombula pi pocu non sbucau a riti” (che tiro forte e preciso a mezza altezza per poco non bucava la rete)
  • TIRU DA PAPUZZA tiro fiacco.
    Si utilizza però questa parola più per voler quasi sfogare la delusione che per il tiro fiacco in sé. Per esempio quando ci si aspetta qualcosa di importante, ci si prepara stilisticamente e fisicamente, ma poi si sbaglia tutto…… spontaneamente la gente dirà:“U fici U TIRU DA PAPUZZA”

Altre parole calabresi

  •  A SCUGGIRI E FIRRIARI: tiro effettuato senza pensare molto alla buona riuscita, ma che fortunosamente da i suoi buoni frutti
  • A MUZZU o alla Sinfasò da sans facons francese…… tiro alla buona effettuato in difficoltà; un tiro effettuato a casaccio oggi anche detto “alla mindifuttu”. Per “spazzare” l’area di rigore oppure anche in assenza di difficoltà per poche idee tattiche.
  • A MORUMAMMA: avventarsi su un pallone senza valutare possibili ripercussioni fisiche negative. “Si jettau a morumamma nto palluni”
  • NCOZZARI: insistere, lottare, incornare tipo come il montone quando utilizza le corna nella battaglia per la supremazia amorosa. Andare a cozzare a sbattere senza farsi poi tanto male ma facendolo agli altri.

La Rubrica

La Rubrica Parole Dialettali Calabresi vuole essere uno spazio “carino”. La decisione di creare un piccolo spazio su Ntacalabria dedicato alle Parole Dialettali Calabresi nasce dall’esigenza di molte persone, soprattutto calabresi emigrati fuori dai confini calabresi.

Un angolo del web dove ognuno potrà naturalmente condividere le parole che ricorda o di cui vuole sapere il significato. Come scritto in premessa, questa piccola rubrica non vuole essere un angolo culturale fatto da esperti. Per questo motivo eventuali errori, significati troncati e suggerimenti sono ben graditi da tutti. Il nostro invito è rivolto a tutti i lettori esperti della lingua e non.

Ecco a voi dei modi di dire:

  • Ad Aprili favi chini ma si non veni maju ne cucini!!!!
    (Ad Aprile “fruttivicano “ le fave ma si possono cucinare da Maggio)
  • Finiu u tempu chi mberta filava
    (Modo di dire che sta ad indicare che è finito il tempo di cose belle ottenute semplicemente e senza fatica ).

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Author: Ivano Verduci