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Gli ammalati che si spostano verso la Sicilia per le cure sanitarie hanno risparmiato 30mila euro. Le agevolazioni rientrano nell’ambito del Protocollo salute della Città metropolitana di Reggio Calabria.
Il Protocollo Salute
Sono complessivamente ben 1.600 le autorizzazioni ad opera della Città metropolitana per il trasporto di malati dal Reggino all’altra parte dello Stretto a prezzi agevolati, nel contesto del “Protocollo Salute”. Lo evidenzia il report fornito dall’Urp dell’Ente in tema di prestazioni e risultati riguardo gli incarichi di competenza e fuori competenza della MetroCity.
Grazie alle autorizzazioni, i degenti citati hanno risparmiato qualcosa come 30mila euro nel complesso, per attraversare lo Stretto per motivi di salute. Sempre riguardo al “Protocollo Salute”, ammontano a 630 le autorizzazioni concesse dal 12 luglio del 2018 al 31 dicembre dello stesso anno; 970 invece quelle emanate dalla Città metropolitana di Reggio Calabria dall’inizio del 2019 fino al 30 giugno di quest’anno.
Il commento del vicesindaco metropolitano Riccardo Mauro
«Questi numeri ovviamente c’inorgogliscono per la quantità e qualità del lavoro svolto; per il quale ringraziamo il nostro personale e ovviamente anche Bluferries per l’attenzione e la disponibilità. Ma al contempo mettono il dito sulla piaga riguardo alla perdurante consistenza del triste fenomeno della migrazione sanitaria. Tutti gli amministratori della cosa pubblica, ciascuno per la propria quota di responsabilità, dovrebbero impegnarsi al massimo. Questo per evitare questo tipo di disagio per tutti coloro i quali sono in atto impossibilitati a curarsi nella propria regione».
Le conclusioni di Mauro
«Per parte nostra proseguiremo senza sosta nel nostro impegno, come già dimostrato anche col recente Consiglio comunale e metropolitano “aperto” congiunto proprio sui temi della Sanità. Intanto per alleviare economicamente i disagi delle centinaia di conterranei degenti e dei loro familiari e, in prospettiva, per dare risposte efficaci ed efficienti che consentano a un numero di malati sempre crescente di curarsi nel proprio territorio di residenza».
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