Bova, Bruno Traclò sul rito delle Palme

Bova palme

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Bruno Traclò:

“Dalla seguente domanda:”…Era possibile che elementi della cultura popolare antica fossero ancora presenti, se non nelle pratiche, almeno nella memoria degli anziani di oggi?” prende le mosse la ricerca di Emanuele Lelli, studioso di poesia ellenistica e letteratura scientifica e tecnica greca e latina; un percorso attraverso la cultura popolare degli abitanti la dorsale Appenninica del Sud Italia raccontato nel libro “Sud Antico”. Di questo Sud antico fa parte l’intera Calabria, specialmente i paesi dell’entroterra aspromontano e con essi Bova, i cui abitanti sono lucidi depositari e fonte di preziose reminiscenze culturali antiche.

Facilmente, ci si può calare in questo contesto culturale partecipando alla “ Processione delle Palme “ di Bova  e  condividendo con i Bovesi l’inizio della Settimana Santa. Un incipit che, come vuole la tradizione  cristiana, è incentrato sulla sacralità della vita che, in questa circostanza, è rappresentata da statue vegetali dalle sembianze femminili, realizzate dagli abitanti del posto con  foglie di ulivo intrecciate. Un inno alla vita che i Bovesi manifestano plasticamente costruendo tali statue, addobbandole e arricchendole con fiori multicolore e frutta.
Essere presenti, partecipando a questo rito, è occasione di gioia collettiva culminante nello scambio del dono della palmetta “la steddha”, da conservare quale segno beneaugurale di prosperità, salute e pace. E’ evidente che non si stia parlando di uno dei tanti effimeri spettacoli di folklore paesano, buoni per attrarre sprovveduti turisti, bensì di una occasione di partecipata religiosità popolare che celebra la ciclicità vita-morte- resurrezione. Quindi, un comportamento collettivo volto a santificare, non casualmente di Domenica, la sacralità della vita e in questo modo a rinnovare la propria gratitudine verso il Creato e la Natura, nonché a ribadire il proprio rispetto per l’ambiente e per il   lavoro degli agricoltori, preziosa fonte di beni primari e di nutrimento. E’ proprio per il rispetto di questa religiosità che   stona profondamente vedere, come succede da qualche anno a questa parte, le Palme addobbate da nastri tricolore portate in processione da sindaci pomposamente abbigliati come si trattasse di andare alla sfilata della Festa della Repubblica.

I cambiamenti socio-economici e culturali, modificando il modo di vivere rurale, impattano su queste usanze legate alla ciclicità dei lavori agricoli e ne possono alterare il significato. E’ necessario reagire a questo urto coniugando il rito delle “ Palme di Bova” ad altre iniziative utili ad esaltarne il valore  simbolico, senza modificarne quello rituale. Per esempio mettendo in campo iniziative di educazione ambientale con centro propulsivo  Bova. Sarebbe opportuno programmare, per il prossimo anno, la partecipazione di Bova alla Giornata Nazionale del Paesaggio; in previsione di ciò l’ Amministrazione Comunale dovrebbe stilare un documento ufficiale con cui si impegna a tutelare il suo paesaggio, ricordando a se stessa e  ricordando ai propri cittadini, che la Costituzione Italiana all’articolo 9, 2°comma recita: La Repubblica tutela  il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Siccome questo rito è legato anche alla ciclicità dei lavori agricoli, sarebbe coerente con esso organizzare dei corsi, seri e professionali, di gestione dell’agricoltura biologica. Poiché il rito delle Palme esalta il rispetto della natura, sarebbe, in virtù di ciò, opportuno  vigilare e bandire dal territorio di Bova  l’impiego di diserbanti e di altri pesticidi, ma sarebbe anche necessario programmare un piano di rifacimento delle “armaciere e delle rasule ( i terrazzamenti )“, sulle quali impostare una campagna di coltivazioni e produzioni agricole, arboree e di piante aromatiche, magari da coofinanziare con azionariato diffuso, possibile fonte di ricchezza per tutta la comunità Bovese. Ed ancora, potrebbe essere  opportuno stringere accordi con i Comuni limitrofi per il controllo degli incendi o per organizzare piani di incremento delle produzioni agricole comuni e delle relative filiere commerciali. Perché non pensare di realizzare intorno a Bova un grande parco dei frutti antichi e in via di estinzione, facendo tesoro delle ricerche del professore Orlando Sculli, compendiate nel suo libro “ Aspromonte, il giardino dei frutti dimenticati”? Insomma, celebriamo la giornata delle Palme in pace e salute senza rinunciare, successivamente, a discutere su idee   utili a trovare modelli efficaci di economia ecosostenibile per  mantenere viva e prospera la comunità Bovese”.

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