Simeri, il nuovo libro di don Francesco Cristofaro

don francesco cristofaro

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Spiritualità, fede e amore, ma soprattutto tanta gioia, emozione ed orgoglio, sono stati questi, insieme a tanti altri, i sentimenti per nulla astratti ma ben visibili nei volti di chi gremiva la chiesa Santa Maria Assunta nel caratteristico borgo di Simeri, piccola realtà parrocchiale con alla guida un grande sacerdote, quale don Francesco Cristofaro, giunto al suo decimo anniversario di sacerdozio.
Un evento svolto a partire dalle ore 18.00, ma che già da tempo era sulla bocca e nei pensieri dei tantissimi amici e fedeli seguaci del parroco, “seguaci” non per usare una parola come un’altra, ma per indicare il termine esatto utilizzato nei social network, all’interno dei quali, don Francesco viene seguito da migliaia di persone, quotidianamente pronte a ricevere le sue pillole di fede e ad inviare le proprie intenzioni di preghiera che, come ha detto lo stesso durante l’evento, vengono subito lette e portate nelle mani della Beata Vergine e del suo Figlio e nostro Signore.

A precedere la Celebrazione di ringraziamento per questi 10 anni di servizio al Signore è stata la presentazione ufficiale del nuovo libro di don Francesco “Un Pensiero a Maria – Preghiere Mariane”, seconda opera dopo Galileo Galilei, Assolto in Cassazione, edito dalla Tau Editrice. Se pur emozionatissimo e con una vasta platea ad ascoltarlo, il giovane sacerdote è riuscito a mantenere la serenità che lo contraddistingue nei suoi programmi televisivi e radiofonici, rispondendo in maniera esaustiva alle domande poste dalla scrittrice Mariagiovanna Saladino, la quale è riuscita a tirar fuori i vari ed importanti aspetti trattati da don Francesco nel suo libro, che vedono un’analisi attenta ed accurata delle preghiere più importanti che la Chiesa rivolge alla Madonna: l’Ave Maria, il Salve Regina.

Dall’inizio sino alla fine, non sono mai cessati i ringraziamenti da parte di don Cristofaro, nei confronti di chi quotidianamente lo sostiene e lo incoraggia ad andare avanti: partendo dai suoi amatissimi parrocchiani, passando per i tanti amici social, al Movimento Apostolico, grembo della sua vocazione sacerdotale e “luce nella stanza buia del mio cuore” per poi concludere con chi da sempre lo ha amato, la sua famiglia, senza la quale, come ha ribadito più volte con un filo di voce smorzata dall’emozione, oggi non sarebbe qui. Al termine della presentazione, il sindaco di Simeri Crichi, Barberio, ha voluto prendere la parola per esprimere il suo profondo ringraziamento nei confronti di don Francesco, per quanto egli ha compito nella comunità di Simeri in questi suoi primi sette anni, omaggiando quest’ultimo con una targa ed un fascio di fiori consegnati dal delegato di governo a Simeri, la dott.ssa Riccelli.

Oltra alla presenza dell’intera Amministrazione comunale di Simeri Crichi, apprezzata è stata la delegazione della comunità di Sellia Superiore, prima parrocchia di don Francesco, giunta numerosissima per partecipare all’evento, accompagnata dal sindaco Zicchinella e dal parroco Spanò e la comunità di origine di don Cristofaro, quella di Uria e Sellia Marina, accompagnata dal Sindaco Francesco Mauro.
Particolarmente toccanti, all’inizio della celebrazione, sono state le due lettere scritte a nome dell’intera comunità parrocchiale ed interpretate da due donne che in essa ne compongono parte attiva. Riportiamo di seguito il testo di entrambe:

Carissimo don Francesco, 10 anni di cammino sacerdotale, in gran parte condivisi con noi della comunità di Simeri: immaginiamo che per lei questa ricorrenza è soprattutto un’occasione per invocare, ringraziare e benedire il Signore, e noi tutti partecipiamo con gioia a queste sue intenzioni!
Festeggiare l’anniversario di un presbitero, significa in primo luogo fare festa con Gesù e per Gesù: è a Gesù che lei sempre ci conduce, don Francesco, è Lui che ci indica, è Lui sempre al centro. Lei ci attesta che il sacerdote è chiamato a essere sempre e in tutto presenza, cuore, carità, parola, opera di Cristo. Questo è il primo motivo per cui oggi vogliamo ringraziarla e far festa con lei, don Francesco: perché lei ci dona Cristo, lei ci invita ad ascoltare, amare, seguire Cristo. E lei ci aiuta a seguire Cristo insieme, nella comunione, valorizzando i carismi di tutti.

Grazie allora don Francesco, per il suo sacerdozio che ci porta un così grande dono di amore e di vita.
Sappiamo come la missione di donarci Cristo le richieda l’impegno e il dono di tutta la sua esistenza. Questo significa anche sacrificio, sacrificio di amore, come Gesù. Potremmo ringraziarla per tanti motivi, don Francesco: per la sua disponibilità, per le sue doti umane, per il suo sorriso, per il suo impegno a favore dei piccoli e dei grandi, per la sua capacità di comunicare con i giovani e le famiglie, per le sue opere… Ma soprattutto sentiamo di ringraziarla per il suo sacrificio quotidiano di amore, che lei vive con gioia, quasi con leggerezza, con tutta la sua fedeltà.

Nei sette anni che lei finora ha vissuto con noi – e ci auguriamo che ce ne saranno tanti altri, se Dio vuole – abbiamo constatato come il Signore accompagna la sua opera sacerdotale. Lei offre umilmente a Cristo e alla Chiesa il suo sì, secondo i talenti che lo Spirito le ha dato: e noi constatiamo come il Signore la aiuti a tirar fuori i suoi carismi, le sue doti. E così Simeri può vedere in lei un’immagine vera, bella, attraente del sacerdozio. In lei vediamo che il sacerdozio è vita, è gioia divina, è grazia, è strumento di carità e di salvezza! Come sarebbe bello se da questa nostra comunità così piccola e semplice, qualche altro giovane potesse seguire il suo esempio, lasciarsi condurre da lei per rispondere all’invito di Cristo: “vieni e seguimi”. Siamo certi che lei prega per questo, per la nascita di una, di tante vocazioni, e vogliamo unirci anche a questa santa intenzione.

Ma non solo Simeri si lascia condurre a Cristo dal suo esempio, don Francesco: c’è un popolo immenso a cui lei indica Cristo tramite la tv, le pubblicazioni e i media! Siamo davvero gioiosi per questa sua missione: ecco, anche questo è un segno che il Signore benedice i carismi che le ha dato. E poiché lei rimane umile e semplice, il suo messaggio passa e raggiunge tanti cuori.

Continui così, don Francesco, perseveri sempre, cresca nella verità e nell’amore. Siamo certi che così il Signore continuerà a benedirla e noi tutti potremo attingere all’acqua viva che lo Spirito fa sgorgare anche dal suo cuore, nella misura in cui il suo cuore batte nel costato di Cristo.
Sappiamo che lei non è solo nel suo cammino, e per questo siamo fiduciosi. C’è con lei la Vergine Maria, la dolce Madre della Redenzione a cui lei è tanto devoto. Anche lei, la nostra Mamma celeste, noi vogliamo ringraziare e benedire, insieme agli Angeli e i Santi: perché sappiamo che se il nostro parroco è qui con noi, è proprio grazie alla Vergine Maria, che l’ha chiamato a ricordare Gesù al mondo e gli ha aperto la strada della vocazione.
Coraggio don Francesco, questa strada è ancora tanto lunga davanti a lei. E allora pur se oggi ci fermiamo un attimo a guardare questi suoi 10 anni passati, riportiamo subito lo sguardo in avanti, alla strada che la attende, che ci attende. Oggi ci siamo noi a percorrere un bellissimo tratto insieme a lei. Non sappiamo dove questa strada la porterà nel domani, sappiamo solo che, come lei ci testimonia, ogni passo noi lo dobbiamo muovere secondo la volontà di Dio. Sarà lui a condurci. E se saremo docili a Lui, questa strada ci porterà nella luce eterna del suo Amore che non avrà mai fine”.
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“Dieci anni fa, proprio in questo giorno, Gesù metteva a servizio della Chiesa universale un altro sacerdote, giovane, ricco di fede e di amore per la costruzione del Regno di Dio. Caro don Francesco, la nostra comunità è qui riunita per augurarvi altri cento di questi giorni. Ciò che maggiormente accomuna tutti noi è l’affetto verso di voi, maestro e guida in questo lungo viaggio e la profonda riconoscenza per tutto ciò che grazie a voi è stato realizzato.

Ognuno di noi conserva un caro ricordo di voi, particolare e unico. Ci avete mostrato vie chiare da seguire, aiutandoci a eliminare i nostri vizi e a farci progredire nelle virtù. Molti di noi hanno scoperto la gioia di sentirsi parte attiva della parrocchia, di mettersi all’opera nella vigna del Signore. Avete favorito così la nascita di una comunità viva e ricca di idee. Ci avete dato sicurezza con le vostre parole aprendo i nostri cuori e tanta forza con i consigli e le risposte sempre puntuali. Ci avete incoraggiato a cambiare il nostro modo di vivere la fede, ci avete incoraggiato a vivere da veri cristiani. Avete saputo scuoterci, svegliarci, farci riscoprire com’è bello essere affamati di Dio. Siete stato davvero coraggioso a entrare in discorsi scomodi capaci di scuotere le coscienze delle persone. Siete l’amico “vero” quello che vuole solo il nostro bene.

Preghiamo che nostro Signore Gesù Cristo e la Madre della Redenzione vi custodiscano in buona salute, vi mantengano sempre lo spirito gioioso e dirigano sempre i vostri passi sulla via che porta al cielo. Noi, comunità di Simeri, ci sentiamo orgogliosi e privilegiati ad avere un pastore come voi. È doveroso ringraziarvi di vero cuore e preghiamo il Signore affinché sotto la vostra guida raggiungiamo la salvezza”.

Come se stesse parlando alla propria famiglia, nell’omelia, don Francesco ha raccontato la sua testimonianza di vita, tutti gli ostacoli incontrati nel corso di essa e ribadendo che la forza più grande per poterli superare gli è stata donata da Dio. Con punto fermo e deciso, ha sottolineato, in comunione alle parole espresse in questi giorni da Papa Francesco nella sua Esortazione “Amoris Laetitia”, la sua contrarietà nei confronti della pratica dell’aborto, ricordando ai presenti di ringraziare il Signore per il dono della vita, per la creatura che si porta in grembo, senza pensare se affetta da disabilità, ma amandola come dono autentico dell’amore vero di Dio.
Conclusa la Santa Messa, il parroco, si è soffermato per qualche minuto di firma-copie, per poi spostarsi ad un locale vicino, nel quale è stato allestito un ricco buffet per permettere di proseguire i festeggiamenti, conclusi con i fuochi pirotecnici ed il tradizionale taglio della torta.

Filippo Coppoletta

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