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Si è svolta giovedì 18 dicembre, presso l’Archivio di Stato di Reggio Calabria, la presentazione del saggio “Sul concetto di esistenza” di Salvatore Bellantone (Disoblio Edizioni). Alla presentazione, moderata da Antonio Giuseppe D’Agostino (Giornalista), sono intervenuti Mirella Marra (Direttrice Archivio di Stato di Reggio Calabria), Salvatore Spina (Dottore di Ricerca Università di Messina), Gianfranco Cordì (Filosofo), Salvatore Bellantone (Autore del saggio).
Mirella Marra ha inaugurato i lavori chiarendo come la storia della filosofia faccia parte dell’attività dell’Archivio, specialmente quando si riflette sui piccoli fatti e sui personaggi della storia come la vita e il pensiero di Walter Benjamin. Nel suo saggio, Salvatore Bellantone comincia un percorso della completezza dell’essere con una trilogia sul potere, confrontandosi con Benjamin e con la figura importante dell’angelo della storia.
Antonio Giuseppe D’Agostino ha ricalcato come il rapporto tra storia e esistenza sia sempre attuale e come il testo di Salvatore Bellantone, denso di riferimenti anche a Emile Cioran, provi a chiedersi se possa esserci un unico concetto di esistenza. Nel testo di Bellantone c’è un riferimento esplicito al rapporto che l’uomo ha con il suo tempo e con la lotta di classe, ma anche una rottura con i vecchi dualismi, introducendo una divisione della società in sopravvissuti e defunti.
Salvatore Spina ha sottolineato come il testo di Salvatore Bellantone sia un confronto e uno scontro con Walter Benjamin e le sue “Tesi sul concetto di storia”. Delineando brevemente la vita di Benjamin e il periodo in cui furono scritte le Tesi, Spina ha sottolineato come il testo di Salvatore Bellantone proponga di interrogarsi, anziché sulla storia, sull’esistenza, collocandosi su una scia heideggeriana di pensiero. Si tratta di pensare la questione di Benjamin a partire dall’oggi. In questo senso, il riferimento alla seconda inattuale di Nietzsche è palese, nella quale si critica l’idea di una storia come katechon. L’esistenza ha a che fare con la lotta. Nietzsche scrive col martello e Bellantone rovescia il tempo tra Benjamin e Nietzsche, per mettere a fuoco l’esistenza e il futuro, spazio nel quale si auspica la possibilità di un’umanità felice.
Gianfranco Cordì ha evidenziato come il testo di Salvatore Bellantone ci porti all’attualità, riflettendo sulla vita. Chiarendo i concetti chiave del testo di Walter Benjamin, Cordì ha sottolineato come il testo di Bellantone sia un’opposizione agli storicismi e il tentativo di mettere a fuoco quegli spazi di faglia che si aprono nel corso nel corso della storia, dentro i quali si genera, quasi voluta dalla storia stessa, la speranza. Tale sentimento è la possibilità di cambiare le cose.
Salvatore Bellantone ha delucidato la nascita delle “Tesi sul concetto di esistenza” e ha proposto una chiave di lettura dell’opera, muovendosi per contrasti – passato/futuro, storia/vita, cronista/lottatore, Angelus/Daemon, ideologie/felicità, realismo/finzione consapevole – chiarendo come il suo testo sia un omaggio a Walter Benjamin e un luogo di passaggio per studiare in maniera dettagliata le sue tesi e comprendere l’importanza di continuare a pensare e di lottare, sulla scia di coloro che hanno dedicato una vita intera per questo a favore delle generazioni future.
È stata, in definitiva, una serata ricca di interventi e di suggestioni, conclusa con un assaggio di pane e di vino, simboli del legame alla terra, della conoscenza dei lottatori del passato, della vita e del sacrificio operato dagli antenati per i sopravvissuti di oggi e di domani.
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