Solo chi conosce le proprie radici può camminare con passo sicuro nel mondo

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Qualche mese fa, pochi giorni dopo la morte di Salvino Nucera, si commentava, tra pro e contro, la sua decisione di lasciare i suoi documenti al suo paese natale, Chorio di Roghudi, sicuramente un gesto di profondo affetto e coerenza. È lì che la sua voce era nata, è lì che aveva ascoltato il grecanico per la prima volta, è lì che aveva cominciato a scrivere.

Facevo presente che disperdere i documenti, le lettere, le poesie, le traduzioni, le registrazioni, significa frammentare la memoria. Ogni paese grecanico ha il diritto di custodire un pezzo di storia, ma la conservazione scientifica e accessibile richiede un luogo centrale, dotato di strumenti archivistici, digitali, bibliotecari, e soprattutto aperto al pubblico e agli studiosi.

In altre parole sarebbe necessario, in Calabria grecanica, per la Calabria grecanica, creare un centro unico di raccolta e valorizzazione e Brancaleone, secondo me, potrebbe essere la risposta a tali necessità. La nuova biblioteca “Cesare Pavese” è già attiva e attrezzata, una mia proposta.

Un archivio grecanico centralizzato non significa sottrarre, ma connettere. Si potrebbero creare sezioni tematichepostazioni digitalilaboratori linguisticimostre itineranti. I paesi potrebbero contribuire con copie, testimonianze, oggetti, mentre l’originale sarebbe conservato in sicurezza. E si potrebbe avviare un processo di digitalizzazione e catalogazione, magari con il supporto dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

In un mondo sempre più interconnesso, dove le culture rischiano di appiattirsi in un’unica narrazione dominante, la difesa delle identità locali non rappresenta un atto di isolamento, ma piuttosto una forma evoluta di apertura. Salvino Nucera lo ha compreso profondamente: custodire la lingua, i riti, la memoria della Calabria grecanica non significava chiudersi nel passato, ma offrire al futuro una radice solida da cui partire. La sua azione, concreta e generosa, è stata quella di raccogliere, preservare e donare: un gesto che parla di fiducia nella comunità e nella continuità culturale.

Oggi, raccogliere il suo testimone significa non solo conservare, ma anche innovare. Significa creare spazi dove la grecità calabrese possa dialogare con il mondo, contaminarsi senza perdersi, farsi conoscere senza snaturarsi. Perché solo chi conosce le proprie radici può camminare con passo sicuro nel mondo. Salvino Nucera ha acceso una luce: sta a noi mantenerla viva e farla brillare ancora più lontano.

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Author: Nicola Priolo