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Si sprecano gli osanna per San Silvio che ha prodotto un vero e proprio miracolo. Ma a incensarlo sono esclusivamente gli uomini del centrodestra che hanno così salutato la straordinaria rimonta del Cavaliere che ha permesso di bloccare la sinistra al Senato e, solo per un soffio, non è riuscita a superare i voti del giaguaro. Non ho, però, letto dichiarazioni ‘benevole’ nei confronti dell’ex premier da parte di altri rappresentanti politici in particolare del PD. Solo, come sempre, contumelie e aggressivi verbali perché il Cav è sempre e comunque un Cavaliere nero. Eppure…
Eppure se non guardassero solo agli interessi del loro partito ma badassero di più agli interessi del Paese un atteggiamento diverso nei confronti di Berlusconi, in questa tornata elettorale, sarebbe stato naturale. E’ merito della grande capacità politica e mediatica dell’ex premier se la corsa dei grillini si è fermata al terzo posto e, se oggi, noi e l’Europa, non dobbiamo fare i conti con uno scenario veramente apocalittico: la vittoria del M5S sia alla Camera che al Senato.
Negare questo grande merito a Silvio Berlusconi significa essere totalmente ciechi sul pericolo che ha corso il Paese con lo ‘squadrista’ Grillo e con un guru, tal Casaleggio, che opera dietro le quinte ma che tiene saldamente in mano le redini del movimento e che è la vera anima nera del Movimento mentre lascia al comico il compito di ‘divertirsi’ nelle piazze italiane. Questo duo ha portato il M5S al 25,55, quindi a meno di 4 punti da Bersani che sarebbe stato super smacchiato dall’onda lunga della protesta.
Senza Berlusconi, dato all’inizio della campagna elettorale a meno del 13%, una larga fetta di ex votanti del PdL e del centrodestra, avrebbe ingrossato i cosidetti voti in libertà, e quindi potenziali elettori di chi poteva bloccare la corsa, data per vincente, del giaguaro della sinistra. Ci si immagina il risultato? E’ difficile anche pensarlo, ma Grillo sarebbe stato l’ipotetico Presidente del Consiglio e Casaleggio, il successore di re Giorgio che va in scadenza tra qualche mese. Di sicuro ci sarebbe stata, sulla carta, la stabilità, ma è difficile pensare ad una neutralità dei mercati, ma è molto più difficile pensare che non sarebbe stata minata la stessa convivenza pacifica del popolo italiano.
Non sempre i regimi autoritari nascono da colpi di stato, e l’esempio più classico, di quanto ciò sia vero, è quello di Hitler che in Germania andò al potere con libere elezioni. Certo la storia non si ripete se non sotto forma di farsa, ma a che serve andare a verificarlo? Ci basta sapere che il M5S è un movimento che non ha nulla di democratico, che non ha statuto e organi dirigenti, ma è affidato alle volontà di due uomini al comando, il duo Grillo e Casaleggio, il braccio e la mente, che dispongono ciò che vogliono. E già questo pone un problema alla collettività che deve sapersi difendere dagli ‘incidenti’ con normative legislative che devono imporre ai partiti di dotarsi di statuti democratici pena la loro esclusione dalle competizioni elettorali.
Di certo non bastano accorgimenti legislativi, ma il tsunami grillesco pone il problema di come le forze politiche debbano sapersi rapportare con la società superando l’attuale frattura che è anche frutto di alimentazioni mediatiche, di chi soffia sul fuoco e gioca al ‘tanto peggio tanto meglio’, e spinge a fare di tutta l’erba un fascio. Ci sono i Fiorito e i Lusi, ma c’è anche tanta classe dirigente seria e disinteressata che sceglie di fare politica per passione e voglia d’essere utile ai propri simili.
Pericolo, comunque, passato? No, per nulla, ma la politica deve sapersi liberare dai fantasmi che l’affollano e trovare il coraggio di fare alcune cose precise senza odio e senza fini reconditi. Nuova impalcatura costituzionale, rivisitazione del titolo V della Carta, riduzione dei parlamentari, riduzione della pressione fiscale, avvio di ogni grande opera per provocare la ripresa, e quant’altro possa essere fatto senza l’ansia di dover apporre il proprio bollo d’origine controllata.
Solo poi, si può riandare alle urne, e di sicuro, senza alcuna preoccupazione democratica.
Giovanni ALVARO
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