Reggio Calabria, chiude la maratona di Tabularasa 2011

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Chiude la “maratona” di Tabularasa alla “Luna Ribelle” e sono proprio le menti del Contest Giusva Branca e Raffaele Mortelliti a tirare le somme di una kermesse che per 20 serate “ci ha regalato momenti interessanti, ci hanno reso veri,  finalmente facciamo parte di un sistema di conversazioni che Reggio Calabria sino ad ora non aveva gradito. Dare dignità al pensiero è la nostra prima missione “ – afferma Mortelliti.

“C’è una Reggio che vuole mettersi davanti allo specchio per farsi un esame di coscienza – aggiunge Branca –  E’ un paese che si macchia di presunzione e forse, dovrebbe ritornare a mettere i piedi per terra. Ma questo paese oggi, è un po’ più povero: perde Giuseppe D’Avanzo, noto giornalista di Repubblica, e  anche  la nostra città è un po’ più povera senza l’avvocato Ciccio Svelo, un libero pensatore che abbiamo stimato e voluto bene” .

Poi la scena è tutta degli ospiti, il giornalista Sandro Provvisionato (curatore del settimanale “Terra!” e direttore del sito misteriditalia.it) autore con Ferdinando Imposimato del volume “Attentato al papa”, e Fabio Cuzzola, blogger dedicatosi a lungo allo studio della rivolta di Reggio ’70. L’ex magistrato Imposimato nel libro – intervista di Provvisionato racconta la sua teoria sull’attentato contro Papa Giovanni Paolo II, avvenuto a Roma il 13 maggio 1981.

“ Hanno sparato il papa ma non lo hanno ucciso. Eppure  questo ha avuto un effetto domino sul Vaticano.  L’elenco delle piste e dei soggetti coinvolti è subito redatta e con la sentenza definitiva  di cassazione sembra che il caso sia chiuso. Ma come mai se abbiamo una sentenza voi nel libro parlate di una verità sospesa? – domanda Cuzzola al giornalista Provvisionato.

“E’ una storia che non avrebbe bisogno di essere scritta e, invece, c’è ancora della cronaca. Con il giudice Imposimato abbiamo avviato una ricerca storica – spiega Provvisionato – Se affidassimo questo compito ad uno storico solo guardando gli atti dei processi dovrebbe scrivere che non è successo niente perché l’estremista islamico Mehmet Ali Agca che sparò al papa non aveva contatti particolari, era semplicemente un pazzo. Ma in realtà, la storia è ben diversa: la verità giudiziaria non coincide quasi mai con la verità storica. L’attentato al papa lo abbiamo voluto studiare per chiudere un vizio di questo paese che lascia sempre le cose irrisolte. Come sosteneva Sciascia: un paese senza memoria è un paese senza futuro e noi non vogliamo che questo sia il destino di un paese che noi amiamo tanto”.

Provvisionato ricostruisce celermente l’attentato dell’81, il rapimento di Emanuela Orlandi dell’83 e l’omicidio nel maggio 1998 di Alois Estermann, il comandante della Guardia Svizzera. Un racconto puntuale ed accurato che punta a fare finalmente giustizia.

“Imposimato racconta la sua teoria basata sulle sue esperienze personali: ha seguito la vicenda soltanto indirettamente a Roma collaborando con i magistrati Priore e Martella, e dopo essere andato in pensione ha continuato ad indagare personalmente anche per l’amicizia con la famiglia Orlandi, di cui è diventato rappresentante legale.

Secondo le testimonianze, Emanuela Orlandi  è stata in Germania sicuramente sino al ’97 – afferma Provvisionato – e si è sposata con un uomo dal quale ha avuto due figlie. Oggi, si dice che viva in Turchia, ha abbracciato la religione mussulmana scegliendo di rompere i legami con la sua famiglia. Pochi sanno però che Emanuela  è  stata la terza scelta dei rapitori: c’erano altre due prede nel mirino, le figlie del cameriere del papa e le figlie del capo della Polizia che furono allontanate dalle loro famiglie appena capirono il pericolo”.

Il giornalista delinea una storia che comprende omicidi, sequestri, furti, ricatti, minacce, spie, terroristi, servizi segreti e criminalità organizzata.

“ I servizi segreti sapevano dell’attentato al papa ma non informarono il Vaticano. In quel periodo il Vaticano brulicava di spie – aggiunge Provvisionato – Ho l’idea che ci sia stato un complotto eseguito dai Bulgari con i Turchi con la sovraintendenza tedesca. Il killer turco Mehmet Ali Agca oggi, dopo 29 anni di carcere, è libero ma non ha mai voluto rivelare la verità, ha ripetutamente cambiato versione.

Ha detto che non può raccontare tutto perché gli americani gli hanno promesso un milione di dollari per fare un film. Anche questa sarà un’altra delle sue bugie. Questo Papa doveva morire: nel momento in cui la Bulgaria inviò due falsi giudici, in realtà erano agenti dei servizi, in Italia a depistare le indagini, i servizi italiani lo sapevano e non avvertirono la magistratura”.

Termina così  “Tabularasa – Lo Scandalo” ma il processo di risveglio delle coscienze collettive non si ferma qui.

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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