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di Giuseppina Sapone
Ti chiedi a che serve scalzare
tre o quattro migliaia di viti
sotto un sole che spacca le pietre,
e la schiena ti crepa davvero
se alzi un zappone a prima mattina.
Ma poi, hai rotto, impalato, inzolfato,
il ramato l’hai preso a credenza,
da quando hai veduto le prime tue foglie
non hai più dormito, nessuno ha dormito.
Poi, che ci fai con un vino
che vendi a due soldi.
Tutti gli anni è una storia.
Col tempo potresti cambiare le viti
come ha fatto il barone,
così 1 ‘uva ti cresce pisciarella,
ma chi ha soldi per questo.
Adesso che piove
hai bisogno d’un paio di scarpe,
la sera ti guardi tua figlia
le sue labbra sempre screpolate,
e dici Genova, un posto a Milano,
si trovasse una qualche amicizia,una chiave,
la porta del Vaticano.
Ti spieghi così come un poco pervolta
una via perde un vecchio buongiomo,
se ne vanno quei cari proverbi
ch’erano gli ori di tutto un vicinato.
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