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Il piano di rientro, predisposto dalla terna commissariale, è stato giudicato “non congruo”. La bocciatura, adottata con un provvedimento della Corte dei Conti sezione Calabria, conferma quanto già avevamo dichiarato allorquando lo ritenemmo confuso ed insostenibile.
Il piano, che aveva l’obiettivo di ripianare i debiti del Comune nell’arco del prossimo decennio, ha subito dal febbraio scorso, quando fu varato, una serie di aggiustamenti che evidentemente non sono bastati a renderlo attendibile al vaglio dell’organo di controllo regionale.
In generale, ci si sta domandando se questa difficile fase da cui Reggio Calabria fatica ad uscire sia più il frutto di un piano per ‘coprire’ l’operato dissennato dei passati amministratori che il reale tentativo di risanare il quadro economico. Se così fosse, a pagare per le responsabilità di una inadeguata classe dirigente sarebbero, ancora una volta, solo i cittadini!
In ogni caso, è opportuno che la commissione straordinaria faccia le sue autonome valutazioni in merito. Nel frattempo, però, si intervenga affinché il crac finanziario causato da Scopelliti e dai suoi sodali non diventi una mannaia per la città a cui dovranno continuare a far fronte solo i cittadini. Sarebbe opportuno, invece, che si trovasse il modo di risarcire i reggini dei danni loro causati dalle amministrazioni guidate da Scopelliti e Arena, unici responsabili dell’attuale disastro, in senso economico e da un punto di vista morale, civile ed eventualmente, legale.
Aspettiamo, comunque, la relazione contenente le motivazioni della bocciatura per valutare le prospettive a cui si andrà incontro e ribadiamo la nostra totale apertura verso qualsiasi soluzione permetta alla città di uscire da questo buco economico, non facendo peso solo sulle spalle dei cittadini e -ribadiamo- rendendo note le responsabilità di chi ha governato in maniera dissennata.
Il Partito Democratico reggino è al lavoro per fare uscire Reggio dalla crisi e nei prossimi giorni, in tal senso, saranno assunti impegni pubblici da parte dei massimi livelli parlamentari.
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