Reggio Calabria, riflessioni di Elena Trombetta su Piazzetta Genovese

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Riceviamo e pubblichiamo:

Il caso dei lavori della Piazzetta Genovese sul Quotidiano della Calabria
Informazioni errate e di parte, imprecisioni e toni ironici e trionfalistici fuori luogo hanno improntato l’articolo apparso sulla pagina reggina del Quotidiano della Calabria di oggi.

Una informazione per essere credibile deve ascoltare e riferire le notizie di tutte le parti in causa. Dopo le complesse vicende legate ai tanti progetti bloccati in città non certamente per gli interventi della Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici,confusa dalla giornalista Tripodi che ha firmato il pezzo, con quella cosentina ai beni artistici e demoetnoantropologici, siamo di nuovo alle solite.

Si rischia di dare l’impressione ai lettori,anche a quelli più affezionati,che il giornale abbia perso la sua proverbiale linea direttrice di competenza e libertà,per assumere la difesa dell’indifendibile. Indifendibile come il responsabile comunale dell’ufficio tecnico,con tanto di foto, che giorni fa ha comunicato le proprie dimissioni e invece pontifica su tutto spargendo accuse che invece dovrebbero essere scuse da chiedere ai cittadini per la propria inadeguatezza a gestire centinaia di appalti con la dovuta competenza e trasparenza. E ci fermiamo qui.

Non è difficile,se si vuole fare vera informazione,sapere che con riferimento alla piazza in oggetto, alla Soprintendenza competente sono pervenute proteste di cittadini e non risultando noto alla stessa l’avvio dei lavori né le procedure autorizzative a norma di legge, ha chiesto chiarimenti all’ente appaltante,cioè il Comune di Reggio .I lavori appena avviati sarebbero di sostituzione della pavimentazione in basolato in pietra lavica esistente, cosa che invece si è deciso di conservare nell’attiguo Corso Garibaldi.Considerato quindi che dette opere ricadono in ambito territoriale sottoposto a tutela paesaggistica ai sensi dell’art. 136 del D.Lgs. 42/04 con D.M.23.01.1976,l’Ente di tutela ha in tutto diritto richiesto all’Amministrazione Comunale di fornire con urgenza chiarimenti a proposito delle procedure adottate nonché dell’esatta consistenza e dei caratteri delle opere in corso.

Nelle more è stato ovviamente disposto, in via cautelativa, l’immediato fermo dei lavori. Fermo cui il responsabile arch. Cammara irride e non dispone con la sua proverbiale arroganza,evidentemente conoscendo solo le modalità praticate con le precedenti amministrazioni e cioè fare scempio del territorio a proprio piacimento e magari in spregio delle leggi.

Preso atto delle notizie e dei chiarimenti forniti tempestivamente dall’ Amministrazione civica la Soprintendenza competente, nelle more di quanto sopra ha,altrettanto tempestivamente, confermato la sospensione dei lavori,avendo dedotto che l’autorizzazione paesaggistica rilasciata in data nel 2007 è scaduta essendo decorsi inutilmente i cinque anni previsti dalle norme vigenti per l’avvio dei relativi lavori.

Pertanto è previsto e obbligatorio, a norma di legge, acquisire una nuova autorizzazione, acquisizione che potrà avvenire celermente attraverso lo strumento della conferenza dei servizi previo inoltro del progetto all’ Ufficio di Piazza castello e al settore competente dell’Amministrazione Provinciale.

Il centro storico non può essere trasformato nei suoi spazi vitali con presunte opere di modernizzazione che ne degradino la qualità e consentano stravolgimenti dei luoghi più cari al cuore e alla memoria dei reggini.
Ci sono a Reggio una marea di architetti e artisti che potrebbero essere in grado di formare uno scudo difensivo per la città. Invece il delirio di facili smantellamenti e nuove strutture, appiattite su forme di edilizia ordinaria laddove esistono tipologie storiche, è inarrestabile. Reggio in agonia rischia di perdere la memoria delle sue pietre, le atmosfere delle sue piazze, la sua storia. Acquisterà solo insignificanza. Noi non lo vogliamo.
Sig.ra Elena Trombetta

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