L’evangelizzazione di Fratel Cosimo per l’avvento

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Mentre si attendono le celebrazioni del primo sabato di gennaio 2026, ovvero il tre, presiedute dal vescovo Francesco Oliva, della diocesi di Locri – Gerace, al santuario della Vergine Immacolata, Nostra Signora dello Scoglio, fondato da Fratel Cosimo oltre mezzo secolo fa, prosegue l’intensa attività liturgica. Essa prevede: la celebrazione della santa Messa, tutti i giorni alle ore 17:00, preceduta dal santo Rosario; incontri pomeridiani di preghiera con i sacerdoti e fratel Cosimo, con una precisa articolazione programmatica visionabile sul sito ufficiale del santuario (www.madonnadelloscoglio.calabria.it) ogni mercoledì e sabato pomeriggio; le confessioni (tutti i pomeriggi, dalle 16:30, il mercoledì e il sabato dalle ore 14:00 e i primi sabati dalle ore 10:00). E proprio rimanendo in tema dei raduni di preghiera dei primi sabati, riportiamo, qui di seguito, l’evangelizzazione di Fratel Cosimo, da lui effettuata il primo sabato del mese di dicembre, dopo avere invitato i numerosi pellegrini presenti ad elevare un’Ave Maria alla Madonna:
“A voi tutti cari fratelli e sorelle doni il Signore la sua pace, la sua misericordia, il suo amore e la sua grazia. Da qualche settimana è iniziato il tempo di Avvento, prepariamo la venuta del Signore nei nostri cuori, per accogliere nella fede il Dio Bambino, quale Messia Salvatore e nostro Redentore. Cerchiamo di vivere questo tempo di attesa, facendo un autentico cammino di conversione del cuore, e di riconciliazione con Dio e con i fratelli e le sorelle. Accogliere il Signore che viene a visitare il suo popolo significa accogliere il fratello, la sorella, il povero e il bisognoso come nostro prossimo. Mi permetto di dire che non possiamo nemmeno pensare di accogliere il Signore che non vediamo, se rimaniamo insensibili e indifferenti di fronte il nostro prossimo che vediamo e con il quale dobbiamo rapportarci. Accogliere il nostro prossimo significa accogliere il Signore, il quale dice nel Vangelo di Matteo: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero forestiero e mi avete accolto, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. L’Emmanuele, il celeste Bambino viene ad abitare in mezzo a noi, viene a redimerci dal peccato, viene a portarci la salvezza eterna. Nel Vangelo di S. Giovanni, l’apostolo prediletto, vi leggiamo: “Dio ha tanto amato il mondo da inviare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non perisca, cioè non vada perduto, ma abbia la vita eterna”. E adesso, con questi sentimenti di gioiosa attesa del Salvatore, vogliamo ascoltare dal Vangelo di Matteo cap. 3, i primi tre versetti, i quali ci dicono: “In quei giorni, venne Giovanni Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino! Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!”. Fratelli e sorelle, le parole che abbiamo ascoltato dal Vangelo di Matteo sono state pronunciate da Giovanni Battista, alle folle che andavano da lui per farsi battezzare. E il messaggio di Giovanni Battista, il quale è vissuto oltre duemila anni fa, se vogliamo è tutt’ora attuale, come rimane sempre attuale tutta la Parola di Dio. I’invito di Giovanni Battista nel deserto della Giudea, non era altro se non un pressante appello al pentimento, che consisteva praticamente in un chiaro e preciso ordine, e cioè: “Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Anche oggi oserei dire, il Signore per mezzo dello Spirito Santo rivolge continuamente a tutti gli uomini, e alle donne di questo tempo lo stesso invito, la stessa esortazione: “Convertitevi”. Miei cari, se noi ci rendiamo docili all’azione dello Spirito Santo, Egli può cambiare la nostra vita, può trasformare la nostra mente, il nostro cuore, le nostre idee, proprio come dice S. Paolo nella Lettera ai Romani cap. 12 v. 2: “Lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare”. Al tempo di Giovanni Battista il ravvedimento potremmo dire era più che necessario, ma io ritengo che come lo era necessario ieri, lo è ancora più necessario per noi oggi, affinché detto ravvedimento ci consentirà di entrare nel Regno dei cieli. A questo punto poniamoci una domanda: Nel nostro cammino di fede, ciascuno di noi qualche volta si è chiesto per caso: Io mi sono davvero convertito o convertita, nel vero senso della parola, oppure ho bisogno di rivedere la mia vita? Riflettiamoci… Ma qualcuno potrebbe chiedersi: il ravvedimento in che cosa consiste? Il vero ravvedimento se vogliamo, consiste in un attento e profondo esame di coscienza, in un rivedere la propria condizione spirituale, riconoscere i propri errori, le proprie mancanze, e le proprie trasgressioni, e non solo, ma è anche aggiungo, il desiderio ardente di cambiare vita, di deporre una volta per tutte il fardello che pesa sulle nostre spalle, per poter entrare nella luce della verità. Insomma, possiamo dire che è un pentimento sincero di tutti gli errori commessi. Ed è proprio quello che dovrebbe fare ciascuno di noi in questo anno santo di grazia e di speranza, che sta quasi per terminare. Viviamo dunque nella speranza, non in una speranza vana, ma in quella speranza vera che non delude, come dice la Parola di Dio nella Lettera di S. Paolo ai Romani al cap. 5. Ho detto all’inizio di questa nostra riflessione che ci troviamo nel tempo dell’Avvento, tempo di attesa, attesa ripeto nella fede, perché il Signore è già venuto, viene e verrà ancora una volta alla fine dei tempi, verrà come giusto giudice, per giudicare il mondo nella verità e nella giustizia, e rapire la sua chiesa, cioè, tutto il popolo di Dio, proprio come cita S. Paolo nella prima Lettera ai Tessalonicesi al cap. 4. Miei cari fratelli e sorelle, in questo tempo particolare di grazia non rimaniamo insensibili, apatici, freddi e indifferenti, ma cerchiamo di risvegliare i nostri cuori, aprendoli al servizio della carità cristiana e fraterna verso il prossimo, specie verso i fratelli poveri, bisognosi, emarginati, malati, sofferenti, esclusi e abbandonati della società. Vogliamo dunque fare come cristiani, per amore di Dio e dei nostri fratelli, specie in questo tempo, qualche opera buona di misericordia, poiché dice Gesù nel Vangelo di Luca cap. 6 v. 36: “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro”. E nel cap. 5 di Matteo, Gesù ribadisce ancora una volta: “Beati sono i misericordiosi, perché troveranno misericordia”.

Tutti, miei cari, abbiamo bisogno della misericordia di Dio, nessuno escluso. Voglia l’Immacolata Vergine Maria, Nostra Signora dello Scoglio, Vergine dell’ascolto e dell’attesa, che nella povera casa di Nazareth accolse il messaggio dell’Angelo Gabriele, aiutarci ad accogliere il messaggio che oggi abbiamo ascoltato, e preparare nei nostri cuori, in questo tempo di attesa del Natale del Signore, la via sicura che ci condurrà a Dio. Dite Amen. Auguro a tutti voi un proficuo cammino di Avvento. Dio vi benedica e sia lodato Gesù Cristo!”

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Author: Ntacalabria Redazione J