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Articolo a cura della dott.ssa Ostetrica Nancy Alati
Oggi si ritiene che la marsupioterapia (kangaroo mother care) sia indispensabile per uno sviluppo sano del prematuro, in modo particolare per i bambini meno stabili di salute: il “kangarooing” non è solo una pratica carina, ma ha una sua vera e propria utilità! Oltretutto essa favorisce la produzione di latte e l’inizio dell’allattamento.
Il latte materno è una medicina, allattare una terapia! La Marsupioterapia (KMC) è la cura dei neonati pretermine basata sul contatto pelle a pelle madre-bambino. Si tratta di un semplice ed efficace metodo per promuovere la salute e benessere sia dei neonati pretermine che dei neonati a termine.
I momenti fondamentali della Marsupioterapia si basano:
1) sul precoce, continuo e prolungato contatto pelle a pelle tra madre e bambino realizzato lasciando i neonati giorno e notte sul petto della madre,
2) sul frequente ed esclusivo allattamento al seno,
3) sulla precoce dimissione dall’ospedale.
La KMC fu proposta per la prima volta da Rey e Martinez, a Bogotà in Colombia, dove venne introdotta come alternativa alla carenza e inadeguatezza delle incubatrici per la cura dei neonati pretermine. E’ oggi considerato il metodo preferito di intervento per ridurre la mortalità e la morbidità nei Paesi in via di sviluppo.
• La KMC è almeno equivalente alle cure convenzionali in termini di sicurezza, controllo ter¬mico ed indici di mortalità.
• La KMC favorisce l’allattamento al seno ed offre notevoli vantaggi nei casi di severa morbidità.
• La KMC contribuisce all’umanizzazione delle cure dei neonati, favorendo l’attaccamento madre-bambino, nei Paesi in via di sviluppo come nei Paesi occidentali.
• La KMC è un moderno metodo di cura che può essere applicato ovunque, perfino lì dove le tecnologie avanzate e cure adeguate sono disponibili.
La KMC deve essere iniziata quanto prima dopo la nascita, possibilmente in sala parto, sempre tenendo presente che le cure iniziali per i neonati con complicazioni dovranno seguire le linee guida e i protocolli nazionali. In tutti i neonati stabilizzati la decisione di iniziare la KMC va presa sulla base delle condizioni cliniche del bambino e concordata con la volontà della madre: qualsiasi separazione madre bambino dovrebbe essere evitata quando possibile.
Esistono due modalità di approccio alla KMC: la forma continua e la forma intermittente.
La KMC continua rappresenta un’ alternativa alle cure convenzionali in incubatrice per i neonati che hanno già superato i problemi maggiori di adattamento alla vita extrauterina. Nei casi in cui la forma continua non sia praticabile, la KMC può essere eseguita in maniera intermittente. Cicli non inferiori alle due ore devono essere proposti, incominciando prima del pasto e continuando il più possibile.
Almeno due ore di KMC sono importanti perché provvedono alla stimolazione di cui la madre necessita per incrementare la produzione del latte e la fuoriuscita, e offre al neonato la possibilità di attaccarsi al seno spontaneamente regolando autonomamente la propria nutrizione. Tutti i piccoli nati possono beneficiare della KMC, anche quelli ricoverati nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale, che possono essere sottoposti a brevi cicli di KMC.
La prima fase della KMC è fondamentale e richiede tempo e tranquillità. E’ necessaria la disponibilità di un ambiente calmo e caldo; bisogna incoraggiare la presenza anche del padre; la madre in questa fase ha bisogno di tranquillità e rassicurazioni. Quando la madre si pone a contatto con il proprio bambino, è bene descriverle ogni passo della KMC in modo tale che sia ella stessa gradualmente a poter andare avanti autonomamente conscia dei benefici che questo contatto pelle a pelle avrà sul proprio figlio. La posizione corretta è data dal contatto pelle a pelle tra la madre e il bambino posto verticalmente tra i seni della mamma ricoperto dai suoi vestiti.
La madre potrà allattare in questa posizione, la KMC favorirà l’allattamento al seno. Dopo aver posizionato il bambino in maniera corretta è bene rimanere per un po’ con la mamma, spiegando come osservare il bambino e incoraggiandola a muoversi. La KMC deve essere iniziata gradualmente; in genere la durata non deve essere inferiore ai 60 minuti perché cambiamenti frequenti potrebbero essere stressanti per il neonato. 11 contatto pelle a pelle andrà incrementato gradualmente fino a diventare continuo quando possibile, giorno e notte, interrotto solo per poche operazioni necessarie. Quando la madre ha bisogno di distaccarsi dal proprio bambino, la KMC potrà essere portata avanti anche dal padre! Durante la KMC il bambino va monitorato, E’ bene valutare ogni tanto la temperatura corporea; l’ipotermia è rara durante la KMC ma può verificarsi. E’ importante inoltre osservare il respiro del neonato e più in generale assicurarsi del benessere del bambino. Sono molto rari i casi di apnea del neonato durante KMC. Gli studi al contrario evidenziano che il contatto pelle a pelle regolarizza il respiro e riduce il rischio di apnea.
Quando disposto in posizione Canguro, il neonato cade in uno stato di tranquillità, spesso si addormenta; il sonno è generalmente tranquillo con respirazioni regolari e diminuzione dei movimenti attivi.
Diversi studi hanno evidenziato anche dei vantaggi per quanto riguarda lo sviluppo neurocomportamentale dei neonati trattati con la KMC. Il contatto pelle a pelle induce una combinazione di diversi stimoli sensoriali: stimoli acustici, attraverso la voce materna, stimoli olfattivi attraverso la pelle ed il seno materno, stimoli vestibolari e tattili, stimoli visivi, in quanto la posizione permette al neonato di fissare lo sguardo materno e tutto ciò che gli gira intorno.
Nel suo insieme vivere l’esperienza della KMC è un evento stimolante e di grande intensità, che aiuta la madre e la famiglia intera ad abituarsi e a renderli partecipi e coinvolti in maniera attiva nelle cure del neonato specie se pretermine e di basso peso.
La KMC in una dimensione ancora più ampia ha il privilegio di promuovere un approccio più sensibile e umano alla cura dei neonati a tutti i livelli, in controtendenza ad un processo di medicalizzazione eccessiva che ha preso piede negli ultimi due decenni.
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