Fare per Fermare il declino incontra Confindustria Reggio Calabria

Francesco-Minicucci

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Fare per fermare il declino ha partecipato questa mattina all’iniziativa organizzata da Confindustria Reggio Calabria “Un impegno per Reggio sui problemi reali”.

È toccato a Francesco Minicucci, reggino, consulente aziendale, n. 3 alla Camera, intervenire sulle domande poste dall’ente presieduto da Andrea Cuzzocrea.
«Per favorire lo sviluppo e la crescita della Regione – ha affermato Minicucci – è innanzitutto necessario elevare la Calabria a “zona speciale di impresa”.
Questo è possibile, applicando una politica di marketing seria su aree strategiche della regione, per esempio come il Porto di Gioia Tauro.
Riteniamo che l’hub pianigiano abbia una velleità più logistica che industriale, per il quale dovrebbero essere pensate politiche fiscali come una flat tax area senza violare le norme comunitarie. Riteniamo ancora che in Calabria ci sia bisogno di diverse forme di contribuzione statale come crediti di imposta, detassazione di utili reinvestiti, incentivi all’aggregazione in forme di aziende collettive (Srl, Spa) maggiormente patrimonializzate, non solo finanziamenti a
fondo perduto che spesso sono distorsivi della concorrenza e del mercato ed inefficaci nella creazione e mantenimento di un’azienda. D’altra parte è indispensabile che, per potere imboccare una direttiva di crescita e sviluppo per il bacino del porto di Gioia Tauro, sia necessario un diverso e maggiore controllo dello Stato, che garantisca maggiore sicurezza. Senza legalità niente è possibile, senza nulla togliere all’impegno meritevole che le Forze dell’ordine hanno compiuto e compiono tutt’oggi». Nel corso del dibattito si è anche avuto modo di parlare di temi caldi quali il rigassificatore di Gioia Tauro e la centrale a carbone di Saline.

«In linea di principio, noi siamo favorevoli a quegli investimenti che garantiscono creazione di ricchezza e occupazione, soprattutto quando la percentuale di finanziamento privato è elevata se non totale, cosa che garantisce tempi brevi e certezza della realizzazione. Per ciò che concerne il rigassificatore – ha affermato Minicucci – è necessario che le
associazioni di categoria facciano da garanti sull’impianto. Pensiamo che sia un opportunità, per la Calabria, essere sito di produzione di energia a costi bassi, che garantisce ampio mercato da approvvigionare. D’altra parte è impensabile il solo rigassificatore senza la piastra a freddo che non è ancora in Agenda, ma è ciò che dovrà essere fatto subito dopo.

Quanto alla centrale a carbone, troppo spesso fulcro di un meccanismo di imbonimento dei leader locali per il consenso, riteniamo, invece, che sia necessario un’analisi oggettiva sulla salubrità dell’impianto a disposizione dell’opinione pubblica e che i cittadini possano esprimere il loro parere attraverso un referendum di iniziativa popolare». Quanto alla burocrazia e alla necessità di innovazione della pubblica amministrazione per Minicucci: «oggi se la burocrazia è
espressione di una certa politica è anche vero che il sistema non risponde alle logiche politiche. Questo contrasto pesa come un macigno sul cittadino che si trova dinanzi ostacoli insuperabili. È necessario, inoltre, un cambio culturale che imponga un controllo delle performance dei dirigenti e sul quale valutare l’ammontare dei loro stipendi». Quanto al credito alle imprese, per Fare per fermare il declino «occorre ripensare il sistema di verifiche e controlli per l’accesso al credito, per cui molto spesso le aziende impostano i loro bilanci per le banche e non per il sistema informativo imprenditoriale e, in aggiunta, gli intermediari bancari e non bancari stessi devono disporre di meccanismi di rinegoziazione del credito ad oggi mancanti.

In sala, per Fare erano anche presenti Marcello Altomonte, n. 4 al Senato, Giuseppe Branca, n. 7 e Giancarlo Sudano, n. 17 alla Camera, oltre che Giuseppe Naim tra i coordinatori regionali del movimento.

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Author: Cristina

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