Tiberio Evoli, i Comitati pro Ospedale replicano all’ASP di Reggio Calabria

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Riceviamo e pubblichiamo:

È a dir poco sconcertante dover leggere le assurde e convenevoli “giustificazioni” che l’ASP di Reggio Calabria è costretta a rassegnare in risposta alle nostre “allarmanti” denunce. È l’ennesima dimostrazione che queste persone non hanno rispetto per le intelligenze delle tante persone semplici e LIBERE che osservano lo scempio che si sta compiendo con la complicità istituzionale e dell’avvilito cittadino, tanto da potersi permettere il lusso di poterci spudoratamente superbamente continuare ad ingannare con miserevoli bugie e fantasiose promesse da campagna elettorale.

Leggiamo frasi di circostanza, una nenia ciclostilata trita e ritrita che non convince nessuno e, forse, neanche la coscienza di chi recita il canovaccio “purtroppo abbiam dovuto … non è colpa nostra … ma la legge dice, … ci impone …. ma vedrete … lasciateci fare e vedrete la Gloria … bla … bla …bla .. ”, sino a giungere, per giustificarsi miserevolmente, a scomodare il “conforto” dei Commissari Prefettizi del Comune di Melito (sic !), che scopriamo “condividono” evidentemente i tagli ed il depauperamento dell’offerta sanitaria del T. Evoli, posta in essere da codesta gestione sanitaria in violazione delle leggi fondamentali di questo Stato; a dir poco sconcertante, se non inquietante !! Le istituzioni, quindi, stanno legittimando l’operato di questi signori ? e con quale utilità per il territorio che amministrano ? Non un solo dato concreto, non un elemento normativo viene offerto dall’ASP che possa giustificare le criminali decisioni sinora assunte da questo governo regionale e dalla stessa Azienda Sanitaria con la chiusura dell’OBI di Pediatria e, ancor prima, del reparto di Pediatria, Psichiatria, Ostetricia, etc.

È stata forse la legge che ha imposto – guarda il caso beffardo –, giusto l’altro ieri ad una malcapitata colta da malore sulla pubblica via di Melito – a 200 metri dal Pronto Soccorso – di rimanere a terra in attesa dell’ambulanza per oltre un ora, nel frattempo che rientrasse da Roccaforte ?!! che ci dica l’ASP come mai tutto il territorio, malgrado le roboanti promesse del presidente Scopelliti – V. proclama elettorale del 18.03.13 all’Ospedale di Melito -, ancora oggi si trova servito da una sola ed inadeguata ambulanza. E, se invece della signora valdostana colta da malore fosse capitata una crisi respiratoria ad un neonato o una pancreatite acuta ??? Sì, è proprio a tutti evidente come questo governo sanitario sta rispondendo con fatti concreti ai bisogni dei cittadini: non solo ci toglie i reparti ed i servizi di prima emergenza, ma ci lascia a “terra” anche con i soccorsi. Con questo, hanno dato atto non solo di non saper gestire le emergenze, ma anche organizzare l’ordinarietà. Da parte nostra, scusandoci con la malcapitata cittadina valdostana, la invitiamo a denunciare penalmente l’accaduto, giusto per rendere ragione a chi, venendosi a trovare nelle sue stesse condizioni, non avrà la possibilità di fare. VERGOGNA … non ci rimane che affidarci al Signore – che tutto vede e può – e continuare pateticamente a piantare fiori e piante …, prima o poi finiranno per fare ombra a qualche commiserevole malcapitato, vittima di questa amministrazione sanitaria !!

Ma, come abbiamo avuto modo di sentire in diverse occasioni, se la colpa della chiusura dei reparti è delle scelte imposte dal piano sanitario pensato dal passato governo regionale, come mai questi signori illuminati e responsabili continuano a dare seguito a ciò che non condividono, ma che giustificano forse per comodità ? forse una legge non si può migliorare, rivedere o abrogare ?!! evidentemente fa comodo che ciò sia, scaricando la colpa sul passato, forse perché non si sa fare di meglio !? ma di certo, non siamo così ciechi da scambiare i programmi di riorganizzazione dell’offerta sanitaria sul territorio con i menzogneri proclami politici declamati all’unisono.

Da parte nostra, però, certi di quanto sosteniamo con dati oggettivi alla mano e non alla luce di proclami di natura politica che non ci riguardano, invitiamo i nostri interlocutori ed i cittadini del comprensorio a riflettere su alcune incongruenze emerse dalla lettura della nota dell’ASP:
È vero che l’attuale dirigenza Asp, all’indomani proclama elettorale del 18.03.13 all’Ospedale di Melito non si è impegnata a mantenere la pediatria a Melito, ma non così la Regione, in quanto c’è stato un impegno ufficiale da parte di Scopelliti. Per ben due volte questi ha parlato di ambulatorio pediatrico h24, a Melito stesso (con le slide che mostravano tra le attività un ambulatorio di pediatria) e nell’articolo nel quale ha elencato le attività fantascientifiche che saranno effettuate (sic !) al T. Evoli. È strano che alla Squillacioti questi impegni ufficiali di Scopelliti non risultino;

– È vero che negli ospedali generali (chi stabilisce e perché Melito deve essere un semplice Ospedale Generale ?) non è prevista la pediatria, ma si intende reparto di pediatria. Non crediamo (o almeno non sappiamo; ci dica la Squillacioti in quale norma c’è scritto) che ci siano leggi che proibiscano ad una azienda di prevedere un presidio pediatrico in un qualsiasi ospedale dove ritenga sia necessario per garantire i LEA. Anzi, lo stesso decreto 106 della Regione Calabria, nelle sue premesse, specifica che, proprio dove vengono meno i reparti di degenza, l’Asp si fa carico di individuare modalità alternative per garantire l’adeguata assistenza alle fasce di pazienti colpiti dalla chiusura. Dire “Andate avanti altri 40 o 97 km che troverete il pediatra” non crediamo sia una modalità alternativa accettabile. Se, invece, di LEA vogliamo parlare, come mai la Squillacioti, riferendosi all’Ospedale di Melito, dice che sono una previsione programmatica senza contenuto normativo, mentre, giusto in ragione sempre dei LEA, in tutto il resto del paese e ad ACRI, Castrovillari, Locri etc. i LEA sono condizioni essenziali da salvaguardare.

– Affermare che il personale del pronto soccorso del Tiberio Evoli “è professionalmente formato per dare assistenza sia agli adulti che ai bambini” significa, in termini di legge, affermare che detto personale POSSIEDE UNA SPECIALIZZAZIONE DI 4 ANNI IN PEDIATRIA, OVVERO HA LAVORATO 5 ANNI IN UN REPARTO DI PEDIATRIA !! Sono queste, infatti, in Italia, le uniche condizioni per essere definiti professionalmente formati a lavorare con i bambini). Da dove risulta questo alla Squillacioti ? quali elementi normativi ha utilizzato per fondare quanto falsamente sostiene ?

Se così non è, come purtroppo non è (i nostri operatori dell’emergenza, nel loro campo validissimi, sarebbero gli unici in Italia a possedere questi requisiti), AFFIDARE I BAMBINI AL PRONTO SOCCORSO GENERALE SIGNIFICA FARE UN SALTO INDIETRO DI ALMENO 50 ANNI.
Ma ciò non ci stupisce, in quanto capiamo che è questa la considerazione di arretratezza che lor signori politici e amministratori hanno del nostro territorio. Forse la Squillacioti e i suoi esperti di pediatria ignorano che IL BAMBINO NON È UN ADULTO IN MINIATURA e che LE SUE PATOLOGIE RICHIEDONO UN APPROCCIO COMPLETAMENTE DIVERSO RISPETTO ALL’ADULTO. E’ per questo, d’altronde, che esistono una specializzazione in pediatria, reparti di pediatria, pronto soccorso pediatrici, linee guida pediatriche, tecniche di rianimazione pediatrica, personale infermieristico e luoghi idonei al trattamento delle patologie pediatriche.

Ed per questo che le linee guida del Ministero della Salute (9.5.2005) per la riorganizzazione dell’area pediatrica, affermano: Occorre assicurare che tutti i pazienti in età evolutiva (0-18 anni) che giungono in ospedale siano visitati dal pediatra e che i pazienti per i quali è previsto il ricovero siano ricoverati in pediatria.[…] I piccoli ospedali con bacini di utenza inferiori a 150.000 abitanti – e Melito ha oltre 250.000 !!- devono garantire comunque l’osservazione temporanea, le attività ambulatoriali ed eventuali prestazioni specialistiche di area pediatrica. […] Deve essere prevista un’area funzionale di pronto soccorso pediatrico, un’area pediatrica dedicata che comprenda accesso proprio, sala d’attesa per il bambino, gestita da personale infermieristico con formazione pediatrica.

Se questo non bastasse, ricordiamo alla Squillacioti e ai suoi consulenti esperti di pediatria le dichiarazioni del MANIFESTO PER IL DIRITTO ALLA SALUTE E AL BENESSERE DEI BAMBINI E DEGLI ADOLESCENTI IN ITALIA” del 2012 (firmato da SIP, ACP, AGE, ASPOI, CIPe, SIMPEF, FEDERGENITORI, FIMP, MOIGE, PUPI, SIAIP, SIMRI, SITIP) che testualmente recita: NEONATI, BAMBINI E ADOLESCENTI HANNO IL DIRITTO DI ESSERE ASSISTITI SIA SUL TERRITORIO CHE IN OSPEDALE DA PERSONALE MEDICO, INFERMIERISTICO, DA PROFESSIONISTI E VOLONTARI SPECIFICAMENTE FORMATI E DI ESSERE ACCOLTI IN AMBIENTI A MISURA DI BAMBINO E O DI ADOLESCENTE.

E’ per questo che aziende sanitarie più illuminate e meno facilone della nostra, laddove non ci sono i reparti, in ottemperanza alle indicazioni ministeriali, hanno istituito i Servizi di Assistenza Ordinaria di Pediatria, che “garantiscono le funzioni di pronto soccorso presso le ASL di riferimento, svolgendo la propria attività 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con guardia attiva di pediatria e dell’infermiera specificamente dedicata”.

Ci dicano, dunque, la Squillacioti o il suo staff, a quali studi attingono quando fanno certe dichiarazioni ! O ignorano anche che affidare il bambino (specie in urgenza/emergenza) al medico generalista viola la Convenzione Internazionale di New York e la Carta Europea dei Bambini Degenti ? chiarendo, per tranquillità, che l’Italia ha aderito e recepito tale
convenzione, quindi nell’applicarla non farebbero nulla di illegale che finora non hanno già fatto !!

L’affermazione che, “al fine di avviare un percorso di tutela dell’assistenza pediatrica nell’area grecanica, il Direttore Generale Grazia Rosanna Squillacioti ha anche (bontà sua) predisposto l’attivazione di un ambulatorio pediatrico”, è semplicemente tragicomica ! Dire, poi, che “la Squillacioti ha aperto un ambulatorio di Pediatria” a Melito è una menzogna: attualmente il reparto è chiuso, così come l’O.B.I., i piccoli pazienti che giungono al pronto soccorso, vengono “dirottati” in un ambulatorio improvvisato – in quanto abusivamente allestito in via del tutto precaria – e non degno di essere chiamato tale.

L’ambulatorio in oggetto, poi, è attivo dalle 8 alle 14 dei soli giorni feriali, cioè quando il territorio è ben presidiato dai pediatri di libera scelta, e lascia completamente sguarnito l’ospedale nelle 18 ore successive della giornata e nei festivi, cioè proprio quando, anche per l’assenza dei pediatri di base, c’è davvero bisogno di un punto di riferimento ospedaliero.

Oltre che dalla logica e dal buon senso, questa grave incongruenza è evidenziata anche dai dati dell’attività pediatrica di Melito, che ha visto il 70-80% di interventi concentrati dal venerdì pomeriggio al lunedì mattina e nelle ore notturne. E’ da desumere che la Squillacioti ed il suo staff ignorano i dati che provengono dalle loro stesse strutture, sulle quali intervengono pesantemente con tagli e ridimensionamenti. Ma, sicuramente, anche questo è un elemento che hanno ben ponderato dopo aver tanto e troppo valutato e oziato su numeri, dati, programmi, progetti, studi … che non sono passati al vaglio del capo supremi regionale, che ama il nostro territorio e che, malgrado i topi ed i medici fannulloni, viene a fare il bagno a mare.

Riguardo alla chirurgia e all’ortopedia, vanto perenne di Scopelliti e della Squillacioti, rispondiamo soltanto che “nui parramu di ciceri e iddi rispundinu favi” (speriamo che qualche esperto dello staff, almeno in queste cose, traduca alla Squillacioti il senso di questo detto nostrano, Scopelliti che è reggino non ha bisogno di interpreti). Da mesi, infatti, poniamo sul tappeto il grave problema della tutela dei bambini e puntualmente ci rispondono che loro hanno introdotto a Melito l’artroscopia, hanno fatto convenzioni precarie e onerose senza strutturare alcun servizio in via definitiva … tutti fino a giungere alle prossime elezioni … (i cittadini giudichino da soli!).

Per concludere questo breve commento a quanto affermato in data 11.7.2013 nella nota dell’ASP di Reggio Calabria, per noi, cittadini e genitori responsabili e dotati di buon senso, consapevoli dei problemi e dei disagi cui andremo incontro in caso di necessità, l’unica cosa che davvero “riteniamo ingiusto e preoccupante” è che la tutela della salute dei nostri figli sia affidata a personaggi tanto sconsiderati.

E, allora, se è un dialogo leale e costruttivo l’ASP ed il governo sanitario regionale vogliono instaurare con le parti sociali di questo territorio, è bene che gli stessi facciano un atto di umiltà e gettino la superba e arrogante maschera parlando con VERITÀ, partendo dai servizi che sono stati “soppressi e scippati” al T. Evoli e che devono essere restituiti al territorio quali presidi imprescindibili di garanzia per la salute dei cittadini. Che rispondano con verità alle nostre richieste ed ai nostri bisogni che da anni vengono ignorati e violentati, consci del fatto che, giusto questi signori, devono stare al servizio della gente e non viceversa.
Verrà un giorno in cui queste riverite ed ossequiate menti non potranno più rispondere ad una logica di potere e si troveranno da soli dinanzi alla propria coscienza – o quello che di incorruttibile è rimasto – che, con nuda e senza più il velo dell’egoismo e della bramosia sfrenata e saccente, gli porrà di fronte e chiederà conto delle sofferenze che hanno
inflitto gratuitamente e per un vezzo personalistico a tante persone, per non essersi messe al servizio delle stesse. A quel punto sarà … “stridor di denti”…

Da parte nostra ci aspettiamo che l’ASP e la regione Calabria trovino argomenti seri per fondare le loro criminali decisioni; allo stato, le imbonitrici giustificazioni, le lasciamo alla stoltezza dei pochi che vorranno dargli credito.

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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