Guidi (PSI): “I dieci punti per la salvaguardia del cittadino disabile”

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Si è tenuta a Cosenza la conferenza stampa di Antonio Guidi – Responsabile dello stato sociale e diritti di cittadinanza del PSI. Da sempre impegnato nel sociale e nel campo della disabilità Guidi è affiancato da Luigi Incarnato – Capolista per il Psi al Senato in Calabria, nel lanciare un importante grido di allarme:

“ Il sociale e la disabilità in particolare sono i grandi assenti di questa campagna elettorale. Questo preoccupa, sconcerta ed offende. Mi sono candidato volutamente ultimo alla lista al Senato in Calabria proprio per dimostrare che si può far politica senza aspirare ad una poltrona e per rilanciare, partendo da questa terra l’argomento della disabilità che riguarda più di 4 milioni di cittadini del nostro Paese. Considero le parole dette in campagna elettorale come impegni con l’elettore per questo propongo dieci punti essenziali per la libertà delle persone con disabilità. Ho avanzato queste proposte al mio partito e le proporrò nei prossimi giorni al candidato premier Pierluigi Bersani. “

MANIFESTO SULLE POLITICHE LAICHE PER LA DISABILITA’

 

AZIONI PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE,

DELL’INTEGRAZIONE E DELL’INDIPENDENZA DEI CITTADINI CON DISABILITA’

di Antonio Guidi

Per iniziare un reale percorso di inclusione dei cittadini con disabilità, sarà fondamentale intervenire in maniera fattiva per la costruzione di una coscienza sociale che non può prescindere da una conoscenza dei bisogni derivanti da tale categoria di cittadini.

Ciò deve avvenire attraverso azioni e strumenti che siano in piena coerenza con la carta costituzionale, con le leggi di settore del nostro ordinamento giuridico  e principi sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità che stabilisce il passaggio ad un nuovo approccio culturale verso la disabilità, che si concretizza nella formulazione di azioni politiche realmente inclusive. Per favorire questo passaggio è necessario riconoscere e valorizzare le diversità e tutelare tutti i diritti umani attraverso i principi contenuti nella stessa Convenzione.

Ecco alcune cifre che forniscono una fotografia precisa dei cittadini disabili in Italia:

  • Oltre 3 milioni e mezzo i cittadini disabili in Italia
  • 30% di questi necessitano di assistenza continua, ovvero hanno gravi o gravissime disabilità, o comunque non sono in grado di autogestirsi. Sono questi cittadini che subiscono maggiormente qualsiasi variazione dello standard dei servizi rischiando non solo il drastico calo della qualità di vita ma addirittura la sopravvivenza.
  • Questo numero è in costante aumento per l’invecchiamento della popolazione che non coincide con un miglioramento della salute, per l’incremento degli infortuni sul lavoro e stradali e soprattutto perché per colpa dei tagli alle strutture socio sanitarie e ai servizi di maternità e neonatologia aumentano le nascite con disabilità.

A questo numero che rappresenta una popolosa regione del nostro Paese si devono aggiungere immigrati e figli di immigrati senza garanzie e oltre millle detenuti disabili che non hanno avuto ancora pene alternative. Nell’Unione Europea gli stessi sono oltre 35 milioni, quanto un popoloso Paese.

Sia per il contesto di grave recessione economica del nostro paese, che per un’involuzione, distacco ed anche per infiltrazioni malavitose ed indifferenza delle Istituzioni e della politica rispetto alle difficoltà quotidiane vissute dai disabili e dalle loro famiglie è necessaria una nuova e forte assunzione di responsabilità politica basata su obiettivi politici certi e la trasparenza tecnica e burocratica. Grazie alla Convenzione ONU il concetto di disabilità non indica più un assoluto della persona come in passato, ma riguarda il rapporto tra la persona e il suo ambiente socio economico di riferimento. L’ambiente, composto dal pubblico, dal privato, dalla famiglia, dai cittadini,  deve intervenire in maniera coordinata e programmata per sostenere ed accompagnare la persona con disabilità nella crescita ed evoluzione della propria individualità all’interno della società civile, al di là della condizione (fisica, sensoriale, intellettiva o psichica), assicurandone altresì la piena affermazione dei suoi diritti di cittadinanza.

Il PSI condivide e soprattutto vuole assumersi la responsabilità di sostenere questo percorso innovativo ed evolutivo, che può e deve essere il “modello” trainante per una nuova società, socialmente pronta ad intervenire sui bisogni dei cittadini e dei territori, coniugando l’ottimizzazione delle risorse con quella degli interventi.

Dare il via quindi ad un nuovo percorso dove fare politica per il proprio territorio (Città, Provincia, Regione), presuppone una piena conoscenza dei bisogni e delle opportunità offerte dal territorio e dove l’improvvisazione, l’approssimazione e l’assistenzialismo non potranno più essere alla base delle politiche e degli interventi, che a loro volta dovranno essere coerenti con i principi e con la realtà di oggi e di domani.

I 10 punti che saranno alla base del programma sono:

  1. Superamento del termine “I COMUNI POSSONO” inserito all’interno della Legge 104/92 con il termine “I COMUNI DEBBONO”.

Per superare questa discrezionalità che è stata fonte di maggiori disparità nell’erogazione di interventi e di servizi si propone un fondo nazionale in sostegno della 104/92 pari a 500 milioni di € invariabile nel futuro quinquiennio del patto di stabilità.

  1. Deroga del patto di stabilità per gli enti locali per interventi in favore delle persone con disabilità grave e gravissima.
  2. Tutela della Famiglia che assiste una persona con grave o gravissima disabilità.

Sgravi fiscali a diretta fruizione del lavoratore e per le spese sostenute per l’assunzione di assistenti familiari; sostegno di attività lavorative (dipendenti e liberi professionisti) da svolgersi completamente o in parte presso la propria abitazione; sgravi su premi assicurativi per le polizze dei familiari gravi e gravissimi assistiti da strutture pubbliche (case famiglia, fondazioni per il Dopo di Noi). Pensionamento anticipato per il familiare che assiste un disabile grave o gravissimo.

  1. Previsione di una norma anti – istituzionalizzazione.
  2. Favorire al massimo lo spostamento delle rette date agli Istituti laici e religiosi in favore delle persone, delle loro fmiglie e servizi diurni per le persone con disabilità grave e gravissima.
  3. Fondo politiche sociali.

Stabilizzazione e finanziamento anche con fondi privati da incentivare sia attraverso azioni di promozione sia con sgravi fiscali (defiscalizzazione, deduzioni, detrazioni).

  1. Fondo per la non autosufficienza (compreso il fondo per la SLA).

Stabilizzazione e finanziamento. Redistribuzione alle Regioni anche attraverso le Fondazioni per il Dopo di Noi.

  1. Istituzione dell’Authority Nazionale per la difesa dei diritti delle persone con disabilità.

Tale Authority nascerà per ovviare all’eccessiva disparità di interventi all’interno degli enti locali, degli organismi di comunicazione, di erogazione di servizi e dei sistemi bancari. Sanzionerà inoltre tutti gli organismi associati o singoli individui che adotteranno misure e linguaggi discriminatori contro persone con disabilità.

  1. Nuove tecnologie per l’autonomia e l’assistenza.

Riforma del “Nomenclatore Tariffario” con l’inserimento di tutte le nuove tecnologie disponibili (protesi, ausili, sussidi informatici, software), ricontrattando i prezzi ed ampliando i fornitori.

  1. Rafforzamento delle norme a contrasto dell’evasione dall’adempimento per le imprese dell’obbligo di assunzione delle persone con disabilità. Contemporaneamente previsione di incentivi fiscali ed economici per favorire l’inserimento anche con progetti delle persone con disabilità.

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Author: Cristina

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