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Nel Salone della chiesa di San Giorgio al Corso di Reggio Calabria, il Centro Internazionale Scrittori della Calabria per il ciclo “Cinema e …” ha promosso “L’uomo in frak: Domenico Modugno”.
Nell’intervento introduttivo, Loreley Rosita Borruto, presidente del Cis della Calabria, ha sottolineato che alla fine degli anni cinquanta cinema e canzone è stato un connubio che ha segnato l’epoca in Italia. Con l’approssimarsi del benessere economico e sociale, giunse un’ondata di “contestazione” nel mondo della canzone italiana. Incominciarono a diradare sempre di più gli autori di vecchie melodie quali Villa, Gallo, Consolini lasciando il campo ai Celentano, Caselli, Tony, ecc.. “Vecchio frak” scritto nel 1955 è uno dei capolavori di Domenico Modugno, brano di struggente malinconia. Indimenticabile l’esecuzione dal vivo dell’artista che si accompagnava con la sola chitarra, suonando le corde con il pollice per rendere il suono più morbido. L’ispirazione per questa ballata lirica e raffinata, che ricorda lo stile degli chansonnier francesi, è legata a un fatto di cronaca: il suicidio del Principe Raimondo Lanza di Trabia.
Nicola Petrolino, esperto e critico di cinema, mediante vari materiali musicali, fotografici e cinematografici ha ricordato Domenico Modugno, considerato dalla critica il padre dei cantautori italiani e uno dei più prolifici artisti in generale, avendo scritto e inciso circa 230 canzoni, interpretato 38 film per il cinema e 7 per la televisione. Vincitore di quattro festival di San Remo. La canzone “Nel Blu Dipino Di Blu”, scritta con Franco Migliacci, universalmente nota come “Volare” è una delle più conosciute canzoni italiane nel mondo. Il prof. Petrolino, oltre al punto di vista musicale, ha evidenziato due prospettive poco conosciute di Modugno, la sua passione per il cinema (l’artista è nato come attore e non ha soltanto lavorato in molti film, ma si è cimentato anche nella ragia del film “Tutto è musica”, di cui sono stati presentati alcuni brani) e la sua collaborazione con due grandi poeti come Salvatore Quasimodo e Pier Paolo Pasolini.
Domenico Modugno è stato un grande della canzone italiana che non deve essere dimenticato, con radici profonde nel Sud d’Italia, di cui è stato la voce, padroneggiando perfettamente dialetti e intonazioni, e in cui ha trascorso gli ultimi anni della sua vita (Lampedusa).
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