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Si è spento nella notte, a 87 anni, Padre Fedele Bisceglia, figura carismatica e controversa del panorama religioso e sociale calabrese. Ricoverato da giorni nel reparto di Geriatria dell’Inrca di Cosenza, non ce l’ha fatta.
Storico frate cappuccino, fondatore dell’associazione “Il Paradiso dei Poveri”, Padre Fedele ha dedicato gran parte della sua vita ai più bisognosi, agli emarginati e agli invisibili, senza mai tirarsi indietro davanti a missioni umanitarie anche in Africa.
Amato per il suo impegno sociale, era noto anche per la sua passione calcistica viscerale: non mancava mai una partita del Cosenza Calcio, in curva accanto agli ultrà, guadagnandosi il soprannome di “frate ultrà”.
Nel 2006 venne arrestato con l’accusa di violenza sessuale su una suora, vicenda da cui fu assolto nel 2015. Nonostante la piena assoluzione, venne sospeso dall’Ordine dei Cappuccini e privato della possibilità di celebrare Messa. Nei giorni scorsi, il vescovo di Cosenza Giovanni Checchinato aveva espresso la volontà di restituirgli questo ministero, esaudendo il suo ultimo desiderio.
Il messaggio dell’associazione da lui fondata riassume la sua eredità spirituale e umana: «Padre Fedele ha dedicato tutta la sua vita agli ultimi, ai poveri, agli invisibili. Ci lascia un messaggio importante: si deve concedere perdono al fratello per riceverlo da Dio».
Cosenza e la Calabria lo ricordano oggi come un uomo capace di suscitare affetto e dibattito, ma soprattutto come una presenza costante accanto a chi aveva bisogno.
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