Frantoio sotto sequestro per inquinamento ambientale

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Un frantoio oleario è stato sequestrato a Isola Capo Rizzuto. Infatti, i militari della Guardia Costiera di Crotone hanno scoperto gravi violazioni ambientali. Inoltre, l’impianto occupa una superficie di 150 metri quadri.

Pertanto, l’intero frantoio è stato posto sotto sequestro. Infatti, le acque di lavorazione delle olive venivano scaricate illegalmente. Di conseguenza, inquinavano il suolo e le acque.

Acque reflue scaricate direttamente sul terreno

I controlli ambientali hanno fatto emergere una situazione grave. Infatti, le acque di vegetazione prodotte dal lavaggio e dalla defogliazione delle olive finivano sul terreno. Inoltre, non c’era alcun sistema di depurazione.

Pertanto, queste acque erano recapitate attraverso pozzetti e tubazioni direttamente sul suolo. Di conseguenza, finivano all’esterno del frantoio. Allo stesso modo, per caduta arrivavano in un vicino canale di scolo.

Le irregolarità nella gestione dei reflui

Le acque di vegetazione prodotte dalla centrifuga delle olive dovevano essere smaltite correttamente. Infatti, venivano raccolte in una vasca di raccolta. Inoltre, poi dovevano essere sparse nei terreni di proprietà.

Tuttavia, c’erano diverse irregolarità. Pertanto, il titolare non rispettava le norme ambientali. Di conseguenza, è scattato il sequestro.

Mancanza della documentazione obbligatoria

L’attività era stata comunicata all’Ente civico tramite Scia. Infatti, questa è la procedura standard. Tuttavia, le acque di vegetazione non erano registrate come previsto dalla normativa.

Inoltre, mancava un documento fondamentale. Pertanto, non era allegata alla Scia la relazione tecnica. Di conseguenza, non c’era la documentazione sull’utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione.

Nessuna autorizzazione per gli scarichi

L’attività commerciale era completamente priva di autorizzazione. Infatti, mancava l’autorizzazione allo scarico per le acque reflue industriali. Inoltre, anche le acque meteoriche di dilavamento non erano autorizzate.

Pertanto, il frantoio operava nell’illegalità. Allo stesso modo, danneggiava l’ambiente. Di conseguenza, i militari sono intervenuti con il sequestro.

Un quadro di violazioni molto grave

Il quadro delle violazioni emerso dai controlli è molto grave. Infatti, si tratta di scarichi non autorizzati. Inoltre, c’è inquinamento del suolo e delle acque.

Pertanto, la situazione rappresentava un rischio ambientale. Allo stesso modo, danneggiava la salute pubblica. In conclusione, l’intervento era necessario e urgente.

La denuncia del titolare

Alla luce di quanto emerso, il titolare del frantoio è stato denunciato. Infatti, ci sono diverse ipotesi di reato. Inoltre, tutte sono previste e sanzionate dal Testo unico ambientale.

Pertanto, dovrà rispondere di inquinamento ambientale. Allo stesso modo, dovrà rispondere di scarico non autorizzato di acque reflue. Di conseguenza, rischia sanzioni penali pesanti.

I reati ambientali contestati

I reati contestati sono molteplici. Infatti, c’è lo scarico abusivo di acque reflue. Inoltre, c’è l’inquinamento del suolo. Pertanto, anche l’inquinamento delle acque superficiali.

Allo stesso modo, c’è la violazione delle norme sulla gestione dei rifiuti liquidi. Di conseguenza, il titolare rischia il processo penale. In conclusione, le sanzioni potrebbero essere molto pesanti.

Le prescrizioni per la regolarizzazione

Al titolare del frantoio saranno impartite prescrizioni di carattere ambientale. Infatti, dovrà mettersi in regola. Inoltre, avrà dei termini precisi da rispettare.

Pertanto, se ottempera alle prescrizioni nei termini assegnati, potrà regolarizzare l’attività. Di conseguenza, dopo il dissequestro, potrà riprendere a lavorare. Tuttavia, dovrà rispettare tutte le norme ambientali.

Cosa deve fare per riaprire

Per poter riaprire il frantoio, il titolare dovrà fare diversi interventi. Infatti, dovrà installare un sistema di raccolta e trattamento delle acque reflue. Inoltre, dovrà ottenere l’autorizzazione allo scarico.

Pertanto, dovrà presentare la relazione tecnica sull’utilizzo agronomico delle acque. Allo stesso modo, dovrà tenere i registri obbligatori. Di conseguenza, dovrà operare nel pieno rispetto delle leggi ambientali.

L’impatto ambientale degli scarichi

Gli scarichi abusivi di un frantoio hanno un impatto ambientale molto grave. Infatti, le acque di vegetazione sono altamente inquinanti. Inoltre, contengono sostanze organiche in alta concentrazione.

Pertanto, quando vengono scaricate sul terreno, lo inquinano. Allo stesso modo, possono raggiungere le falde acquifere. Di conseguenza, rappresentano un pericolo per l’ambiente e per la salute.

Le sostanze inquinanti delle acque di frantoio

Le acque di vegetazione contengono polifenoli, zuccheri e acidi organici. Infatti, queste sostanze sono molto concentrate. Inoltre, hanno un alto potere inquinante.

Pertanto, se non trattate correttamente, danneggiano il suolo. Allo stesso modo, possono uccidere i microrganismi utili. Di conseguenza, serve un trattamento adeguato prima dello smaltimento.

Il ruolo della Guardia Costiera

La Guardia Costiera di Crotone svolge un ruolo fondamentale nei controlli ambientali. Infatti, controlla non solo il mare ma anche le attività a terra che possono inquinare. Inoltre, collabora con gli altri enti di controllo.

Pertanto, questi controlli sono essenziali per la tutela del territorio. Allo stesso modo, servono a prevenire danni ambientali. Di conseguenza, chi inquina deve essere fermato.

Continueranno i controlli sul territorio

I controlli ambientali continueranno nei prossimi mesi. Infatti, la Guardia Costiera intensificherà le verifiche sui frantoi. Inoltre, controllerà tutte le attività produttive che possono inquinare.

Pertanto, serve massima attenzione da parte degli operatori. Allo stesso modo, serve il rispetto delle norme. In conclusione, la tutela dell’ambiente deve essere una priorità per tutti.

 

 

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Author: Claudia