I quarti di finale del Festival di Castrocaro a Reggio Calabria

Giacomo-Battaglia

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“Il festival di Castrocaro toccherà la Calabria attraverso un abbraccio artistico tra questa terra e quanti nella stessa si misureranno, con la voglia e la grinta di giungere su Rai 1”.

Questo l’incipit di Giacomo Battaglia, attore calabrese e presentatore ufficiale, per la Calabria, del Festival Nazionale di Castrocaro che seleziona voci e volti nuovi per il mondo dello spettacolo, mentre spiega che i quarti di finale nazionale si svolgeranno a Reggio Calabria.

Il 9 giugno, alle ore 21 presso il teatro sullo stretto di Reggio Tv, tanti giovani si esibiranno sul palcoscenico sotto i riflettori e lo guardo della giuria. Chi supererà questa potrà sperare di giungere alla finale di Rai1.

La punta dello stivale, ha detto con orgoglio Battaglia, per la prima volta, registrerà, un evento simile contando concorrenti che verranno da tutta Italia. Ciò è stato possibile grazie a sforzi sinergici ed in particolare a quelli  dell’Associazione Culturale Kabuki di Mimmo Porcino.

Un ringraziamento va anche alla presidenza del consiglio Regionale e Provinciale per l’attenzione mostrata verso questo importante momento artistico.

La Calabria, prosegue Battaglia è stata da sempre un teatro naturale, luogo in cui l’arte è nata e si è diffusa.

“Nella vicina Locri, il teatro Greco non è cosa dei giorni scorsi, bensì del IV secolo a. C. Una dimostrazione concreta di come, in questa terra, l’arte non è un ospite ma un attore capace di trainare a se gente desiderosa di acculturarsi”.

D’altro canto lo stesso Nietzsche era animato da grande ammirazione per il mondo greco e per le sue produzioni artistiche nelle quali ravvisa la più alta manifestazione della vita, in opposizione all’assenza di cultura del mondo moderno.

Anche per Battaglia l’arte non è solo divertimento, poiché, attraverso lo stesso si possono e di devono trasferire messaggi di spessore culturale, elementi e strumenti di vita che danno l’input alla realizzazione di grandi progetti.

Lo stesso Schopenhauer, in sintonia con Nietzsche si spinge verso la necessità di dover acculturare attraverso l’arte.

Vivere l’arte significa, dunque, orientarsi verso un mondo che apre nuovi orizzonti.

Avere i quarti di finale, qui, in Calabria, ha detto l’attore reggino, è un segnale forte che viaggia lungo la strada dei giovani i quali hanno bisogno di speranza, di sogno e di piena realizzazione. Hanno bisogno di provare esperienze di vita e il brivido di sapere che anche loro potranno essere carro trainante nella vita.

“La meta che i giovani possono sognare, però, non è solo lo spettacolo. Lo stesso rappresenta una delle tante aspettative della vita felici per l’uomo e non tanto per la visibilità quanto per i messaggi forti e veri che si possono lanciare al vasto pubblico”.

Per Battaglia le canzoni e i volti nuovi di Castrocaro vanno visti al di là dell’apparenza e come lo stesso dice “dentro il filo conduttore delle parole”.

Ho ascoltato tanta musica, ha detto, Battaglia “ma posso assicurare che l’originalità e la verità che ho riscontrato nelle frasi giovani non sono riscontrabili in altri testi”.

Scolpire con le note non è facile, così come non è facile dipingere con i colori del canto. Se i nostri giovani ci riescono così come hanno dimostrato di fare allora significa che sono artisti e la musica è arte ossia prima forma di libertà e alto profilo di speranza.

A questi ragazzi che parteciperanno in questa terra di Calabria ai quarti di finale io auguro di giungere su Rai 1, ricordando però che nella vita non è grande chi approda negli schermi di una televisione ma chi, con la propria vita e determinazione riesce a trasferire un profondo messaggio.

Forse le parole del cantautore calabrese Rino Gaetano bene si sposano per un augurio ad ogni partecipante: “si dice che in America tutto è ricco, tutto è nuovo, puoi salire in teleferica sui grattacieli e farti un uomo; io invece cerco il rock’n’roll al bar e nel metrò, cerco una bandiera diversa, senza sangue, sempre tersa”

Nella vita non conta l’apparire ma l’essere. Essere sempre alla ricerca di autenticità. 

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Author: Cristina

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