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Con le belle giornate di primavera in arrivo, salvo colpi di coda invernali, puntualmente scatta l’allarme per gli effetti prodotti dalla dispersione in atmosfera di pollini e spore, disagio spesso insostenibile per le persone che soffrono di allergie, in costante aumento negli ultimi anni, nonché per gli operatori del settore; altrettanto puntualmente l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal), con l’arrivo dei periodi critici per gli allergici, pubblica il report annuale del monitoraggio aeropollinico, realizzato nella stazione sperimentale di Gallico, presso la sede del Dipartimento provinciale di Reggio Calabria.
L’Agenzia ambientale calabrese, infatti, ha oggi pubblicato, sul proprio sito web consultabile all’indirizzo www.arpacal.it, il report 2014 del servizio di monitoraggio aeropollinico, che consente di visualizzare attraverso una scala cromatica, che va dal bianco al rosso, le concentrazioni giornaliere di pollini e spore presenti in aria, fornendo anche la tendenza per la settimana successiva.
Dati, consultabili sul sito web dell’Arpacal attraverso un bollettino settimanale, che confluiscono in “POLLnet”, rete nazionale di monitoraggio aerobiologico istituzionale del sistema delle agenzie ambientali regionali (ARPA), che è parte del SINAnet (Sistema Informativo Nazionale Ambientale) dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
Anche nel 2014, quindi, si sono confermati quelli appartenenti alla famiglia delle Urticaceae, che comprende i generi Urtica e Parietaria, i pollini allergenici maggiormente rilevati nel primo anno di monitoraggio aeropollinico; il report, inoltre, registra un importante picco per le Cupressacee/Taxaceae, genere che comprende, tra gli altri, i cipressi, i ginepri e le tuie. A diminuire sensibilmente le Corylaceae, al quale appartiene il nocciolo.
“Il calendario pollinico – ha relazionato la dr.ssa Elisabetta Pellegrini, Referente Arpacal della Rete regionale Pollini – viene elaborato sulla base dei dati forniti nell’arco di più anni ed informa sull’andamento medio annuale dei livelli di concentrazioni polliniche nell’aria delle diverse piante anemofile (piante in cui l’impollinazione avviene per opera del vento, ndr)”.
Nello specifico, l’attività di biomonitoraggio prevede la cattura dei pollini e delle spore aerodisperse su un nastro siliconato installato su un tamburo rotante posto all’interno del catturatore volumetrico. Il nastro viene poi sezionato in parti corrispondenti alle singole giornate di campionamento, trasferito su vetrini, colorato e analizzato al microscopio ottico per il riconoscimento dei granuli di pollini. Il successivo conteggio giornaliero dei pollini permette di realizzare il bollettino pollinico settimanale.
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