Artigianato in crisi: chiuse oltre 6mila imprese in dieci anni

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La Calabria vive una fase critica per il settore artigiano: tra il 2014 e il 2024 hanno chiuso i battenti 6.077 imprese artigiane, con una contrazione del 16% in dieci anni. Un’emorragia che testimonia la difficoltà di un comparto che un tempo rappresentava uno dei pilastri economici della regione.

A pesare sono stati i dazi internazionali, l’aumento dei costi energetici e la crisi delle materie prime, fattori che hanno messo in ginocchio le piccole e medie realtà produttive.

Nell’ultimo anno, secondo il report della Cgia di Mestre, altri 1.162 artigiani calabresi hanno chiuso la propria attività, incapaci di reggere all’urto della congiuntura economica.

Se nel 2014 in Calabria si contavano 37.916 imprese artigiane, nel 2024 il numero è sceso a 31.839, con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro e competenze.

La sfida della manodopera: 44mila figure cercate, ma il 45% introvabile

Accanto alla crisi delle imprese, si registra anche una forte difficoltà nel reperire operai specializzati. Tra agosto e ottobre 2025, le aziende calabresi hanno dichiarato di voler assumere 44mila figure professionali, ma il 45,2% risulta “introvabile”, segno della carenza di competenze e della ridotta disponibilità di manodopera qualificata.

Un paradosso che accentua la sofferenza del comparto: da un lato chiudono le botteghe storiche, dall’altro le nuove realtà non trovano lavoratori formati.

La fotografia scattata dal rapporto mette così in evidenza due Calabrie: una che resiste e tenta di innovare nei nuovi settori e una che, invece, si arrende alla crisi strutturale che da anni erode le basi del tessuto produttivo regionale.

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Author: Consuelo