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L’ imponente sequestro dei beni alla cosca PESCE della ‘ndrangheta di Rosarno, avvenuto ad opera della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, su richiesta del Tribunale Misure di Prevenzione di Reggio Calabria, è frutto delle importanti inchieste avviate dalla DDA, ed evidenzia la corposità dell’impero economico di questa cosca, diramato anche in altre Regioni Italiane.
Tra i beni sequestrati figurano anche numerose imprese e due squadre di calcio a dimostrazione di come la ‘ndrangheta sia ormai dominante nella debole economia legale della nostra Regione, rendendola illegale, e come non renda immune dalla sua presenza anche le attività agonistiche sportive.
L’allarme sulla potenzialità economica della ‘ndrangheta che emerge dalle numerose inchieste della DDA di Reggio Calabria, dalle varie relazioni della DNA, dalla DIA e dalle Commissioni Parlamentari Antimafia non può più essere sottaciuto ed oltre all’importante attività di prevenzione operata dalla Magistratura e dalle Forze dell’Ordine, occorre vigilanza assoluta da parte dei mondi imprenditoriale e politico, in modo che non venga consentito alcun ingresso, al di là delle ormai inutili certificazioni antimafia, agli uomini delle cosche mafiose.
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