Reggio Calabria, la Madonna della Consolazione infonde speranza ai detenuti: l’appello di Monsignor Nunnari

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Una giornata di festa e un intenso momento di condivisione nella casa circondariale di Reggio Calabria dove l’effige della Madonna della Consolazione è tornata dopo quattro anni per portare speranza alle persone detenute. La comunità carceraria tutta, la direttrice Maria Carmela Longo, i detenuti, gli operatori e i volontari, insieme per pregare e condividere un momento molto speciale.

Un appuntamento emozionante che si ripete periodicamente dai primi anni Novanta ma che rappresenta anche un’occasione particolare. L’effige della patrona di Reggio Calabria, infatti, viaggia dall’Eremo al Duomo e viceversa durante le due Processioni cittadine annuali, oltre le quali essa viene portata fuori solo nell’occasione di visita ai detenuti in carcere, come avvenuto nei giorni scorsi.

Qui il suo cuore Misericordioso accoglie le preghiere ed i pensieri di affidamento delle persone in attesa di giudizio, delle persone poste in una condizione di privazione della libertà personale, di madri, padri e figli lontani dai propri cari. Una Santa Messa officiata da monsignor Salvatore Nunnari, reggino di nascita ed oggi arcivescovo metropolita di Cosenza – Bisignano, e animata dal coro ‘Libera Mente’ ha preceduto il passaggio del Quadro per i corridoi del carcere reggino.

Un momento di preghiera in cui Monsignor Nunnari ha suggerito una profonda riflessione sulla vita e sulle possibilità che a ciascun uomo e ciascuna donna possono schiudersi lungo la via della conversione. Non esiste Libertà lontano dalla Verità. Un appuntamento molto atteso, quest’anno preceduto dal primo di un ciclo di incontri, promossi dalla Casa circondariale reggina in collaborazione con il Centro Servizi al Volontariato dei Due Mari’ di Reggio ed il Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria, dal titolo ‘Reato, pena, vittime del delitto e giustizia riparativa: un percorso possibile’.

Introdotti dalla direttrice della Casa circondariale reggina Maria Carmela Longo e dal presidente del CSV reggino Mario Nasone, monsignor Salvatore Nunnari e Deborah Cartisano, figlia di Lollò Cartisano fotografo sequestrato a Bovalino, in provincia di Reggio Calabria, ed il cui corpo venne ritrovato a distanza di 10 anni dal rapimento avvenuto nel 2003 a Pietra Cappa in Aspromonte, hanno incontrato i detenuti di media sicurezza.

‘Al di là delle azioni, in ogni uomo c’è sempre un cuore’ dice monsignor Nunnari che, nelle ultime pagine della propria riflessione pastorale in cui si appella agli uomini di mafia, ha ricordato la fulgida figura di don Pino Puglisi, ucciso a Palermo dalla mafia nel settembre 1993, il quale diceva che:’Ogni cuore ha i suoi tempi che neppure noi riusciamo a comprendere’. Un invito instancabile all’incontro con Cristo nella conversione e nel perdono.
Una testimonianza forte ed intensa è stata poi resa da Deborah Cartisano che ha saputo trasformare il suo dolore in impegno, la sua voce in speranza anche per le altre vittime di mafie che insieme a Libera hanno trovato la forza di spezzare il muro del silenzio e di raccontare la loro storia, rendendola inestimabile patrimonio comune. Dopo anni di appelli e lettere fu infatti un carceriere del padre a rispondere alla giovane Deborah consentendole di trovare i resti del corpo del papà. Lì, a Pietra Cappa, oggi vi è una lapide dove vengono posti dei fiori, perché anche da un cuore di pietra può nascere un fiore. Il cambiamento è possibile.

Presenti all’incontro, unitamente cappellano che segue la comunità carceraria reggina monsignor Giacomo D’Anna, anche l’assessore alla Cultura ed alla Legalità della provincia di Reggio Calabria, Eduardo Lamberti Castronuovo, la consigliera di Parità Daniela De Blasio, l’avvocato Agostino Siviglia dell’Ufficio Garante dei Diritti delle persone Detenute di Reggio.

Così anche, e soprattutto, dentro il carcere si opera affinchè si maturi una cittadinanza responsabile, consapevole dei diritti propri come anche di quelli violati della vittime. Un incontro di esperienze necessario per un autentico percorso di rieducazione e cambiamento che nelle prossime settimane vedrà impegnate le persone detenute presso la casa circondariale reggina negli incontri con il sostituto procuratore della DDA reggina Stefano Musolino ed Antonio Salsone, figlio del maresciallo della Polizia Penitenziaria Filippo Salsone assassinato a Brancaleone (RC) nel febbraio del 1986, il prossimo mercoledì 24 novembre, ed i magistrati Piergiorgio Morosini e Daniela Tortorella, il prossimo lunedì 3 dicembre.

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Author: Cristina

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