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VIETATO CRITICARE ISRAELE: LA VERGOGNOSA CONDANNA DI CECILIA PARODI
Di Francesco Salerno
Per sapere chi ti comanda, basta vedere chi non puoi criticare…
Questa celebre frase, spesso attribuita a Voltaire, è la sintesi perfetta di ciò che sta avvenendo nel mondo a chiunque osi criticare Israele e le associazioni sioniste ad essa collegata. In Italia tale spirito liberticida si è palesato al massimo del proprio aberrante essere nella condanna della scrittrice Cecilia Parodi.
Per chi non conoscesse i fatti, la Parodi è stata portata in aula dalla senatrice Segre, dall’Unione delle comunità ebraiche italiane e dall’associazione internazionale dei giuristi ed avvocati ebrei. La sua colpa è stata quella di aver esternato frasi dure e critiche contro i sopracitati personaggi a seguito dell’ennesimo scempio di innocenti perpetrato dallo stato terrorista israeliano.
L’autrice, infatti, si è lasciata andare in un momento di sconforto, rabbia e dolore; tutti sentimenti più che leciti da provare dinnanzi al primo genocidio in diretta della storia umana.
Tuttavia, resosi conto subito di essersi fatta trasportare, la stessa autrice ha provveduto a rimuovere i contenuti in questione, chiedendo al contempo scusa per essersi lasciata trasportare dalle emozioni. L’intera vicenda sarebbe dovuta finire qui, ma la Segre e company non hanno voluto permettere che qualcuno osasse tanto e, cogliendo la palla al balzo, hanno denunciato Cecilia Parodi accusandola di essere antisemita.
Il processo alle intenzioni fatto all’autrice (già scritto con tanto di condanna esemplare) ha portato ad una condanna di un anno e mezzo, oltre che a diverse migliaia di euro che finiranno nelle tasche della senatrice e degli altri enti ebraici.
Come se non bastasse, i giornalai italiani hanno ripreso la notizia aggiungendoci invenzioni proprie e mischiando accuse, condanne e illazioni, tutte cose che certamente avranno fatto piacere ai sionisti nostrani. Ebbene, dinanzi a tanto scandalo, ho deciso di dar voce alla vera vittima dell’intera vicenda, che altri non è che la stessa Parodi. Ecco le mie domande a lei:
Cosa ne pensa del modo in cui i giornalisti hanno trattato il caso? Qualcuno l’ha chiamata per farsi dare la sua versione?
La gogna mediatica rivela tutto il fallimento del giornalismo mainstream, ripetono a pappagallo menzogne su di me, e mai nessuno mi ha contattata per una sola domanda, fosse pure provocatoria o tendenziosa. Questo non è giornalismo, questa è propaganda, questo è regime e non è tollerabile…
La accusano, leggiamo dai giornali, di aver chiamato la Segre “ebrea”. Cosa risponde?
Non ho mai chiamato la Segre ebrea, né utilizzato riferimenti alla sua religione. Mi hanno fatto un processo alle intenzioni, hanno mischiato contenuti completamente diversi e scollegati anche nel tempo…
Per qualcuno lei è antisemita. Cosa risponde?
L’etichetta di antisemita non la accetto, non è linguisticamente corretta e, tantomeno, è giusta riferita al caso specifico. Vogliono bollarmi come una nazista, ed è un’infamia che non posso accettare, né per me, né per mia figlia e la mia famiglia. Non permetto a nessuno una simile insinuazione, non mi interessa il loro potere. Io conosco la verità e continuerò ad urlarla a tutto il mondo. Poi, dipende da quante persone saranno pronte ad ascoltarla… In Italia la gente deve darsi una svegliata, il dolce far niente va rimandato ad un futuro più democratico e civile.
Questa è la voce di Cecilia Parodi. Voce che gli altri giornali non hanno sentito in dovere di concederle.
Per quanto riguarda me, tuttavia, vorrei porre alcune personali considerazioni sulla questione.
Al netto che la sopracitata autrice aveva fatto mea culpa e rimosso ogni cosa, e considerando che il tutto era nato da un momento umano di trasporto ed empatia per le vittime (ammesso che la Segre, le comunità ebraiche italiane e i giuristi sappiano cosa sia), trovo ridicolo che tanta gente abbia trovato il tempo portare avanti una denuncia con tanto di causa per una tale facezia.
Alla senatrice e agli ebrei delle sopracitate organizzazioni, vorrei chiedere come mai hanno trovato il tempo di andare in tribunale per la Parodi ma non ne hanno trovato per consultare le decine di migliaia di prove che bollano ciò che sta avvenendo in Palestina come genocidio.
Ricordo, infatti, che sia la Segre, sia le comunità ebraiche italiane hanno sempre rifiutato tale termine e, anzi, la senatrice stessa lo ha definito vergognoso.
Trovò altresì strano che i risarcimenti siano stati concessi tutti e subito, ad una velocità tale che i quell’aula di tribunale mancava solo che comparisse il celebre meme social che raffigura in “tizio” che si sfrega le mani…
In definitiva, ciò a cui abbiamo assistito non è altro che un processo politico, una punizione per chi ha osato criticare gli assassini israeliani e i loro supporter. D’altronde, le stesse comunità ebraiche italiane mi pare che, ormai, abbiano gettato la maschera, mostrando a tutti che in realtà non sono altro che propaggini del sionismo che si maschera da ebraismo.
Basti pensare che è stato accusato di antisemitismo anche Moni Ovadia… Che altro dobbiamo aggiungere?
Lo stesso Ovadia, tra l’altro, ha spiegato in mille occasioni la vera natura del sionismo e di quale sia il suo obbiettivo. Per citarlo: “I sionisti hanno scambiato la terra promessa per una promessa di terra”.
Concordo anche con la Parodi quando mette in guardia dai tempi in cui viviamo. Tempi in cui si cerca in tutti i modi di paragonare antisemitismo ad antisionismo; dove il primo è un atteggiamento razzista da condannare, mentre il secondo dovrebbe essere imposto per legge in ogni stato del mondo. Il sionismo, mentalità genocidaria e criminale, dovrebbe essere vietato e combattuto alla stregua del nazismo dato che, se li si analizza, sono gemelli.
Le azioni di Segre e company non hanno fatto altro che dimostrare quanto marcio vi sia in questo Paese e quanto la libertà di cui crediamo di godere sia effimera.
Finisco porgendo i miei saluti a Cecilia Parodi e ai suoi cari e rinnovandole la mia vicinanza e il mio sostegno contro la vile ingiustizia di stampo sionista di cui è vittima.
“Sta tranquilla Cecilia, il mondo si sta rendendo sempre più conto di cosa è Israele e di chi sono i sionisti e la storia non dimentica, non lo fa mai…”.
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