Il CORESVIT invita i Sindaci dei 9 comuni interessati al progetto SEI ad assumere una chiara e netta posizione sulla Centrale di Saline Joniche

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Dopo un lungo silenzio, il CORESVIT, con un comunicato del suo presidente, Avv. Giancarlo Liberati, irrompe nell’agorà mediatico ed invita i Sindaci dei 9 comuni interessati al progetto SEI ad assumere una chiara e netta posizione sulla Centrale di Saline Joniche .

Il governo Monti, quello sostenuto dal centro, dal centrodestra e dal centrosinistra, osannato dall’Europa e dall’America si è finalmente espresso sul progetto SEI ed il premier ha firmato un DPCDM, acronimo di un istituto poco utilizzato nella recente storia del nostro Paese.

Basti pensare che negli ultimi 20 anni sono stati emessi solo 6 provvedimenti di questo tipo di cui l’ultimo risale a circa 6 anni orsono.

Dalle reazioni appare, tuttavia evidente, che la portata ed il significato dell’atto è a molti ancora sconosciuta ma analizzandone contenuto e peso istituzionale, restano pochi spazi per mettere ancora in discussione la bontà dell’opera proposta dalla multinazionale svizzera che, anche in considerazione dell’indiscusso prestigio riconosciuto, ormai pressoché erga omnes, a Mario Monti, dovrebbe fugare ogni dubbio sulla concreta possibilità che la Centrale di Saline possa essere realizzata .

Quindi, un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che giunge dopo il parere favorevole, seppur con prescrizioni, della Commissione VIA nazionale, chiude con un approvazione ed un atto super partes l’iter autorizzativo del progetto e ne stabilisce la concreta fattibilità .

Intanto a casa nostra, nei paesi dell’Area Grecanica, continuano le critiche dei rumorosi, anche se in verità assai pochi, fautori del NO che si contrappongono agli accorati appelli di chi si è da tempo reso conto della gravità in cui versa l’economia locale e tenta di far uscire allo scoperto la massa silenziosa dei cittadini favorevoli alla Centrale sostenendo le ragioni del SI .

Entrambi gli schieramenti hanno diritto di esistere e di esternare il proprio pensiero, sempreché ciò avvenga, nell’alveo delle regole imposte dalla democrazia, utilizzando metodi civili e pacifici senza mai dimenticare che la nostra democrazia è regolata da leggi, cui nessuno può  sottrarsi.

Le norme della Repubblica Italiana sono ordinate su scala gerarchica ed al Parlamento spettano le decisioni più importanti che, laddove vengano demandate all’organo di governo, assumono rilevanza primaria ed ogni cittadino è tenuto a rispettarle ed anche se è consentita in ogni momento la facoltà di critica nessuno può sottrarsi ai loro effetti o metterne in discussione il rispetto e l’applicazione.

Detto ciò, appare ancora più comica o sarebbe meglio dire tragicomica la riunione “a porte chiuse” dei Sindaci dei comuni interessati al progetto SEI, allargata a qualche non avente diritto, come il Sindaco di Palizzi che evidentemente ignora che il suo comune non rientra tra quelli dell’elenco indicato nel DPCDM, che lo scorso 5 luglio si è tenuta a Saline Joniche, presso la sede della delegazione del comune di Montebello. Il riferimento ai non aventi diritto non è rivolto solo ai Sindaci dei comuni che non sono territorialmente coinvolti nel progetto e che nonostante ciò, con grande fervore, non perdono occasione per fare passerella imponendo la loro presenza in contesti in cui non sono tenuti a partecipare, ma anche alle varie associazioni che raccolgono firme in comuni posti al di fuori dell’area di competenza. E’ come se la SEI raccogliesse firme a Cosenza per sostenere il progetto .

Vogliamo sperare che tali ulteriori presenze non siano artatamente utilizzate per fare pressione sul Sindaco del comune ospitante, vero e principale interlocutore istituzionale dell’investitore, cui spetta di diritto, pur sempre con i limiti imposti dalla legge, di esprimere un parere, non a carattere personale, ma quale rappresentante di un comune le cui sorti potrebbero essere , comunque vadano le cose, modificate dalle decisioni che saranno assunte.

Evidentemente ignari o forse solo male informati sulla portata del provvedimento governativo, si sono riuniti per “decidere” le sorti del progetto SEI.

Sin qui la cosa potrebbe ancora essere forzatamente tollerata attraverso la benevola applicazione della specialissima attenuante dell’ignorantia legis che, seppur non exusat il loro comportamento, quanto meno ne giustifica sommariamente le azioni laddove queste possano almeno trovare fondamento sulla buona volontà dell’assunzione di una doverosa responsabilità politica.

D’altronde, di politici si tratta, e per di più di un consesso composto per la stragrande maggioranza da medici che notoriamente sono poco inclini alla conoscenza del diritto.

La cosa che ci fa invece “rabbrividire” ed al contempo ci lascia basiti è che a conclusione della riunione l’assemblea dei sindaci HA DECISO DI NON DECIDERE con il sindaco del comune ospitante che, in evidente enorme imbarazzo, incalzato dal Direttore di Melito TV – TCS Channel,  ha candidamente ammesso che è stato deciso di prendere tempo (sic !). Come se il tempo, che pur è galantuomo, potesse sostituirsi nelle loro doverose decisioni lasciandoli indenni ed illibati agli occhi dei concittadini che sono chiamati ad amministrare o sarebbe meglio dire si sono offerti di accompagnare per un lustro non solo per chiedere loro il pagamento dei vari balzelli comunali ma soprattutto (si spera), per risolvere gli annosi ed ormai atavici, problemi di sviluppo che minano l’esistenza stessa delle nostre comunità sempre più costrette alla migrazione per la cronica carenza di opportunità lavorative.

Tale atteggiamento genera enorme confusione tra i cittadini che non comprendono bene il perché di continui cambi di direzione.

Tra tutte le giravolte, appare emblematica quella del sindaco di Melito il quale solo un paio di settimane prima aveva contribuito a respingere una mozione della minoranza sul tema Centrale e dopo pochi giorni invece di assumere una netta posizione si associa al gruppetto degli eredi di Pilato ed anch’egli si lava le mani rinviando la decisione all’esito di fin troppo evidenti “scaricabarili” travestiti in gergo politiche da “ulteriori approfondimenti” con la speranza, mal celata, che altri possano decidere assumendosi l’onere di prendere in mano questa scomoda “patata bollente”.

Pur avendo compreso le ragioni politiche, o sarebbe più appropriato dire partitiche, di tali giravolte, non possiamo in alcun modo giustificarle poiché al loro esito è legato il destino di migliaia di famiglie che non hanno il “posto fisso” o la “pancia piena” di chi si ostina a negare loro il futuro.

In questo lembo dimenticato da tutti, arriva un investitore privato che in considerazione della favorevole posizione di un’area industriale ormai abbandonata a se stessa da oltre 30 anni, decide di realizzare un’opera importante che potrebbe definitivamente risolvere non solo il problema occupazionale e quindi risollevare l’asfittica economia di un territorio destinato al dissesto, ma consentire di ripristinare e bonificare siti naturalistici e borghi abbandonati, ricucire un economia lacerata da anni di cattive gestioni amministrative e politiche, ridare finalmente la speranza di un futuro ai giovani e perché no, paradosso nel paradosso, riattivare le condizioni favorevoli per attirare nuovamente quel turismo ormai assente da circa quarant’anni.

L’investitore segue il lungo e tortuoso iter burocratico necessario per l’ottenimento dell’autorizzazione, che finalmente dopo anni di carte e riunioni arriva ed arriva con la firma della massima espressione dell’azione amministrativa del governo e cioè con un DPCDM che dovrebbe tranquillizzare tutti poiché la firma non è del Berlusconi di turno, con sospetti di chissà quali oscuri accordi, ma è bensì del salvatore dell’Italia e dell’Europa : Mario Monti.

Invece cosa accade : i Sindaci degli sciagurati paesi della disgraziata Area interessata al progetto, si riuniscono per decidere, non si sa bene cosa, dal momento che una decisione è già stata assunta dal massimo organo del governo nazionale, ed ancora dopo lunga , si suppone e spera, discussione, i cui termini non ci è dato conoscere poiché le porte e anche le finestre, erano chiuse, all’unanimità  DECIDONO DI NON DECIDERE  .

Noi del CORESVIT, all’unanimità, la decisione l’abbiamo già presa da tempo e ci schieriamo apertamente con la legge, ma anche con i lavoratori disoccupati che ogni giorno sono costretti ad elemosinare lavoro, ci schieriamo con il futuro dei nostri figli minato dalla disgregazione sociale figlia della disperazione economica e della totale assenza di opportunità, ci schieriamo con le donne costrette a fare la spesa con la calcolatrice in mano ed a rievocare l’arte del rammendare gli abiti della famiglia per non poterne acquistare di nuovi, ci schieriamo ancora con la voglia di legalità dei giovani, facili prede dei criminali che del sottosviluppo e della miseria si nutrono per ingrassare le loro tasche ed ingrossare i loro eserciti spesso composti da soldati disperati, ci schieriamo con i malati di tumore che purtroppo si ammalano e muoiono anche senza la Centrale e che spesso non possono curarsi perché non hanno i mezzi economici per farlo, ci schieriamo con l’ambiente che sicuramente farebbe volentieri a meno del carbone, ma ci schieriamo anche con lo sviluppo ed il progresso che non può più fare a meno dell’energia a basso costo, ci schieriamo al dunque con la ragionevolezza ed il buon senso del padre di famiglia costretto ogni giorno ad affrontare ogni tipo di problema ma anche a risolverlo nel migliore dei modi spesso sacrificando qualcosa nella consapevolezza che, quasi mai, si può avere tutto senza rinunciare a nulla .

Speriamo di dimenticare presto il triste giorno dell’indecisione rammentando ancora una volta ai Sindaci indecisi che è loro dovere assumere una posizione chiara nell’interesse dei popoli amministrati ed invitiamo tutti ad una sana e pacata riflessione, che potrebbe anche apparire pleonastica, e cioè che le leggi ed ogni loro derivazione vanno rispettate ed in primis i Sindaci, sono tenuti a farle rispettare ai propri cittadini a cui è riconosciuto il diritto di critica ma non bensì quello di sovvertire le leggi e le decisioni degli organi dello Stato poiché in tal modo si rischia di assumere atteggiamenti eversivi che minano la civile convivenza ed essere causa di pericolose conseguenze sociali fortemente amplificate dall’attuale crisi economica internazionale, ancor più grave, ove possibile, nel nostro territorio .

                                                                                                                      Co.Re.Svi.T.

Il Presidente

Avv. Giancarlo LIBERATI

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Author: Cristina

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