CISL FP: “La mission dell’ASP di Reggio Calabria? Annientare la sanità nella locride”

cisl fp reggio calabria

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Riceviamo da CISL FP Reggio Calabria e pubblichiamo:

La stagione estiva ha messo a dura prova la tenuta sanitaria della Locride e naturalmente tutti i limiti voluti e calcolati sono venuti fuori,influendo negativamente sulla già precaria condizione della popolazione bisognevole di assistenza.

L’Ospedale di Locri ha cercato di trasformarsi in un costoso ed inopportuno ambulatorio per far fronte all’ammasso di presenze che altra possibilità, per merito della disorganizzazione messa a punto, non potevano avere.

Liste d’attesa da paura, servizi convenzionati chiusi per ferie, carenza di personale, ostinazione a tenere aperti rami secchi come il punto di primo intervento di Siderno, hanno contribuito all’assoluta inappropriatezza, sacrificio e diseconomia in cui è caduto il Presidio Ospedaliero di Locri per non abbandonare al proprio destino i bisognosi.

Solo per fare degli esempi, i pazienti in trattamento con anticoagulanti e quindi a rischio di emorragia e/o embolia se non monitorati, non hanno a chi rivolgersi e si ammassano al Laboratorio Analisi Ospedaliero che sta “scoppiando”, i diabetici e i cardiopatici non vivono momenti tranquilli e in tanti casi devono sostenere in toto le spese per farmaci e presidi indispensabili per le loro cure.

La Tacdel Presidio funziona a singhiozzo, generando spesa per il trasferimento dei pazienti che la devono eseguire in altri presidi ospedalieri,  il malfunzionamento delle attrezzature radiografica, ormai obsolete ed inaffidabili, insieme alle problematiche legate ai macchinari e alle forniture del Laboratorio d’analisi, negano le più semplici necessità a cui la popolazione assistita della Locride è costretta a ricorrere.

E’ un caso che tutto questo sia successo?

E’ un caso che il convenzionamento esterno che dovrebbe integrarsi col pubblico, vada in ferie liberamente e contestualmente?

E’ un caso che non si metta ordine ed organizzazione nelle unità operative prive delle figure già finanziate dei coordinatori infermieristici e dei responsabili di Unità Operativa per come previsto dall’Art 18 Ccnl Dirigenza Medica?

E’ un caso che si chieda al Sindacato discutere sulle procedure relative all’assegnazione delle ore di Assistenza Domiciliare integrata il giorno 23 di Luglio, quando il bando era stato pubblicato una settimana prima, precludendo al personale di poter presentare domanda prima della scadenza?

E’ un caso che solo nella Locride non esista l’ADI e si vada avanti con il solito “ stiamo vedendo, stiamo lavorando, non ci sono i fondi”, mentre nel resto del territorio aziendale l’assistenza viene erogata con modalità del tutto discutibili e senza interessare tutte le figure appropriate che porterebbero ad elevare la qualità e l’economicità?

Non solo non è casuale, ma d’aiuto al disegno di ridimensionamento dell’assistenza sul territorio della Locride che da ultima arrivata in un contesto prevalentemente territoriale e con piccoli e sparsi ospedali, non poteva continuare a distinguersi e ad erogare servizi nel proprio comprensorio.

La vocazione dell’ex AS 9 di organizzarsi, progettare, dare risposte specialmente nel periodo critico per l’aumento delle presenze, è stata annullata e lo dimostra la difficoltà in cui si muovono Unità Operative che oltre alle carenze di Personale non trovano supporto dagli Uffici Competenti per poter funzionare regolarmente, il caso del Servizio Infermieristico è emblematico, non è rappresentato in loco da nessun dirigente o posizione organizzativa, forse perchèla Locridedev’essere succube di chi a distanza e magari con qualche compiacente, dispone senza l’esatta cognizione e conoscenza e tempestività necessarie, in qualche caso la premialità viene applicata all’inverso e qualche figura infermieristica, riparatasi dietro una scrivania per ridurre i rischi e l’impatto operativo, si ritrova a collezionare il conferimento di diversi incarichi( addirittura sei), con danno e beffa di chi con professionalità, sacrificio, abnegazione e profitto esercita la professione, si sottopone a turni stressanti di servizio e non usufruisce regolarmente del diritto alle ferie.

A “favorire” i soliti furbetti che non sono tanti ma in un contesto di carenza di organico purtroppo si fanno sentire, è il limite organizzativo in cui versano l’Ufficio Risorse Umane e il servizio di medicina fiscale che puntualmente conferma le malattie lamentate da quella sparuta ed organizzata porzione di Personale che non potendo godere delle ferie nel periodo desiderato, per le carenze suddette, ricorre alla malattia per lunghi periodi.

Il Personale Dipendente oltre a fare i conti con le carenze organiche deve pure subire gli effetti della Cattiva Organizzazione Programmata, uno degli effetti della COP che proprio in questi mesi si è evidenziato, è il rimaneggiamento degli stipendi.

Per questa procedura è ampia la disponibilità  di qualche semplice impiegato locale che “toglie”,  a proprio dire, su disposizioni “Reggine” ma, nonostante le evidenze, i giusti reclami, la dimostrazione dell’errore, di rassegnazione non ne vuole a che sapere e non risponde ai propri superiori “Locali” , ma solamente a quelli “Reggini”.

Con la stessa dinamica e copertura si eccede in “distribuzione di ore di straordinario” in certi ambiti e lo si nega in altri, nonostante già effettuato da anni con tanto di autorizzazione.

Quando si chiedono chiarimenti e spiegazioni, interviene l’Ufficio Complicazione Affari Semplici.

L’UCAS che affonda le proprie radici nel torbido e disorganizzato, rappresenta un eccezionale modello punitivo attraverso il quale trova rapida e mirata applicazione l’azione di ridimensionamento, per poi porre ostacoli di carattere gerarchico-burocratico nel momento della riattribuzione del diritto, costringendo a ricorsi, azioni legali che sicuramente non giovano al bilancio dell’Azienda.

Un modello di tale raffinata concezione non potrebbe esistere in presenza di una ben definita e responsabile Direzione Strategica che di fatto non c’è; sicuramente è l’unico caso in Italia di Azienda Sanitaria non commissariata che vanta l’assenza del Direttore Sanitario.

E’ un caso anche questo o nella corsa di terminare l’agonia della Locride per portarla a morte sicura, una figura con precisi compiti e responsabilità sarebbe solo d’intralcio?

Non vogliamo credere che in un sistema di Re e Vice Re prenda forma il famoso “Modello Regio” , dove la g non manca per caso, non vogliamo credere che il Presidente della Regione punti a questo e ci ostiniamo a credere che lo stesso intervenga per riportare alla normalità per come si è espresso il 27 dicembre del 2010, proprio nella Locride e proprio nello stesso periodo in cui diversi politici neoeletti si erano auto invitati alla rappresentanza e al sostegno di una Locride “orfana” di rappresentanti regionali.

Si chiede pertanto un autorevole e doveroso ripristino delle condizioni che lo Stato Italiano si è preoccupato di assegnare ai propri cittadini attraverso la definizione dei LEA e che i Calabresi non hanno ancora conosciuto, sicuramente per colpa di chi li ha amministrati e li amministra,  partendo dall’organizzazione che manca, dal rispetto per ogni porzione dell’ambito aziendale, dal giusto riconoscimento della professionalità e abnegazione di quei tanti dipendenti che lavorano in “trincea” e devono schivare i “colpi” di chi dall’interno non gradisce chela Locrideriesca ancora a dare quel minimo di risposte che l’utenza pretende.

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Author: Cristina

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