Roccaforte del Greco, Reggio Calabria

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Di Lilli Tripodi

Roccaforte del Greco è, insieme a Roghudi, uno degli insediamenti più interni tra quelli compresi nel sistema della valle dell’Amendolea. Esso, infatti, sorge in cima a un rilievo montuoso posto a destra della medesima valle, all’interno di un’area geografica che fino al 1806 era riunita anche amministrativamente sotto il controllo del vecchio borgo dell’Amendolea. Il nome greco di Roccaforte è Vunì (montagna), toponimo che esplicita la natura dell’insediamento stesso, definito dagli studiosi di urbanistica un insediamento arroccato. Analizzando il sistema insediativo più da vicino, si può notare che esso consta di due nuclei che sostanziano due fasi di sviluppo distinte. Il nucleo più antico (o Rione Borgo), che è anche quello più compatto e organico, presenta una disposizione planimetrica che tende ad adattarsi alla configurazione orografica naturale, cercando una mediazione del declivio tramite il disporsi dei tessuti edilizi per fasce parallele. La parte più recente risulta, invece, leggermente staccata dal centro e insiste principalmente sul percorso che porta all’altura del monte. Le polarità di questo sistema sono rappresentate dai due edifici religiosi, la chiesa di S. Rocco, risalente al XVI secolo, che fa capo al Rione Borgo e possiede una piazza che costituisce anche un punto di belvedere verso la valle dell’Amendolea, e la chiesa dello Spirito Santo, una sorta di avamposto nel percorso di accesso al paese. Di questa ultima, edificata tra il 1930 e il 1934, si dice sia stata realizzata sulla base di un progetto inizialmente destinato a una chiesa di un altro paese che il parroco di allora, Don Spanò, riuscì a destinare a Roccaforte sfruttando un errore relativo alla denominazione del paese. La grecanicità si Roccaforte è insita, oltre che nella tipologia di insediamento, anche nella lingua, fino a qualche decennio fa parlata indistintamente da tutta la popolazione. Anche le origini del paese, seppure ancora non del tutto chiare, sono certamente di matrice greca. A tal proposito è bene esporre le due tesi predominanti: la prima, quella “arcaista”, sostenuta da Rohlfs, sostiene in generale che gli abitanti dell’area grecanica siano i diretti discendenti dei colonizzatori greci del periodo della Magna Grecia, l’altra, quella “bizantina”, avanzata, invece, da numerosi studiosi italiani tra cui il filologo Domenico Comparetti e il professore di medicina legale e di psichiatria Cesare Lombroso, secondo cui Roccaforte e gli altri paesi grecanici derivano dalla dominazione bizantina. Come nella maggior parte dei villaggi grecanici, anche a Roccaforte è presente una frazione che prende il tipico nome di Ghorio di Roccaforte, che però è stata abbandonata in seguito agli eventi alluvionali del 1971. Il comune di Roccaforte del Greco no si esaurisce solo in questi due nuclei insediativi, poiché i sui 54 kmq di superficie rappresentano una delle porzioni più interessanti del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Per comprendere la particolarità dei paesaggi naturali roccaforticesi basta nominarne alcuni, come le cascate della fiumara Amendolea, poste nella parte più interna del comune, e raggiungibili tramite un percorso di trekking dopo circa un’ora e mezza di marcia. Molte altre sono le escursioni che si possono effettuare nel comune di Roccaforte, come quella sul monte Scafi, dove nel periodo opportuno è possibile andare in cerca di funghi, oppure quella che ricalca il sentiero dell’inglese Edward Lear che da Roccaforte conduce al Vallone Colella dove, oltre alla possibilità di poter osservare da vicino il fenomeno della sedimentazione sulla fiumara Amendolea, si potranno vedere i resti di una antica struttura di avvistamento sulla stessa fiumara, la torre Plettea, nei pressi di Ghorio di Roccaforte. Infine, per gli amanti della natura e, allo stesso tempo, delle comodità di un barbecue all’aperto non vi può essere luogo migliore dell’area picnic di Zumbello, alle pendici del monte Cropanè, uno spazio attrezzato con tavoli, acqua corrente, servizi igienici e cucina da campo dove poter godere della fresca e buona aria di montagna anche in piena estate.

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Author: Lilli Tripodi

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