Difesa e rilancio della ferrovia jonica

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Si è tenuta, presso la sede YMCA di Siderno, Giovedì 25 sera, la seconda manifestazione pubblica  promossa dal CIUFER, da Siderno Libera, da altre Associazioni, Comitati di cittadinanza attiva e una decina di  amministrazioni comunali, “In difesa e per il rilancio della ferrovia ionica”.  La prima si era svolta davanti alla stazione di Marina di Gioiosa Ionica il 15 settembre scorso ed altre sono in fase di organizzazione lungo tutta la fascia ionica; la terza iniziativa  si svolgerà a Bova Marina il 9 Ottobre prossimo.

La comunità calabrese sta rilevando ormai da tempo con somma preoccupazione l’impoverimento dei servizi di trasporto ferroviario lungo tutto il corridoio ionico. Vi sono serie ragioni di pensare che si stia attuando, ad opera di Ferrovie dello Stato (FS), attraverso azioni graduali ma scientificamente determinate, un’opera di smantellamento dei servizi ed ora anche dell’infrastruttura.
La strategia in atto mira ad impoverire i servizi in modo da disaffezionare i viaggiatori e giustificare poi dei tagli in rapporto alla domanda decrescente di mobilità; si confida inoltre nella scarsa capacità di reazione delle popolazioni locali. Si chiudono le stazioni e si lasciano al degrado (lungo la linea ionica la situazione è da vergogna); si utilizzano treni vecchi, sporchi, soggetti a frequenti guasti; si squalificano i servizi (corse soppresse senza preavviso, mancanza di coordinamento, ritardi, ecc.); si vessano i viaggiatori (assenza di informazioni, multe pesanti, zero assistenza), si teme si stia riducendo perfino la manutenzione ordinaria dell’infrastruttura e dei veicoli determinando rischi crescenti in termini di sicurezza per viaggiatori e ferrovieri.
Si sta assistendo inoltre ad azioni volte a rompere l’unità della rete; ed ecco allora la scelta di cancellare i servizi ferroviari fra Sibari e Metaponto, tagliando le relazioni dirette con la Puglia, sostituendo i treni con autoservizi inappetibili. Sul segmento di raccordo Ionio-Tirreno, la linea Catanzaro-Lamezia, dopo un’interruzione forzata e prolungata nel 2013 a causa del crollo di un ponte nei pressi di Marcellinara, si è ridotta l’offerta di trasporto ad autoservizi minimi, e in questi mesi la ripresa del servizio ferroviario si è attestata su standard modestissimi (solo 3 coppie di treni/giorno e di pessima qualità). Ma l’obiettivo ultimo, ad osservare attentamente le politiche di FS di questi anni, purtroppo avallate o disconosciute dalle forze di Governo, sembra decisamente l’isolamento e il successivo smantellamento della linea ferroviaria ionica.
La riprova ultima è rappresentata dall’ennesima scure che sta per abbattersi sulla linea ferroviaria Reggio Calabria – Taranto. Entro dicembre 2014, infatti, secondo programmi di RFI, una decina di stazioni  verranno declassate a “fermate”. Tecnicamente, tale declassamento consiste nella soppressione dei binari di precedenza ed incrocio e relativi apparati di segnalamento, che normalmente caratterizzano le stazioni ferroviarie, e che permettono di effettuare manovre tipiche (incroci tra treni in senso opposto, precedenze tra un treno più veloce che “supera” uno più lento, ecc.). La riduzione del numero di stazioni e relativa trasformazione in fermate sulla linea ionica si tradurrà in pesanti ripercussioni sull’esercizio ferroviario;   si determinerà una riduzione di potenzialità (capacità di transito) ed un prevedibile allungamento dei tempi di viaggio in ragione delle maggiori distanze interstazione. Nei fatti si renderà il trasporto ferroviario assolutamente ed assurdamente perdente nei confronti dei mezzi su gomma, autobus ed autoveicoli privati. Le stazioni che subiranno il definitivo taglio e che rimarranno a singolo binario, saranno le seguenti: Marina di San Lorenzo (binari già tagliati), Bova Marina, Capo Spartivento, Ferruzzano, Ardore, Marina di Gioiosa Jonica, Caulonia, Riace, Squillace, Roccabernarda, Isola di Capo Rizzuto, Roseto Capo Spulico, Policoro-Tursi.

La Calabria è la Regione più povera d’Italia, con metà della sua popolazione sotto la soglia della povertà; la fascia ionica calabrese è ancora più povera e vi risiedono comunque 1 milione di abitanti. Per ragioni diverse, a questa terra meravigliosa è stato impedito di esprimere le potenzialità latenti in settori fondamentali dell’economia come quelli agricolo, culturale e turistico. La comunità locale non vuole accettare un ulteriore suo  impoverimento; si sta perciò mobilitando per la salvaguardia e il rilancio della ferrovia ionica, la Ferrovia della Magna Grecia.
I punti salienti della rivendicazione in atto nei confronti delle istituzioni di governo regionale e nazionale sono i seguenti:
1.    Costituzione e convocazione nel più breve tempo possibile, in Calabria, di un tavolo tecnico che preveda la partecipazione di rappresentanti dei movimenti, delle amministrazioni locali e di loro tecnici di fiducia;
2.    Assunzione immediata di un provvedimento che blocchi e annulli definitivamente le operazioni di smantellamento di binario in corso da parte di RFI e attivi il ripristino del binario tagliato presso la stazione di Marina di San Lorenzo;
3.    Avvio di una procedura di gara per l’acquisto di 15 treni regionali di ultima generazione; al tal fine si potrebbe procedere attraverso una rimodulazione dell’Accordi di Programma   stipulato fra Regione e Ministero della Coesione che stanziava 80 Mni di Euro per la elettrificazione di una non ben definita tratta ionica (il progetto non è mai stato elaborato dalla Regione Calabria e i fondi sono rimasti fermi presso il Ministero);
4.    Predisposizione ed attuazione di un piano di rilancio dei servizi di trasporto ferroviario su standard di qualità europei, attraverso un nuovo programma di esercizio che preveda:
–    il ripristino dei servizi  con treni da Sibari verso la Puglia a cadenza oraria e maggiore frequenza nelle fasce orarie di punta;
–    il ripristino delle corse ferroviarie fra Catanzaro Lido e Lamezia Terme a cadenza oraria e maggiore frequenza nelle fasce orarie di punta;
–    la presenza di treni locali di raccolta e distribuzione (su brevi distanze come la Locride) e di treni rapidi sulle direttrici principali (Crotone-Lamezia Terme; Roccella-Lamezia Terme; Reggio Calabria-Catanzaro Lido; Reggio Calabria-Bari; Sibari-Paola-Lamezia Terme; ecc.);
5.    Recupero funzionale dei fabbricati di stazione, cessione degli stessi fabbricati ai comuni, previa realizzazione di opere e adozione di tecnologie utili a garantire:
–    servizi di assistenza e di informazione ai viaggiatori ed ai turisti;
–    servizi di interscambio modale;
–    decoro e qualità ambientale (cura del patrimonio edilizio e delle aree di pertinenza);
6.    Ripristino del collegamento ferroviario dismesso di recente, di raccordo fra la stazione Marittima e la stazione Lido di Reggio Calabria; ed attivazione di servizi di navetta fra porto e aeroporto dello Stretto al fine di rendere diretto, efficace, appetibile l’accesso allo scalo aeroportuale per la popolazione messinese;
7.    Potenziamento della flotta di navi veloci sullo Stretto, mediante acquisizione di 6 nuove motonavi di proprietà pubblica, al fine di garantire servizi frequenti e affidabili fra le due sponde dello Stretto in concorrenza agli operatori privati;
8.    Stanziamento adeguato di risorse per garantire l’esercizio dei servizi di cui ai punti sopra, secondo parametri di costo standard.

La rivendicazione di cui sopra e il Tavolo tecnico di confronto con le parti istituzionali saranno accompagnati da una serie di iniziative pubbliche a scala locale, finalizzate alla sensibilizzazione della comunità e al coinvolgimento pieno dei Comuni della fascia ionica, delle associazioni di categoria, dei movimenti civici, che si stanno coordinando in rete. Si tratta della rivendicazione di un diritto alla mobilità ferroviaria su standard europei e  di un processo di rilancio del sistema di trasporto ferroviario, dopo decenni di politiche di regresso e tagli, mentre consistenti investimenti, da troppo tempo ormai, sono destinati ad aree del paese certamente meno sofferenti e vulnerabili della Calabria.  Il Decreto Sblocca Italia, ultimo provvedimento di governo in ordine di tempo, non destina alcuna risorsa alla Calabria.
Si richiama inoltre alla responsabilità la Regione Calabria, che si è dimostrata incapace di salvaguardare gli interessi dei calabresi e addirittura si è resa protagonista  colpevole del disimpegno di ingenti risorse finanziarie (vedi Fondi POR), destinati a infrastrutture e servizi di trasporto ferroviari.

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