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AFRICO – Nei giorni scorsi la Villa Comunale di Africo Nuovo ha ospitato una platea numerosa e attenta. L’occasione, al tempo stesso semplice e significativa, era la presentazione del volume Le cronache di Africo di Andrea Morabito. Quella che poteva sembrare una normale iniziativa culturale si è trasformata in qualcosa di più: un momento in cui il passato si è intrecciato con il presente, tentando insieme di scorgere un futuro possibile.
Il sindaco Domenico Modaffari, inaugurando l’incontro, ha parlato di appartenenza e identità collettiva. A fargli eco la vicepresidente della Pro Loco, Giuseppina Modafferi, che ha rimarcato il valore delle realtà associative nel mantenere viva una memoria che troppo spesso rischia di svanire.
Uno dei momenti più intensi è stato l’intervento del giornalista Giovanni Lucà. Con il suo linguaggio diretto e privo di compiacimenti, ha descritto Africo come un territorio fatto di contraddizioni: di antica povertà e di faticosa rinascita, di fughe e di inattesi ritorni. “Quando si parla di Africo, ha detto, Andrea Morabito riesce a mostrarci il volto di un’angolazione nuova: Africo è raccontato dai documenti ricercati con pazienza, dalle testimonianze raccolte tra la gente che ha vissuto gli eventi in prima persona. Questo libro, a mio avviso è nello stesso tempo un saggio e un romanzo”.
Accanto al giornalista Giovanni Lucà, il dottor Vincenzo De Angelis e l’editore Roberto Arillotta hanno collocato il lavoro di Morabito all’interno di una letteratura d’impegno civile, fondata su fatti e persone reali.
Successivamente ha preso la parola l’autore, Andrea Morabito, che ha voluto esprimere gratitudine alla sua comunità, ai suoi insegnanti e persino agli ostacoli incontrati lungo il percorso: “Senza di loro – ha detto – questo libro non esisterebbe, e forse neanche io sarei qui a parlarne.”
Intanto, la brezza della sera accarezzava la piazza e un mormorio diffuso accompagnava la serata. Eppure, per alcuni istanti, tutto sembrava sospendersi, come se le vere cronache di Africo – quelle mai messe per iscritto – stessero passando di mano in mano, chiedendo soltanto di essere accolte.
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