All’Auditorium “Don Bosco” di Bova Marina celebrato il “Pi Greco Day”

Mario Versaci

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La società contemporanea, sempre più caratterizzata dallo sviluppo della capacità logica, ha l’esigenza di inserire la matematica nella sua dimensione storica, come processo di ricerca e di continua scoperta, rispettando così l’etimologia della parola greca mathematikós, che significa “appassionato del conoscere”.

Quest’anno, lo staff di Bibliopedìa e le Associazioni culturali CGS Sales ed Elpida hanno contribuito a celebrare la giornata dedicata alla costante più famosa della storia con l’incontro formativo “Happy pi greco day – da Euclide a Banach, tra curiosità ed aneddoti”, offrendo la possibilità di approfondire le tematiche proposte attraverso una trattazione sufficientemente analitica e al contempo sufficientemente sintetica per risultare leggibile anche a chi “tecnico della matematica” non è.
Come spiegato nell’indirizzo di saluto, il giorno dedicato al festeggiamento del Pi greco non poteva che essere il 14 marzo alle ore 15:00, seguendo la tradizionale grafia anglosassone della data, si arriva alla composizione del numero 3.14, che indica l’approssimazione ai centesimi di pi greco, mentre l’orario si adegua all’approssimazione 3.1415.
La prima celebrazione del “Pi Day” risale al 1988, a San Francisco, per l’impegno del fisico americano Larry Shaw, noto come “il Principe del pi greco”. Tanti sono i modi per festeggiare l’importanza di questo numero decimale illimitato non periodico, tra cui cortei circolari, vendita di torte a forma della strana lettera greca, decorazione di t-shirt con le cifre decimali del pi greco, intonazione di canzoni rap con testi numerici, ma anche celebrazioni online in comunità virtuali.

A Bova Marina, grazie all’intervento dell’ing. Mario Versaci, dottore sia in Ingegneria Civile che in Matematica e professore associato di Elettrotecnica presso l’Università Mediterranea degli Studi di Reggio Calabria, una folta platea di docenti e alunni provenienti da Istituti di primo e secondo grado, ricadenti nel territorio grecanico, ha potuto articolare e ampliare le conoscenze dei principali aspetti storici nel campo scientifico.
Un minuzioso excursus storico dalle origini della matematica fino al Novecento. Il relatore ha così spaziato, con professionalità e naturalezza, dalla nascita del concetto di numero alla matematica greca ed ellenica, da Pitagora – fondatore della Scuola pitagorica, i cui membri si dedicavano alla ricerca matematica con connotazioni filosofiche e mistiche – ad Euclide che, per la prima volta, conferisce un’organizzazione sistematica delle conoscenze matematiche dell’epoca nel suo capolavoro “Elementi”. Non sono stati dimenticati Archimede, il padre della fisica matematica, Ipparco da Nicea, che ingegnosamente costruisce il primo astrolabio, e Tolomeo, che indaga sulla natura della Via Lattea. Di rilievo anche la figura di Ipazia di Alessandria, unica donna della trattazione, che ha umiliato il mondo scientifico maschile del V secolo d.C. con il suo totale dominio della trigonometria; a lei Pallada dedicò un bellissimo epigramma: “Quando ti vedo mi prostro, davanti a te e alle tue parole…astro incontaminato di sapiente cultura”.
È stata esaminata anche l’evoluzione della matematica nel Cinquecento, secolo nel quale si diffuse, in Europa ed in particolare in Italia, un forte interesse per l’algebra e si cominciarono ad accettare i numeri negativi, chiamati spesso “falsi”. A quel tempo i matematici si deliziavano a sfidarsi pubblicamente per risolvere alcuni problemi, fino alla nascita del calcolo infinitesimale, pochi anni dopo, grazie all’opera di Isaac Newton e Leibnitz che svilupparono contemporaneamente le idee fondamentali di derivazione e ciò portò ad una violenta disputa che li vide contrapposti per anni nel rivendicare la paternità di tale “scoperta”.

Nel XVII secolo la matematica europea ricevette un forte impulso. Gli uomini di scienza iniziarono a riunirsi in accademie, come la Royal Society e la Académie française, e furono istituite le prime cattedre di matematica nelle università. Fermat fu uno dei matematici più produttivi del secolo nonostante fosse un magistrato e si occupasse della materia da dilettante, congetturando una quantità impressionante di teoremi, alcuni subito dimostrati, mentre per l’ultimo si dovette attendere addirittura fino al 1994.
Eulero fu uno dei più grandi matematici di tutti i tempi e introdusse i simboli oggi accettati per le funzioni trigonometriche, la sommatoria, la funzione generica. Proprio Eulero diffuse l’uso del simbolo π. Ad Eulero di deve quella che è considerata la più bella formula della matematica, che contiene al suo interno il numero di Nepero (e), l’Unità Immaginaria (i), il Pi greco e l’unità.

Tutta la matematica del Novecento è pura astrazione: nasce l’algebra astratta. Con Peano si ha la definizione rigorosa di numero, con Hilbert e Banach viene generalizzato il concetto di funzione.
“Ciò che ha generato confusione nella storia della matematica – ha sottolineato più volte il relatore – e ha indotto in errore è stata la mancanza della generalità nell’approccio e, dunque, la trasversalità e l’equivalenza”.

Alla fine dell’esposizione, tutti i presenti hanno riconosciuto un grande merito all’ing. Mario Versaci: saper veicolare una tematica ostica e complessa di per sé in modo scorrevole, concentrando numerose informazioni in poco tempo.

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Author: Maristella Costarella

autore e collaboratore di ntacalabria.it

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