Approvato il decreto legge sulle carceri. Ma a Reggio Calabria i soldi valgono più dei diritti

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carceriIl Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge sulle carceri con l’obiettivo di alleggerire il sovraffollamento e di migliorare le condizioni di vita dei detenuti. Infatti si prevede che nei prossimi mesi usciranno 1.700 detenuti.
Il Forum Provinciale e le organizzazioni sociali che si occupano di tossicodipendenze accolgono favorevolmente il provvedimento, cd. pacchetto carceri, varato ieri dal Consiglio dei ministri e per cui si prevedono interventi sia sui flussi di entrata che di uscita dal carcere permettendo ad esempio ai piccoli spacciatori e tossicodipendenti una maggiore possibilità di accedere alle comunità di recupero anziché la detenzione in carcere. Potrebbe essere certamente una concreta e reale possibilità di cura per i detenuti tossicodipendenti, che oggi rappresentano un terzo della popolazione carceraria.
Ma ciò purtroppo rischia di non valere per la provincia di Reggio Calabria.
Già la scorsa settimana avevamo lanciato insieme alle Comunità terapeutiche, il grido di allarme proprio segnalando l’emergenza carceri. Avevamo detto che il budget previsto per gli invii in comunità dall’ASP di Reggio Calabria era assolutamente insufficiente a coprire il reale fabbisogno, così come certificato anche dal Dipartimento per le Dipendenze della stessa Azienda Sanitaria. Oggi quell’allarme diventa emergenza assoluta!
Infatti ad oggi le Comunità terapeutiche che operano in regime di accreditamento sanitario sul territorio dell’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria non potranno accogliere le istanze provenienti dalle carceri, così come disposto anche dal nuovo decreto, visto che la copertura finanziaria attuale lascia un buco di ben il 60% dei posti letto potenzialmente disponibili nelle comunità.

Il timore è che a Reggio Calabria i provvedimenti rischiano di rimanere sulla “carta” ed a pagare siano sempre e comunque i soggetti più deboli, tra cui anche i detenuti tossicodipendenti, che vedranno per l’ennesima volta leso il prorpio diritto alla cura.

Ciò che potrebbe rappresentare una via di riscatto sociale per i detenuti e una scelta di civiltà per l’intera società rischia di ripercuotersi sui territori creando ulteriore disagio e alimentando il circolo vizioso della recidiva.

Ci chiediamo quali saranno i costi sociali di tale operazione?
Chi si farà carico di accogliere e aiutare queste persone?

Noi crediamo che le carceri non possano essere semplicemente “svuotate” ma vada programmato e creato un percorso di accoglienza e accompagnamento che renda vivo il principio costituzionale della rieducazione della pena.

Ha ragione il Premier Letta quando dice che il Decreto non va letto come un rischio per i cittadini, ma per questo è necessario che siano previsti livelli adeguati di assistenza e cura. A Reggio, purtroppo, non è così.
Ed ha ancora più ragione il Ministro Cancellieri quando afferma “in carcere il tossicodipendente non riceve le stesse cure che può ricevere nelle comunità”. Ma per inviarli in Comunità, per garantire il diritto alla cura, è necessario che vi siano le risorse, altrimenti tutto perde di concreto significato.

Da mesi abbiamo portato in primo piano le problematiche che stanno travolgendo le comunità terapeutiche della provincia di Reggio Calabria.
Abbiamo chiesto più volte un incontro con Direzione Generale dell’ASP propedeutico alla soluzione definitiva di questa annosa problematica, da ultimo proprio ieri, ed attendiamo ancora risposte.

Il grido di disperazione rimane ancora una volta inascoltato e l’unica e triste realtà è che oggi le Comunità Terapeutiche sono al collasso e con loro rischiano di frantumarsi anche le condivisibili intenzioni dei provvedimenti legislativi.

Il Portavoce del Forum
Luciano Squillaci  

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