Le Muse e l’Archivio di Stato insieme per “Il Tempo del Bel vestire”

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“Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere” e l’Archivio di Stato di Reggio Calabria uniti per “Il Tempo del Bel vestire” manifestazione-evento che rappresenta un momento di incontro tra una istituzione ed il mondo dell’associazionismo.

Mirella Marra –direttrice dell’archivio- mercoledi scorso, ha esordito ringraziando “Le Muse” ed il suo giovane presidente Livoti, per avere condiviso una manifestazione dedicata alla moda nel tempo, in cui il valore storico della carte non poteva non essere protagonista.

Un inedito documento sull’Arte dei Sartori così è stato presentato dalla Marra al numeroso pubblico; i primi documenti sull’arte dei sarti si rifanno al 1750 e le botteghe si organizzano per tutelare l’arte e addirittura vengono eseguite “particolari pene” per chi non esercitava al meglio il proprio lavoro. Anche a Reggio i sarti avevano un loro protettore, Santo Omobono, lui che da commerciante nato a Cremona divenne protettore degli stessi, poiché dedico la sua vita alla carità.

Giuseppe Livoti, presidente Muse ha ricordato come la moda da sempre è stata testimone del tempo che passa e la pittura impressionista serve come referente fotografico per capire vezzi e tipologie francesi che hanno invaso l’Europa tra fine ottocento e primi del novecento e tale evento in archivio, ha concluso la mostra inaugurata lo scorso mese di aprile presso Palazzo Muscari nel cuore del centro storico di Reggio Calabria, nei pressi di Piazza Carmine.

La prestigiosa presenza di un componente della Famiglia Muscari Tomajoli, l’architetto Stefano Muscari, è servita a fare memoria sull’edificio progettato tra il 1920 ed il 1930 dalla studio Zerbi Pertini Marzatz, costruzione conosciuta come Palazzo Scordino e acquistato dai Muscari come dimora reggina, essendo la famiglia residente in un altro storico palazzo a Laureana di Borrello. L’architetto ha menzionato le tecniche costruttive tra le quali le capriate in legno proveniente dalla Russia o ancora il calce struzzo armato della facciata e le decorazioni interne.

La moda deve essere a servizio della società per la prof.ssa e vicepresidente Muse Teresa Polimeni Cordova, Leopardi questo affermava, l’abito identificava lo stile, l’appartenenza, lo stile borghese che si trasforma con l’avvento della prima guerra mondiale quando la moda viene –riformata.

L’avv. Manganella ha presentato gli abiti storici appartenuti a Pia Volpe Pietrogrande tra paillette, pietre dure, giaietti, disegni in cordoncino e perline, velluti, abiti importati da Parigi dalla moglie del generale Aurelio Bondi per partecipare a brillanti ricevimenti di circoli ufficiali della città di Bologna, abiti con linea a S, decorazioni per acconciature, piume e spilloni come –l’ uccello di paradiso nero-.

Il critico cinematografico Paola Abenavoli ha commentato immagini di donne che incarnarono con la loro figura il mito coniugando il bel vestire alla recitazione. E’ il caso di Lilian Gish, Gloria Swanson, Marlene Dietrich o le italiane Lyda Borelli, Francesca Bertini o la messinese Pina Menichelli donne che hanno dato secondo l’Abenavoli, vere e proprie tendenze con look, ancora oggi presi come modello da stilisti contemporanei, Prada ne è un esempio attuale.

Antonella Laganà esperta del tessuto ha raccontato del suo rapporto con l’aspetto merceologico e decorativo che negli anni l’ha condotta a catalogare decori e trame tipiche della provincia, essendo unica esperta del nostro territorio. Le donne di Calabria …mi hanno parlato dei loro telai, dei loro disegni a rombo, fricazzaneddu, mattunarico, bianchesano, catanzarisa, occhi di bue, repertori decorativi difficilmente tramandati. Il Coro delle Muse diretto dal maestro Enza Cuzzola ha eseguito brani napoletani di fine ottocento, medley che hanno identificato l’atmosfera tipica di fine secolo, con arie riconosciute come patrimonio della musica nel tempo.

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Author: Francesco

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