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Il termine claustrale ha origini dal latino claustralis, derivato da claustrum, che significa “chiusura” o “luogo chiuso”. Ha diversi significati, a seconda del contesto, ma è usato soprattutto in ambito religioso e architettonico.
Significati principali:
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Religioso / monastico:
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Si riferisce a ciò che è relativo al chiostro di un convento o di un monastero, ovvero alla parte riservata alla vita interna e ritirata dei religiosi.
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Un monaco claustrale è un monaco che vive stabilmente all’interno del monastero, seguendo la regola della clausura, cioè il distacco dal mondo esterno.
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La vita claustrale è quella condotta in clausura: dedicata alla preghiera, al silenzio, alla meditazione, con contatti molto limitati con l’esterno.
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Architettonico:
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Può indicare qualcosa che appartiene a un chiostro o a una struttura monastica, come “ambiente claustrale”, “architettura claustrale”, ecc.
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In senso figurato:
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Può anche essere usato per descrivere una situazione di chiusura o isolamento, come in una “vita claustrale” vissuta anche al di fuori di un monastero, per indicare reclusione o solitudine volontaria.
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