I Contratti di Fiume, il Tuccio e l’Amendolea

fiumara Tuccio

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Riceviamo e pubblichiamo:

“Ho avuto modo di leggere, com’è mia abitudine, sul sito NTACALABRIA l’importante articolo sui “Contratti di Fiume“ e mi sono nate spontanee alcune considerazioni, di carattere tecnico-politico, dato che sono un profondo e “vecchio“ conoscitore di tale territorio (l’area grecanica) anche e soprattutto per motivi di lavoro presso l’Agenzia di Sviluppo Agricolo della Calabria.

Nel mentre si sfogliano le pagine dei giornali e ci si collega ai siti online di testate giornalistiche locali e nazionali ed appaiono alla nostra vista, ma che arrivano subito al cuore ed alla mente, i danni causati dalla recente alluvione e le paurose immagini dei disastri provocati al territorio, alla viabilità ferroviaria e stradale, sia a lunga percorrenza che strade di collegamento tra paesi, molti dei quali sono rimasti isolati ed in balia del maltempo, e ad ancora più gravemente all’ambiente (vedi discarica di Casignana).

Tutta queste tragedie sono causate da fenomeni calamitosi naturali quali piogge torrenziali e venti a raffica; ma (ed è stato più volte, ed i maniera molto incisiva sottolineato da autorevoli firme di giornalisti e scrittori sulle pagine di Aspromonte on line e che hanno destato moltissima attenzione fra i lettori) grandi, pesantissime ed imperdonabili responsabilità sono da addebitare alla scelleratezza e strafottenza dell’uomo che non perde occasione per violentare il territorio e deformare l’assetto naturalistico ed idro-geologico delle nostre montagna, delle nostre colline e delle nostre marine.

Quante costruzioni, ed addirittura quanti interi quartieri, sono costruite quasi sugli argini di fiumi che sono lasciati in completo abbandono e senza alcuna opera, estremamente necessaria, di regimentazione delle acque e muri di contenimento (muri veri, spessi ed in cemento armato, non armacere) , e si è costruito anche sugli arenili tra il complice e colpevole silenzio dei poteri costituiti aspettando il solito provvidenziale condono.

E dalle nostre parti, mi riferisco in particolare all’Area Grecanica, ci sono grandissime fiumare in posizione di “dormi-veglia” da tempo e, per nostra fortuna, neanche in questa ultima alluvione hanno creato gravissimi danni come si è verificato in altri territori vicini.

Ma il fiume Tuccio e soprattutto l’Amendolea sono due “fiumare“ che fanno davvero tantissima paura in considerazione dei tanti loro affluenti e dei grandissimi bacini di possibile affluenza delle acque piovane senza una idonea regimentazione a valle.

Ed ancora più grave risulta essere la situazione di pericolo per i cittadini se si guarda con attenzione come sono disposti e costruiti gli abitati di Bagaladi, Lanzena, San Fantino, Chorio di San Lorenzo, Ravazzana, Musuponiti, Caredia, Lacco, Pallica, Pilati ed anche i centri abitati di Marina di San Lorenzo e Melito Porto Salvo potrebbero essere interessati, per quanto riguarda il fiume Tuccio.

E le possibili, ancora più gravi conseguenze, per una eventuale esondazione dell’Amendolea (un fiume con tanti affluenti che parte addirittura dal cuore dell’Aspromonte, Roghudi Vecchio e Ghorio di Roghudi, Roccaforte del Greco e Ghorio di Roccaforte ed arriva, sempre di più allargando il suo “letto“, alla fraz. Amendolea e soprattutto alla fraz. San Carlo (con le pregiate colture di bergamotto ed uliveti ad alto rischio) fino al centro abitato della Marina di Condofuri e sul lato destro del fiume (guardando verso nord) molti terreni, coltivati soprattutto a bergamotto, siti in agro del comune di Bova Marina.

Problemi gravissimi e vecchi, questi della cura ed elevata attenzione a queste due grandissime e pericolose fiumare, se ne discute sempre e tanto ma di risoluzioni e di impegni veri niente di niente. Però adesso sembra che qualche cosa di importante si muove. Nei giorni scorsi presso il Municipio di Condofuri, vi è stata una riunione alla presenza del presidente, Giuseppe Bombino , del Parco Nazionale dell’Aspromonte, ente promotore , ed i sindaci e vice-sindaci di Bagaladi, Santo Monorchio e Antonio Marrapodi; Bova, Santo Casile; Condofuri, Salvatore Mafrici e Giulia Naimo; San Lorenzo, Bernardo Russo; Roccaforte del Greco, Domenico Penna; Roghudi, Agostino Zavettieri.

Con l’intento di trovare idonee soluzioni per cercare di rendere meno pericoloso il rischio di dissesto idro-geologico e dell’inquinamento del suolo, delle acque e dell’aria e rilanciare i settori cardini dell’economia locale come l’agricoltura, con l’attivazione di politiche agibili (Green economy) e il settore turistico.

Si è ribadita la necessità di progetti fattibili e la loro realizzazione in tempi il più breve possibile e sostenibili, soprattutto in direzione della viabilità quasi completamente distrutta, devastata o danneggiata. Importante è stata giudicata anche la sensibilizzazione delle popolazioni cointeressate attraverso una persistente opera di divulgazione tramite convegni ed altre idonee iniziative. C’è anche da registrare la perspicacia e lungimiranza con cui si è presa questa iniziativa considerando che nella riunione consiglio regionale , di martedì 10 c.m. , per iniziativa del presidente dell’Assemblea regionale, Nicola IRTO, è in ordine del giorno la proposta di legge N.16/10 recante ” modifiche ed integrazioni alla L.R. n.19 del 16 Aprile 2002 “. Norme per la tutela, governo ed uso del territorio.- Legge urbanistica regionale “; ed è previsto l’inserimento, appunto, dei Contratti di Fiume.

Il progetto, quindi, è stato battezzato: “CONTRATTO di FIUME “.

A tale contratto, che è stato dichiarato aperto ad altri Enti territoriali ed è auspicabile (ma in effetti è assolutamente necessario) che ci sia l’adesione degli altri comuni dell’Area Grecanica e viciniori, soprattutto Melito Porto Salvo, Bova Marina e Palizzi, la Comunità Montana, i GAL ed il Consorzio di Bonifica.

Il Parco d’Aspromonte ha intanto predisposto il finanziamento di 35 mila euro che serviranno per attivare la segretaria, cosiddetta tecnica, con sede presso il Comune capo-fila di Condofuri. Non sfugge a nessuno che per la fattiva realizzazione di detto “contratto di fiume“ sono necessari moltissimi milioni di euro e non vi è dato sapere , e non è oltremodo immaginabile, in questa grave crisi economica con quasi tutti i bilanci comunali in situazioni di possibile dissesto economico – finanziario, come e quando sarà possibile avere i necessari finanziamenti e da parte di quali Enti, sia statali che locali, per realizzare le tante opere necessarie per mettere in sicurezza le fiumare Amendolea e Tuccio in considerazione, che esondando, potrebbe accadere l’irreparabile, come sopra specificato.

Altrimenti perché chiamarli “contratti di fiume“? La paura che serpeggia tra la gente, ormai sfiduciata e disillusa, è che si sia messo in cammino l‘ennesimo “carrozzone“ , acchiappa e sperpera risorse, che alla prima curva sarà destinato a sbandare e disperdersi … in qualche vallata … Io credo, invece, che bisogna avere fiducia e sostenete fortemente e convintamente le iniziative dei nostri Enti territoriali, ognuno con il proprio ruolo e proprie potenzialità messi al servizio del bene comune”.

Mimmo Musolino
Referente Comitato per la difesa ed il rispetto della Costituzione “ O.L. Scalfaro“ di Melito P.S.

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