Condofuri (RC), il consigliere comunale Tommaso Iaria sulla polemica del PD

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Riceviamo e pubblichiamo:

Nella polemica di borgata, imbastita dal locale circolo del Partito Democratico contro il sottoscritto, la politica (quella vera) c’entra poco ma  si sente forte l’odore del sangue: è quello che si vuole! A corto di argomenti, costretti all’angolo, i moralisti sverniciati del “Pio La Torre” si scagliano a testa bassa nell’attacco personale contro l’avversario più urticante. Gli è che quando si tratta d‘instillare odio a perdere, diciamocelo francamente,  i compagni sanno lavorar di fino. E per fortuna che mia madre mi ha generato con una scorza adeguata alla bisogna che, altrimenti, non sarebbe stato per nulla facile tener botta…

Affermare la sacrosanta verità oggi, in questo paese, può costar caro… tanto caro da correre il rischio di essere chiamato figlio della calunnia... Mistificare la realtà sino al suo completo stravolgimento, del resto, è proprio degli uomini senza spina dorsale e non è un caso se la smentita più  clamorosa al comunicato-simpatia del Pd arrivi dalle dichiarazioni  rilasciate dai ragazzi di L.A.Y. e dal loro Presidente a margine del dibattito incriminato. Ma, pensandoci bene, cosa ci si poteva aspettare da chi ha messo sotto i piedi il proprio codice etico dopo averci giurato su pubblicamente? Verrebbe da chiedersi, inoltre, quale insegnamento possa impartire alle nuove generazioni chi si  contraddice così platealmente e non ha il coraggio di affermare in pubblico ciò che dice in privato salvo poi accusare ingiustamente chi andrebbe sostenuto nel percorso di crescita o chi in anni e anni di impegno politico non ha mai dato adito a simili sospetti.

Piccola parentesi. Non si tratta qui di tirar per la giacca il tal o il tal altro, che la cosa mi ripugna e non poco, ma c’è da difendere la libertà di parola e di pensiero di ogni cittadino e da cristiano, che cerca anche in politica il Regno di Dio e la sua giustizia, ho il dovere d’intervenire.

La mia unica colpa è di aver detto cosa penso in merito all’assunzione della moglie dell’assessore Trapani e cioè che la Giunta avrebbe fatto meglio ad assumere il 3° e il 4° in graduatoria, utilizzando quel criterio di rotazione previsto nel bando per offrire l’opportunità di lavoro ad un maggior numero di giovani, invece di assumere, per due volte, la moglie dell’assessore. E siccome la sera del dibattito con la minoranza il Presidente del “Pio La Torre”, forse infastidito dallo scirocco, non ci ha rimediato una bella figura con quel suo argomentare di graduatorie della guardia medica e di delibere che, probabilmente, non ha mai studiato a fondo, ecco che scatta l’attacco a palle incatenate contro il sottoscritto. E’ chiaro che il tentativo del Sindaco e dell’ineffabile Presidente di circolo è di deviare dal problema:  i due, per evitare di entrare nel merito delle documentate critiche mosse dalla minoranza, raccontano non della vera opposizione bensì di un’altra, quella che vorrebbero loro. Da qui la polemica, condita con un’enormità di retorica buonista, tesa a propagare il messaggio subliminale secondo cui chiunque si permette il lusso di criticare l’operato dell’Amministrazione comunale deve per forza di cose essere un mafioso o un serial killer o un terrorista!!!

La cosa che più colpisce in tutta la vicenda, comunque, è l’insostenibile leggerezza dell’essere dei dirigenti del “Pio La Torre”: se gli stessi fatti fossero accaduti non molto tempo fa avremmo visto l’intero circolo sfilare per le vie del paese prendendo a calci nel sedere gli amministratori… Ma lo si sa, i tempi cambiano e la stoffa degli uomini (quelli veri) non la si compra dal sarto. In attesa di un dibattito pubblico, ove potersi confrontare su questo e su tanto altro ancora, consiglio caldamente al Presidente del circolo PD, lui che si ritiene coerente, di condurre dirigenti e amministratori del suo partito per i campi a piantar cipolle di Tropea, che quelle fanno piangere uguale ma sono rosse per davvero! Colgo l’occasione per sollecitare il Sindaco Acchiappafantasmi a render al più presto noti scheletri e armadi dei quali ha dato notizia all’opinione pubblica.

E’ risaputo che a volte gli umili e gli illetterati son capaci di ragionare intorno alle cose della vita con maggiore profondità rispetto a quanti si trascinano sul groppone un titolo di studio qualsiasi con l’aggiunta di un paio di letture alla moda. A me è capitato spesso di apprendere proprio da coloro che avevano un’erudizione inferiore alla mia (di per sé appena sufficiente) e non riuscendo a trovare, in queste sere di fine estate, un vecchio saggio con cui dialogare delle contraddizioni di un partito (il PD) che straparla di popolo, democrazia e pari opportunità ma che non si scandalizza più se la Giunta Municipale assume la moglie dell’assessore (alla faccia della questione morale), non mi resta altro da fare che ritornare da don Mariano Arena <<…Il popolo, la democrazia sono belle invenzioni: cose inventate a tavolino, da gente che sa mettere una parola in culo all’altra e tutte le parole nel culo dell’umanità, con rispetto parlando… Dico con rispetto parlando per l’umanità… Un bosco di corna, l’umanità, più fitto del bosco della Ficuzza quand’era bosco davvero. E sai chi se la spassa a passeggiare sulle corna? Primo; tienilo bene a mente: i preti; secondo: i politici, e tanto più dicono di essere col popolo, di volere il bene del popolo, tanto più gli calcano i piedi sulle corna; terzo: quelli come me e come te… È vero che c’è il rischio di mettere il piede in fallo e di restare infilzati, tanto per me quanto per i preti e per i politici: ma anche se mi squarcia dentro, un corno è sempre un corno; e chi lo porta in testa è un cornuto… La soddisfazione, sangue di Dio, la soddisfazione: mi va male, muoio, ma siete dei cornuti…>> (L. Sciascia, Il giorno della civetta).

 

Tommaso IariaConsigliere comunale

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