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Gli interventi cosiddetti di “valorizzazione” della montagna,finanziati con risorse dell’Unione Europea, che comportano il coinvolgimento diretto degli Enti Locali, a volte assumono i connotati di operazioni che,anziché promuovere o incentivare le aree montane interessate,le penalizzano per la perdita delle originarie caratteristiche,per l’impoverimento dei territori che ne consegue.
Il caso che intendiamo sollevare riguarda una pregevole superficie forestale, ricadente nel territorio silano di Celico(CS).Un ambiente naturale, rigoglioso e spettacolare,che racchiude un particolare valore, sia per la ricchezza di biodiversità, sia per l’indiscussa valenza paesaggistica.
“Valorizzare”, in ogni caso,non autorizza a sciupare,definitivamente, ambienti di un certo pregio, né ad alterarne l’integrità. Vieppiù quando si tratta di particolari territori montani prospicienti al Parco Nazionale della Sila.
Un Paese Pedemontano che ospita una Mega Discarica di Rifiuti !
Va subito affermato che la comunità di Celico, storicamente, ha sempre rivendicato un’orgogliosa e netta vocazionalità silana e, pertanto, esprime, per la natura del suo territorio, un alto indice di montanità che va gelosamente salvaguardato.
Anzi, costituendo un requisito d’eccellenza, occorre partire da questo fattore virtuoso per meglio organizzare e promuovere il territorio,aprendo la prospettiva di sviluppo alle attività sostenibili,con l’unico obiettivo di esaltare e mai sciupare le caratteristiche di un Ambiente che occorre preservare per le future generazioni.
Ecco perché la sopra indicata comunità non solo non può privarsi di vitali risorse forestali,autentici polmoni verdi che stanno a presidio della qualità e vivibilità dei territori,ma deve al più presto recuperare,in termini di riqualificazione del suo ambiente, la brutta esperienza delle discariche di rifiuti. La prima, realizzata anni orsono, chiusa da più tempo e mai messa in sicurezza; nel mentre quella in fase di allestimento, una volta ultimata, sarà la più grande della provincia di Cosenza. Già una ‘strada di servizio’,per accedere ai siti, costituisce un serpente d’asfalto,percorso da automezzi pesanti, al centro delle rigogliose montagne dell’arco silano e presilano.
Sul Monte Fondente, aperte già Larghe Ferite…!
Era rimasto un piccolo lembo, ancora intatto, in quel paradiso di verde che esprime il Monte Fondente ( tra l’area di Margherita,sottostente Monte Scuro e la spettacolare ‘Serra Stella’),una sorta di biglietto da visita per gli avventori sull’Altopiano,per gli appassionati della montagna e gli amanti della Sila.
Ecco che un intervento di disboscamento, giorno dopo giorno, ha divorato un angolo di paradiso. Un taglio netto di piante importanti,anche ai fini del contenimento del dissesto idro-geologico, le cui caratteristiche devastanti mai potranno giustificare un qualsiasi ritorno economico.
Monte Fondente,in Sila, è un giacimento di risorse endogene,ricco di sorgenti d’acqua del tipo oligominerale che alimentano generosamente l’acquedotto comunale.
L’ intervento di taglio forestale,con conseguente apertura di strade per lo smacchio del legname,non ha certamente tenuto conto del ‘danno ambientale e paesaggistico’.
Prima dell’avvento della neve, l’azione di un caterpillar,con i suoi assordanti cingoli, ha squarciato parte della montagna,aprendo una pista larga più di quattro metri, cancellando,così, definitivamente, la residua testimonianza di un’antica mulattiera, in mezzo ad alberi di pino laricio di grosse dimensioni e ad una ricrescita spontanea del prezioso abete bianco.
“ Serra Stella”: Bene Ambientale Indisponibile !
La zona interessata dall’intervento lambisce i confini del Parco Nazionale della Sila e precisamente il Sito di Importanza Comunitaria (SIC) di ‘Serra Stella’, individuato come area di interesse europeo per la presenza di due specie rare e a rischio di estinzione, il lupo e l’abete bianco. Anche su quest’area d’eccellenza naturalistica c’è un crescente interesse per lambirla. Ma la Comunità tutta è fiduciosa che ciò non avverrà, dal momento che l’Amministrazione del Parco non concederà il previsto nulla-osta.
Non a caso il Piano del Parco Nazionale della Sila, in fase di approvazione, ha classificato quest’area come “riserva integrale”, ovvero il livello massimo di protezione all’interno di un’area protetta.
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