Non balneabilità, Sorgonà: “Gli amministratori paghino”

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Riceviamo e pubblichiamo:

Da Catona a Bocale i punti “balneabili”, secondo i dati diffusi, sono pochissimi e del “mare nostrum” rimane solo un nome vuoto o scatti fotografici “sentimentali” .

Che la città non sia meravigliosa, urbanisticamente parlando, non è una novità ma che mare, montagna e paesaggio attorno siano oggettivamente strepitosi è un dato riconosciuto oltre che motivo storico di vanto.
Il nostro mare è inquinato per vari motivi, principalmente per l’assenza totale di depurazione ma anche per gli scarichi abusivi nelle fiumare e l’assenza totale di controllo .

Le responsabilità ci sono e sono gravissime e attraversano trasversalmente vari soggetti ; dagli amministratori locali fino agli organi di controlllo preposti.

Ci sono “omissioni” di fatto che vanno a configurarsi di riflesso in veri e propri “reati ambientali “contro il territorio ma anche contro la salute pubblica ; ci sono anche “abusi” perchè se i dati di balneabilità sono quelli di anno in anno e si adottano misure risolutive non si potrebbero autorizzazioni per attività che di “balneazione” vivono.

Viene da chiedersi perchè non viene avviata d’ufficio un’inchiesta su chi doveva e non ha fatto, per dare finalmente un nome ed un volto ai responsabili di questo immane danno per ambiente, economia e cultura della città.

Viene anche da chiedersi come abbia potuto fare il Comune stesso , come Ente preposto alla gestione diretta di depurazione nonchè delle stesse spiaggie demaniali , a rilasciare, dietro i dovuti canoni, licenze ed autorizzazioni per la realizzazione di Stabilimenti “balneari” e Servizi annessi pur avendo registrato dati di inquinamento che riconfermano la “non balneabilità” del nostro litorale!

In pratica si autorizzano attività che di fatto non possono essere svolte a pieno a causa di un divieto che limita o annulla l’essenza stessa di quell’attività. Questa non è solo una contraddizione di tipo giuridico-burocratico o amministrativo ma anche di tipo culturale e civile.

Se il Comune non depura e non si prende cura del territorio come fa a chiedere soldi agli Operatori che invece vogliono sviluppare servizi, economia e recupero della nostra costa?

Gli amminsitratori le cui responsabilità venissero individuate dovrebbero pagare i danni a tutti coloro che hanno investito in questo tipo di attività ma soprattutto ai cittadini stessi , al Comune che non può non costituirsi “parte civile” in un eventuale processo per l’enorme danno ambientale, economico e culturale che stiamo subendo.

Perchè le cose “normali” non succedono mai in questa città?

Intanto, fino a risoluzione di problema, si dovrebbe avere il ritegno di dimezzare almeno il canone richiesto per le concessioni rilasciate.
Servirebbe una “magia” per riportare il mare al suo stato cristallino e,viene da dire, forse potrebbe farlo solo la nostra “Fata Morgana”.

Filippo Sorgonà
Operatore Culturale

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Author: Francesco

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